Apulia Film Commission, ma dove sono i controlli su spese, assunzioni e bandi?
I dubbi restano, specie dopo le troppe domande con risposte sibilline della presidente CdA, in commissione
Apulia Film Commission, si scoprono gli “altarini” di quel sottobosco di potere creato nell’era Emiliano soprattutto all’interno di società e agenzie: scandali e scandaletti che spuntano non certo per i controlli interni della pubblica amministrazione. Ma procediamo con ordine. “Se anche il Consiglio d’Amministrazione di Afc scopre grazie agli articoli di stampa l’ultimo scandalo, vuol dire che i controlli a monte sono inesistenti”, affermano convinti dopo l’ultima audizione in Commissione Cultura e dopo aver ascoltato la presidente Afc Annamaria Tosto. La quale sembra aver dismesso molto velocemente i panni della procuratrice, per vestire ancor più velocemente <<…quelli di un’autorevole esponente della società civile chiamata dal potente di turno – il presidente Emiliano – al vertice d’una partecipata pubblica, in questo caso della Fondazione, che ha come socio principale la Regione>>, attaccano a testa bassa nella loro nota i consiglieri ‘Fratelli d’Italia’ Luigi Caroli e Tonia Spina. Insomma, è apparso evidente che la presidente – forse, per la prima volta a essere ‘interrogata’, piuttosto che interrogare – è stata decisamente in difficoltà quando ha dovuto ammettere che anche lo stesso CdA della Fondazione aveva appreso dalla stampa che la segretaria della commissione che aggiudica le risorse da assegnare alle società che producono film è a sua volta socia d’una società che ha presentato domanda all’Agenzia che produce film in Puglia e ha ottenuto finanziamenti. <<Ancora più in difficoltà -continuano i consiglieri FdI – ad ammettere che non sono ancora terminati i controlli per le dovute verifiche. Eppure sarebbe bastata una visura camerale (che si acquisisce in pochi minuti via Internet negli uffici regionali) sulla società cinematografica per verificare se la segretaria ha o non ha il 15% delle azioni>>. Ma data per scontata la veridicità della notizia, non interessa tanto quale ‘sanzione’ verrà comminata dalla Fondazione alla dipendente infedele che – stando a quanto detto dalla Tosto – non avrebbe comunicato le quote societarie, quanto piuttosto conoscere che tipi di controllo vengono fatti a monte: ovvero, nel dare l’incarico alla dipendente di selezionare i progetti da finanziare, perché non s’è proceduto ad accertare eventuali incompatibilità prima? <<Ci ha meravigliato non poco la risposta della dottoressa Tosto di fronte a questa nostra osservazione: non entriamo nella ‘vita privata’. Ma quale vita privata? I dipendenti che lavorano nel pubblico -attaccano ancora Caroli e Spina – sono tenuti a dichiarare le eventuali incompatibilità al momento dell’assunzione, specie nei settori di competenza per funzione professionale>>. Insomma, nella regione Puglia dei magistrati a riposo prestati alla politica e amministrazione, delle mogli di assessori che diventano dirigenti coi titoli fasulli e degli avvocati che trafficano voti e favori, ci troviamo di fronte agli scandali a cose fatte, e i controlli non esistono, o sono tanto sottili e invisibili, da non servire a nulla, “…ad usum delphini”. Per questo è stata chiesta un’altra audizione a stretto giro, anche per approfondire un bando che ha stabilizzato personale precario dell’Afc…come in tutte le società partecipate dalla Regione Puglia, <<…veri e propri centri di sottopotere>>.
Francesco De Martino
Pubblicato il 22 Maggio 2025