“Appunto parole con gli spilli”
Sfiorisce il pianeta, s’imbarbariscono gli uomini. Ugualmente, i poeti non demordono, non si rassegnano al silenzio. E’ più forte di loro, sono come l’erba cattiva. Quando un domani chissà quanto lontano, impoverita ed esausta l’umanità sarà risorta dalle proprie ceneri, la prima forma d’arte a riprendere vita sarà la poesia. Non fa dunque meraviglia che in tempi di disillusione feroce e di previsioni fosche, mentre squali insaziabili raschiano gli ultimi spiccioli, i poeti confermino la loro fedeltà al culto di Calliope, musa della poesia. In tanto florilegio dello spirito, ogni libro di poesia è un nuovo avamposto della speranza che prende vita, è un’altra sacca di ‘resistenza’ che si apre. Da tempo i poeti pugliesi si rivelano particolarmente fertili. Tra essi è il caso di citare Giulia Notarangelo. Ex insegnante, la Notarangelo ha pubblicato numerose recensioni sul sito di Storia medievale dell’Università di Bari ; attualmente collabora con la rivista La Vallisa. Inizialmente presente come autrice in alcune sillogi curate dai Poeti della Vallisa, Giulia ha esordito tre anni fa con ‘La teca di cristallo’. Confortata dai felici riscontri di questo debutto – che le ha anche regalato qualche riconoscimento – la Notarangelo adesso si ripropone con ‘Come se il tempo’, raccolta antologica edita da Tabula Fati. Una settantina le composizioni scritte tra il 2012 e il 2017 che trovano spazio in questo ben confezionato volumetto, che già intriga in copertina per la felice scelta di porre in risalto una tela di Frederic-Leighton (‘Fanciulle greche raccolgono ciottoli sulla riva del mare’, 1871). Aprono questa silloge, dedicata a Marisa, tredici haiku che ruotano intorno al valore della parola : Parole in piazza, in volo, incaute, impotenti, senza senso, comparse, senza peso, mute… Più avanti, nella seconda e più corposa parte, là dove la poesia assume un respiro meno asciutto, ricorrono altri temi, come quello dell’amicizia, dell’affetto (anche per gli animali), dell’isola, della nostalgia, del silenzio. Ma è il tema della parola quello più felicemente fecondo : “Cerco parole… quelle che restano in tasca come spiccioli / quelle che lasciano il segno di un’assenza”. La parola, dunque, intesa come molecola, come unità di misura della comunicazione. Parole come schegge di vita. Fossero lembi di stoffa si potrebbe provare a ricomporli. Ovvero quanto farebbe un volenteroso artigiano dell’ago e del filo. ‘Sarta’ è la cosa migliore di ‘Come se il tempo’ : “Appunto parole con gli spilli / Cucio emozioni come pezze di vita / creo versi col filo dei sussurri.”
Italo Interesse
Pubblicato il 1 Febbraio 2019