Ario pugnalò Crixo?
In ‘Storia Romana’, Appiano di Alessandria parla di una “battaglia” combattuta “sul monte Gargano” nel 72 a. C. tra le forze romane comandate da Lucio Gellio Publicola e schiavi ribelli comandati dal gladiatore Crixo. Lo scontro ha un antefatto importante : L’anno prima era scoppiata a Capua la celebre rivolta dei gladiatori capeggiata da Spartaco. Insieme ad Enomao, Crixo era il braccio destro di Spartaco. Si sa come andarono le cose : Raccolti molti proseliti e messo insieme una specie di esercito, Spartaco mosse guerra a Roma, impegnandola in ripetuti scontri, il più delle volte sconfiggendola pesantemente. Ma quanto ancora sarebbe durato questo stato di cose? Consapevole della capacità reattiva dell’avversario, Spartaco meditava di abbandonare l’Italia. Invece, non sazi di vittorie e bottino, i Galli e i Germani capeggiati da Crixo ed Enomao insistevano perché la guerra non conoscesse flessioni. Ebbe luogo così una diaspora. Un forte contingente di uomini al comando di Crixo si dissociò e si mise in marcia verso l’Apulia in cerca di altro bottino. Nel frattempo il Senato romano aveva comandato al console Lucio Gellio Publicola di schiacciare la rivolta. Sempre stando ad Appiano, i soldati di Quinto Ario, un legato (luogotenente) di Lucio Gellio, sorpresero circa “ventimila ribelli” “sul monte Gargano” e li sterminarono. Altre fonti (Livio) aggiungono che nel corso di questa “battaglia” lo stesso Quinto Ario riuscì “assolutamente indisturbato” a pugnalare a morte Crixo… Davvero vogliamo credere che un comandante potesse trovarsi nel cuore della mischia e lì, senza neanche lordarsi i calzari, addirittura ‘indisturbato’, finire con le proprie mani l’avversario? E dove ebbe luogo questa ‘battaglia’? E’ ben strano che di una battaglia dove almeno 20 mila uomini avrebbero perso la vita non siano rimaste tracce, che non sia rimasta memoria nemmeno del sito dove si consumò. Se battaglia fu. Perché, forse, quella non fu una battaglia, bensì una scaramuccia, uno di quegli scontri insignificanti determinati dall’incontro casuale di piccoli contingenti armati.. E’ probabile che l’esercito di Crixo si fosse già sciolto quando i pochi uomini rimasti fedeli al gladiatore ribelle furono sorpresi e sgominati dalla formazione di legionari al comando di Ario. A quel punto – per vanagloria o calcolo – può diventare un gioco vergare un ‘amplificato’ messaggio di vittoria e affidarlo a un portaordini affinché lo consegni a Lucio Gellio. E Lucio Gellio, ben consapevole che a Roma c’è bisogno di notizie incoraggianti, chissà, amplifica ulteriormente i termini del successo nel personale messaggio al Senato. Sicché uno scontro da nulla, pur vittorioso, assurge a trionfo militare avvenuto su un’imprecisata altura del Gargano. E la menzogna restituisce coraggio a una piazza avvilita. – Nell’immagine, ‘Pollice verso’ (1872), un olio su tela di Jea-Léon Gérome e conservato presso il Phoenix Art Museuma di Phoenix (Arizona, USA).
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Agosto 2019