Aria pesante nella giunta di Modugno
Un altro colpo di scena nel teatrino della politica a Modugno. Il numero due della giunta comunale della cittadina alle porte di Bari, Filippo Bellomo, si è dimesso da vice–sindaco appena sei mesi dopo la nomina. Bellomo era stato candidato sindaco dell’Udc alle amministrative dello scorso maggio e nel primo turno aveva conteso la poltrona di primo cittadino a Mimmo Gatti del Pd, eletto poi al secondo turno. Al ballottaggio, poi, l’Udc aveva sostenuto Gatti con l’appoggio esterno, anziché con l’apparentamento, per non far scattare il seggio a palazzo Santa Croce all’ex-magistrato Nicola Magrone, candidato sindaco al primo turno per tre liste minori, che si erano schierate fuori dai poli. Da qualche settimana il candidato sostenuto dal centrodestra, Giuseppe Vasile, sconfitto al ballottaggio, non siede più in consiglio comunale, essendosi dimesso dopo aver appreso di essere tra gli indagati dalla Procura barese nell’ambito della vicenda giudiziaria sull’Urbanistica modugnese. Infatti, i pm della Procura di Bari da circa un anno indagano su un presunto giro di tangenti e favori concessi in cambio di alcuni permessi edificatori all’epoca dell’amministrazione guidata dall’ex-sindaco Pino Rana, vale a dire dal 2001 fino allo scorso mese di maggio. La Procura ad ottobre scorso ha ottenuto dal gip la proroga per tali indagini che, in verità, finora hanno sortito non tanto eclatanti sviluppi sul piano giudiziario, quanto sul piano politico. L’abbandono della poltrona di vice-sindaco da parte di Bellomo è infatti l’ultima, in ordine di tempo, delle conseguenze provocate dall’inchiesta in corso sul Comune di Modugno. In precedenza, prima ancora delle dimissioni del capo dell’opposizione, Vasile, si era registrata l’autosospensione dal gruppo comunale del Pd di tre esponenti , Scippa, Pascazio e Di Ciaula, oltre al sindaco stesso, Gatti. L’uscita dalla giunta Gatti di Bellomo dovrebbe però essere soltanto a titolo personale, perché il suo partito, l’Udc, finora non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito, confermando in tal modo il sostegno consigliare del proprio gruppo al sindaco in carica. Infatti, l’altro rappresentante dell’Udc in giunta, Leonardo Bozzi, ha mantenuto il proprio posto ed, a suo dire, non intende assolutamente abbandonare la sedia assessorile a Palazzo Santa Croce, dichiarando inoltre di non aver alcun interessa per la poltrona di vice di Gatti, lasciata libera da Bellomo. A Modugno, comunque, l’atmosfera politica nel Palazzo comunale, ma soprattutto fra i cittadini, è alquanto pesante. Così come sono pesanti i dubbi ed i sospetti tra la gente che mormora e si chiede come mai il sindaco e la sua maggioranza restano letteralmente inchiodati alle proprie poltrone, nonostante è ormai chiaro che, al di là degli sviluppi giudiziari del caso, l’Amministrazione comunale è di fatto ormai delegittimata sotto il profilo etico e morale. Secondo qualche addetto ai lavori l’Amministrazione modugnese sarebbe delegittimata ancor di più sotto l’aspetto politico, ma evidentemente c’è chi ritiene di non mollare ed il fatto che più sconcerta è il silenzio assordante dei partiti, sia di maggioranza che di opposizione, che finora non sono intervenuti e sulle vicende al Comune di Modugno fanno finta di nulla. Un silenzio – ha commentato un cittadino – che la dice lunga sugli intrecci e sul livello di connivenze che evidentemente si è costituito tra gli apparati politico-amministrativi della città. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, già da alcune settimane c’è chi teme da un momento all’altro sviluppi eclatanti dall’inchiesta giudiziaria in corso. Sviluppi – dicono in molti a Modugno – che potrebbero non fermarsi solo a livello locale, ma che potrebbero riguardare anche livelli più alti della politica e delle istituzioni. Soldi, tanti soldi sono forse circolati a Modugno nell’ultima tornata amministrativa ed in quella precedente per le regionali. Evidentemente – sostiene un anziano cittadino modugnese – la posta in gioco per alcuni era troppo ghiotta e non poteva assolutamente andare a vuoto. Soldi – si chiedono molti cittadini – guadagnati con molta facilità e, quindi, per questo forse investiti con altrettanta facilità nel finanziare campagne elettorali da capogiro e partiti, per facilitare ascese politiche da “star hollywoodiane”.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 7 Dicembre 2011