Approvata in commissione la manovra di assestamento, oggi arriva in Aula
I "rebus" in maggioranza e quello dei "5 Stelle" che pur stando all'opposizione vanno comunque in soccorso del governatore Emiliano
La legge di assestamento di bilancio che alla Regione deve essere approvata entro sabato prossimo, 30 novembre, sarà il banco di prova del presidente pugliese Michele Emiliano per capire se e quanto regge la sua maggioranza di centrosinistra nell’Aula barese di via Gentile. Una maggioranza sfilacciata da tempo, come ha dimostra anche la recente vicenda per l’elezione del successore di Fabiano Amati alla presidenza della I Commissione permanente al Bilancio e Finanze, a seguito della nomina di quest’ultimo ad assessore in quota al partito di Carlo Calenda (Azione) e che si regge principalmente grazie ad una finta e falsa opposizione dei quattro esponenti del partito di Giuseppe Conte, ossia il M5S, che comunque, da quando nello scorso mese di aprile è uscito dalla maggioranza continua fa da “ruota di scorta” al governatore pugliese, sia nelle Commissioni che, soprattutto, in Aula. Infatti, è Emiliano stesso a non fare mistero dei buoni rapporti politici, anche personali, con i pentastellati e, soprattutto, con il loro leader nazionale Giuseppe Conte, tanto da affermare che “le braccia sono aperte al Movimento Cinque Stelle, cosa che ho sempre detto, quindi non ho motivo di cambiare né linea né strategia”. Pertanto, il governatore pugliese ha anche dichiarato che “appena il Movimento Cinque Stelle mi dirà che è pronto per ragionare sul futuro anche delle prossime elezioni, io ho la responsabilità di mettere il candidato del fronte progressista nelle migliori condizioni possibili per vincere le elezioni”. Ora, però, la questione da capire è fino a che punto i pentastellati pugliesi sono disposti a fare da “stampella” politica alla traballante maggioranza di centrosinistra di Emiliano rimanendo fuori dal governo regionale e se alla base di “non belligeranza” ci siano accordi di prospettiva che, alla scadenza naturale della legislatura regionale, potrebbe vedere il M5S protagonista in Puglia per il nome da candidare all’interno del campo largo, alle prossime regionali del 2025 per la guida della Regione. Ieri la commissione Bilancio, dopo l’escamotage tecnico della presidente dell’Assemblea, Loredana Capone (Pd), che ha determinato la nomina di Stefano Lacatena (di “Con”) a 13° componente di detta commissione, è riuscita finalmente a dare parere favorevole con appena 7 voti e sia pur con degli emendamenti integrativi, alla manovra di assestamento proposta dalla Giunta. Da oggi e fino a sabato, invece, dovrebbe essere il Consiglio regionale a dare il via libera a tale mini manovra da 54,6 milioni di Euro, a cui si aggiungerebbe un mutuo da contrarre del valore di 45 milioni di Euro, senza dei quali non sarebbero possibili alcuni investimenti urgenti per la Sanità pubblica, ed a cui si andrebbero ad aggiungere altri 10 milioni di Euro per le prestazioni urgenti ed indifferibili della Sanità privata convenzionata. Se l’assestamento di Bilancio supererà anche lo scoglio del Consiglio regionale, come sarebbe secondo le previsioni del governatore Emiliano, nel prossimo mese di dicembre prenderà il via l’iter per l’approvazione del Bilancio previsionale del 2025. Uno scoglio ancora più complesso e difficile per una maggioranza regionale traballante e che, all’occorrenza, si regge grazie al “soccorso giallo” del M5S. Ma a fronte di cosa i pentastellati pugliesi continueranno a garantire il sostegno diretto o la desistenza al governatore Emiliano, se dovessero continuare a restare fuori dall’esecutivo? In precedenza, infatti, il M5S – come si ricorderà – esprimeva un assessore al Welfare (Rosa Barone) nella giunta Emiliano, il vice di maggioranza della Capone alla presidenza dell’Assemblea (Cristian Casili) ed una consigliera fuori dall’esecutivo con delega alla Cultura, ma dopo le inchieste sul voto di scambio politico-mafioso che la scora primavera hanno travolto il centrosinistra, il leader Conte ha deciso di far abbandonare la maggioranza ai pentastellati in Puglia. Quindi, se il M5S dovesse restare, almeno formalmente, all’opposizione fino alla scadenza della legislatura, in base a quali altri accordi i pentastellati dovrebbero continuare a dar manforte alla maggioranza e, in particolare, al governatore Emiliano? Infatti, questo è l’interrogativo da sciogliere per tentare di capire cosa accadrà in Puglia nel capo largo dei progressisti alle prossime regionale. Da non dimenticare che il prossimo anno in Italia andranno al voto ben se Regioni, tra cui la Puglia e la Campania, per l’elezione del governatore ed il rinnovo del Consiglio. Ed il M5S di Conte di certo non vorrà solo fare da “gregario” in tutte e sei le Regioni chiamate al voto. Perciò difficilmente la segretaria del Pd, Elly Schlein, potrà dire di “no” a Conte, se questo dovesse rivendicare al Movimento la guida della sua regione d’origine, oltre che quella dove nel 2022 i pentastellati ottennero uno dei migliori risultati alle politiche. A meno che i Dem non riproporranno come candidato presidente un nome a cui i “5 Stelle” non potrebbero dire di “no”. E ciò potrebbe accadere solo se il nome proposto fosse quello del governatore uscente.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 28 Novembre 2024