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Arif, tra disservizi e clientele: “Meglio un rabdomante”

Ogni giorno peggio per l’Agenzia Irrigui e Forestali della Regione Puglia, sempre più immersa tra clientelismi, disservizi e favoritismi. “Non rimane che rivolgersi ad apprendisti stregoni, nel tentativo di assicurare il servizio fondamentale per le produzioni agricole pugliesi dell’agrometereologia e la lotta fitosanitaria e integrata”, commenta sarcasticamente il segretario generale della Flai/Cgil Puglia, Antonio Gagliardi con la coordinatrice pugliese Maria Vulcano. Infatti, mentre le imprese agricole sono costrette a fare i conti con la batteriosi da Xylella Fastidiosa, calamità naturali e perdita di oltre un milione di giornate di lavoro da parte degli addetti del settore, l’intero sistema produttivo avrebbe bisogno di essere rilanciato e sostenuto con azioni sinergiche calibrate su programmazione, produzioni di qualità e servizi per l’agricoltura. “Il Piano Agromentereologico e lotta integrata assicurano la realizzazione di produzioni con alto valore aggiunto, ambiti dove la Puglia eccelle e attende di riprendersi lo spazio che ha reso la nostra regione un fiore all’occhiello nel panorama nazionale ed internazionale. Da troppi mesi invece siamo costretti a denunciare la totale assenza della difesa attiva e integrata delle colture agrarie, servizio fondamentale per le produzioni agricole pugliesi”, sottolineano Gagliardi e Vulcano. La legge regionale n. 33 del 2017, approvata con carattere d’urgenza dal Consiglio regionale, ha trasferito le competenze proprio all’Agenzia regionale per le attività idraulico-forestali di via Corigliano, a Bari. Ancora oggi il servizio è fermo al palo nonostante le copiose richieste che arrivano dal sistema delle imprese. Lo sanno bene i periti agrari laureati, i tecnici e i ricercatori della Puglia i quali non possono realizzare strategie di produzione integrata e biologica o pratiche agronomiche per la previsione dei patogeni. Proprio il contrasto ai fitopatogeni come la Xylella Fastidiosa risulta essere nelle corde dell’ARIF che possiede al proprio interno il personale in possesso della trentennale esperienza idonea per strutturare un protocollo sul quale cimentarsi e per essere rapidamente formato a ruolo di ispettori fitosanitari per svolgere opera preventiva in campo aperto, vivai , dogane, ecc.. Quel personale invece vive una condizione inespressa in latente attesa di un contratto di lavoro stabile, esplicitamente previsto dalla stessa legge 33/2017. E così i rappresentanti sindacali non capiscono proprio le ragioni per le quali si preferisce omettere la definizione della programmazione del servizio controlli fitosanitario, Piano di Azione nazionale o la manutenzione delle quasi cento stazioni agrometereologiche disseminate sull’intero territorio regionale in grado di permettere la redazione e pubblicazione delle previsioni metereologiche. Ignorare la necessità di un servizio di tale importanza, peraltro reso obbligatorio sul territorio da norme nazionali, equivale ad arrecare gravi ricadute nei confronti delle imprese agricole, impedendo crescita e soprattutto sviluppo di economie che generano – a loro volta – lavoro e reddito. E allora, per finire, che aspetta la Regione a pretendere che si applichi in ogni sua parte una legge fortemente voluta proprio dal Governo regionale, magari facendo a meno di altre agenzie inutili e doppioni per sistemare altri amici e parenti…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 21 Marzo 2019

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