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Arpa nell’area del crollo: “Niente amianto in via De Amicis”

Dissipati i dubbi dopo i controlli di questi giorni effettuati dall'Agenzia Regionale dell'Ambiente

Occhi ancora puntati sul sito all’incrocio tra via De Amicis e via Pinto dove, all’inizio del mese scorso, è avvenuto il crollo della palazzina a Bari/Carrassi, E proprio ieri i tecnici dell’Agenzia Regionale della Protezione Ambientale della Puglia hanno ribadito che alcuna traccia di amianto è stato rinvenuto nei dintorni, dopo i nuovi controlli durante le operazioni di rimozione delle macerie, cominciate martedì mattina. A confermarlo le ultime analisi eseguite da Arpa/Puglia. Il 3 aprile, dunque, i tecnici dell’Agenzia avevano compiuto nuovi prelievi nell’area interessata dal crollo, prelevando in particolare un paio di campioni di polvere: il primo dal davanzale di una finestra al pianterreno in via de Amicis n.2/scala B; il secondo sul balcone di un appartamento al secondo piano di uno stabile, stavolta in via de Amicis n.4. Tutti e due i punti di prelievo si trovano di fronte all’area del crollo, nell’area recintata dove, di fronte, fino all’altro giorno stazionava una pattuglia fissa della Polizia Locale. In nessuno dei due casi sono state rilevate fibre di amianto, in ogni caso. E sempre martedì Arpa ha anche posizionato nel cortile della ex scuola Carlo Del Prete, sede del Municipio 2 praticamente ancora deserta (il personale comunale è stato trasferito presso gli uffici dell’Anagrafe centrale, a largo Fraccacreta, almeno fino a operazioni di sgombero completate – tre filtri dalla caratteristica forma “a proboscide” per analizzare l’aria. I filtri sono rimasti in zona per circa ventidue ore. Nessuno dei tre ha rilevato fibre di amianto. I campioni prelevati sono stati analizzati nel laboratorio del Centro Amianto del Dipartimento Arpa Puglia di Brindisi. I prelievi sono stati effettuati in condizioni statiche, e dopo la caduta di abbondanti piogge. I controlli di Arpa/Puglia sulla salubrità ambientale proseguiranno: si è infatti deciso di ripeterli in contemporanea con le operazioni di rimozione delle macerie, che comporteranno una nuova dispersione di polveri nell’aria. E così facile prevedere che nell’occasione salga nuovamente il tasso di preoccupazione dei residenti, anche perchè – come tutti sanno – l’amianto è un minerale friabile naturale ampiamente sfruttato in passato, anche per il basso costo, soprattutto nel campo dell’edilizia e lo stato di deterioramento e usura del materiale può causare degli sfaldamenti dei manufatti che comportano dispersione delle fibre di amianto nell’aria. E la respirazione delle fibre di amianto può causare gravi malattie polmonari, tra cui asbestosi, mesotelioma e cancro ai polmoni che, per di più, possono manifestarsi anche solo nei sintomi a distanza di molti anni dall’inalazione. Ne consegue che la valutazione della presenza di fibre di amianto in un contesto ambientale è di fondamentale importanza, per la sicurezza delle persone che lavorano o vivono in quelle aree.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 10 Aprile 2025

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