Cronaca

Apre il punto-informativo “Combattiamo insieme Alzheimer e demenza”

La Città bella. Essere sempre attivi e curiosi sono le prime, vere armi contro declino fisico e mentale

A Bari, lungo il trafficatissimo viale Unità d’Italia, al centro di Largo Ignazio Ciaia dopo il ponte ‘XX settembre’, al posto dell’ormai dismessa <<edicola/Sforza>>, da domani mattina (inaugurazione alle dieci e trenta precise) l’associazione ‘Alzheimer’ di Pietro Schino apre ufficialmente le porte del punto/informativo che servirà a conoscere e combattere le sempre più subdole malattie mentali. E così ogni giorno a disposizione dei cittadini baresi -…e non solo anziani o in età più avanzata – ci saranno medici, esperti e volontari per saperne di più su demenza e problemi legati al progressivo declino delle funzioni cognitive che influenzano memoria, linguaggio, ragionamento e autonomia nelle attività quotidiane. <<È un termine/ombrello che racchiude diverse tipologie di demenza: la più diffusa è la demenza di Alzheimer, caratterizzata da difficoltà di memoria, seguita dalla demenza vascolare, spesso legata a difficoltà cardio-circolatorie e dalla demenza a corpi di Lewy, caratterizzata per fluttuazioni cognitive e allucinazioni e infine quella demenza che colpisce principalmente comportamento e linguaggio”, chiarisce subito Schino.

E allora dottore, cosa fare per ridurre il dannato rischio-demenza?

 

“Principale fattore di rischio per lo sviluppo d’una demenza è senza dubbio l’età -continua Schino – seguita da diabete, ipertensione, obesità, inattività fisica, traumi cranici pregressi, ma anche depressione, fumo e basso livello d’istruzione; soprattutto questi ultimi, essendo legati allo stile di vita, sono potenzialmente modificabili: esistono diverse strategie utili a ridurre il rischio insorgenza e progressione demenza, ad esempio mantenere corretta alimentazione e monitorare spesso stato di salute”.

 

Una volta per tutte: si può prevenire l’Alzheimer?

 

“Quando si parla di protezione del cervello contro le malattie neurodegenerative, molto spesso si fa riferimento ai concetti di riserva cognitiva e riserva cerebrale. La riserva cerebrale racchiude quelle caratteristiche fisiche del cervello, come le sue dimensioni, ma anche la densità di neuroni e connettività sinaptica: un cervello con una maggiore riserva cerebrale ha una maggiore capacità di sopportare danni senza mostrare immediatamente sintomi, perché possiede più risorse fisiche su cui fare affidamento. La riserva cognitiva invece riguarda la capacità del cervello di compensare i danni utilizzando strategie più efficienti e reti neurali alternative. Questa è influenzata dall’esperienza di vita, includendo livello d’istruzione, abitudine a svolgere attività mentalmente stimolanti e qualità di rapporti e interazioni sociali. In caso di demenza, chi ha una maggiore riserva cognitiva, generalmente, manifesta i sintomi più tardi, perché riesce ad attuare strategie di compensazione dei danni per un periodo più lungo”.

Insomma, i fattori che migliorano le riserve intellettuali sono l’apprendimento continuo – studiare, leggere, imparare lingue – ma anche tenere sempre dritte le nostre antenne con attività stimolanti: applicarsi a giochi di logica, ascoltare tanta buona musica, fare nuove esperienze, se possibile viaggi e una vita sociale attiva, infarcita da conversazioni e relazioni continue. E magari aggiungendoci pure sesso, attività fisica regolare e alimentazione sana: investire su stili di vita più sani e sensati può ritardare la comparsa dei sintomi della demenza, migliorando la qualità della vita anche in età avanzata. Come dire che la vita può ricominciare veramente anche a sessant’anni.

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Aprile 2025

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