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Arpal, ‘assalto francese e ritirata spagnola’: niente presidente e consiglieri

Saltano a causa d'un imprevisto e imprevedibile veto burocratico le nomine del presidente

Niente da fare, l’agenzia regionale pugliese che si occupa di politiche del lavoro – …la più discussa, quasi a pari merito con l’altra al diritto allo studio, squassata da indagini e spifferi quotidianamente – non riesce a spiccare il volo con quello che dovrebbe essere il nuovo consiglio d’amministrazione. Oramai da mesi, infatti, Arpal/Puglia è in attesa di indicazioni precise dalla giunta regionale -…e cioè dal presidente Emiliano che fa e disfa, e quasi sempre in solitaria – e così l’altro ieri il tanto atteso decreto di nomina è sì, giunto, ma per tornare al mittente in tempo quasi reale. E senza ombra di nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali: niente di niente, se non la comunicazione asettica del tipo “”…volsi colà dove si puote””. Un atto imprevisto che ha così richiuso nuovamente le porte del paradiso all’agenzia, in un periodo in cui al capo della giunta pugliese sembra andare tutto storto. A cominciare dal clima politico che gela ogni giorno di più…e non solo in Puglia. Ma torniamo al ‘niet’ calato al ‘buio’ al tavolo da poker della politica regionale, su quell’approvazione di presidenti e consiglieri con cui la ‘commissaria/Arpal’ ha chiesto sempre al beneamato presidente e assessori annessi di rinviare il punto dolente, appunto, aspettando di completare i passaggi di consegne col cda in sella. Questo il motivo apparente, almeno, oltre agli altri adempimenti burocratici che solo chi sa di diritto, tagli e cuciti dell’amministrazione pubblica, maneggia con destrezza. Insomma, un ostacolo imprevisto e imprevedibile per chi non conosce i tunnel imperscrutabili di via Giovanni Gentile, specie considerando che appena una ventina di giorni fa la stessa commissaria in commissione (…scusassero i bisticci di parole) proclamava ‘urbi et orbi’ di voler levare le tende. E sollevata per giunta da un incarico che lei manteneva solo per ‘amor patrio’ -scusassero ancora la licenza d’espressione…- fino al disbrigo, delle faccende burocratiche. Giusto i giorni ed, eventualmente, le settimane più che necessarie. E fu sempre la commissaria in commissione a denunciare in Arpal/Puglia irregolarità ai concorsi fino a qualche caso di (…più o meno palese) incompatibilità interna, sollecitando lei stessa a sbrigarsi col cda per cercare di rinnovare la piramide dell’agenzia di stanza alla Zona Industriale da cima a fondo. E invece? Ecco la giravolta e il cambio di passo, col decreto rispedito al mittente privo di chi dovrebbe risanare Arpal con stipendi fino a 15 mila euro (lordi) annui. Stipendi che corrispondono a quelli degli impiegati di concetto, freschi di contratto, alla Regione Puglia. Eppure ‘radio/fante’ sussurra i nomi di qualcun altro che potrebbe guidare un’agenzia ancora in attesa, dove nessuno si ricorda più d’un Consiglio che non riesce a discutere da mesi una proposta di legge di riforma che, se si fosse approvata, avrebbe modificato l’assetto societario e tutto il resto dell’organigramma piramidale. Si trattava, finalmente, di rilanciare un’agenzia del lavoro che, dopo il passaggio di consegne dalle vecchie province all’ente regionale a guida Emiliano, non va mai oltre critiche e guai a catena. Per esempio, tanto per dirne una, sarebbe stata cosa fatta la decadenza immediata dal ruolo di direttore generale dell’ex direttore Massimo Cassano, ennesima ‘vexata questio’ che ogni tanto torna a galla nei corridoi della politica regionale. Magari anche solo per mettere in chiaro che c’è da prendere ancora tempo prima di decidere qualche altra nomina nel carnet d’una legislatura in inarrestabile china discendente, in Puglia.

Francesco De Martino


Pubblicato il 7 Giugno 2023

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