Cultura e Spettacoli

Apollo che crudeltà, povero Marsia

Chi si rechi in visita al Museo Archeologico di Taranto ora potrà, collegandosi con un Qr Code, ascoltare ‘Il sogno di Marsia’, una composizione del maestro Dario Marianelli, premio Oscar 2013 per la miglior colonna sonora (‘Anna Karenina’ di  Joe Wright) ; la partitura è stata eseguita dall’Orchestra Ico della Magna Grecia diretta dal Maestro Maurizio Lomartire. Tale composizione è solo la prima di una serie di quadri sonori pensati in vista di un percorso turistico all’interno di Taranto. Alcuni di questi quadri sonori si annunciano particolarmente interessanti per il fatto di accogliere anche la voce di un aerofono usato nella Grecia classica : l’aulos. Erroneamente assimilato al flauto, l’aulos consisteva in un tubo di canna, di legno oppure d’osso o avorio, con l’imboccatura a bulbo e relativa ancia (sottile linguetta mobile la cui vibrazione fa suonare gli strumenti a fiato). Spesso lo si vede raffigurato nella forma a due tubi divergenti (vedi immagine); in  questo caso si parla di doppio aulòs. Largamente utilizzato nella rappresentazione delle tragedie, nei simposi e nei riti funerari e nelle cerimonie del culto dionisiaco, l’aulos era utilizzato anche in guerra: sulle triremi, un suonatore ritmava la cadenza dei remi servendosi di questo strumento, capace di liberare note dal forte impatto emotivo. Il sogno di Marianelli non si annuncia di facile realizzazione. Dell’aulos sono andate smarrite le tecniche di costruzione. E come lo si suonava ? A tale proposito si propende per la tecnica della respirazione circolare. Tale tecnica, che  permette di suonare uno strumento a fiato senza interrompere il flusso d’aria, consiste nello sfruttare la cavità della bocca come riserva d’aria da rilasciare nel momento in cui si inspira l’aria dal naso per riempire di nuovo i polmoni. In altre parole la bocca diventa come la sacca della zampogna o della cornamusa ; in questo modo si riesce a produrre un suono che non si interrompe. Si parlava prima di sogno di Marsia. Chi costui ? Racconta il mito per bocca di Pindaro,  poeta greco vissuto tra il V e il IV  secolo avanti Cristo, che Atena, dopo aver creato l’aulos, se ne sbarazzò subito gettandolo via, piccata del fatto che lo strumento attentasse alla sua bellezza obbligandola a gonfiare le guance. Lo strumento venne allora raccolto da Marsia, un satiro della Frigia. Marsia perfezionò l’aulos divenendo talmente abile nel suonarlo da sfidare Apollo in una gara. Il dio accettò a patto che il vinto fosse alla mercé del vincitore. Vinse Apollo, che appese il satiro a un albero e lo scorticò vivo. La miserevole fine di Marsia toccò il cuore dei Fauni, dei Satiri e delle Driadi (ninfe degli alberi). Dalle loro lacrime ebbe origine nella Frigia, regione storica oggi corrispondente all’Anatolia centro-occidentale, il fiume Marsia, affluente del più noto Meandro.

Italo Interesse


Pubblicato il 16 Dicembre 2022

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