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Arriva la ricetta elettronica e soliti problemi per cittadini e contribuenti pugliesi

La ricetta farmaceutica elettronica o, come la chiamano alcuni, dematerializzata? Tutti ne parlano come di una conquista che avrebbe dovuto garantire risparmi, efficienza e servizi migliori per i medici e per gli utenti, ma la sperimentazione che in Puglia è partita dall’autunno dell’anno scorso coinvolgendo alcuni medici di medicina generale nelle varie province, sinora ha dato risultati contrastanti. Per non dire fallimentari, provocando, disagi e disservizi che si ripercuotono sugli stessi medici e sugli utenti. Ma la informatizzazione tanto voluta e sbandierata dall’attuale governo stavolta non dovrebbe fermarsi dinanzi agli scogli delle proteste e resistenze, come sta accadendo in altri settori come, ad esempio, l’introduzione della fattura elettronica. Il problema è che i disagi che si sono verificati e che crescono quotidianamente, interessano questioni importanti, come l’impossibilità per i farmacisti di consegnare i farmaci prescritti con la ricetta elettronica. Che non è poco. Ora, quindi, in campo scendono i politici visto che si tratta di salute e di possibili altri salassi. “La Regione Puglia non può imporre modifiche all’invio della ricetta elettronica scaricandone i costi sulle spalle dei medici e dei cittadini. E’ quindi urgente che l’assessore alla Sanità, Donato Pentassuglia (Pd), trovi una soluzione a questo problema perché non è possibile continuare a caricare di oneri i servizi che riguardano il sistema sanitario”. Lo ha dichiarato ieri il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, Pino Romano, raccogliendo le preoccupazioni dei Medici di famiglia sull’invio della ricetta elettronica dematerilizzata attraverso il cosiddetto SAR (Servizio Accoglienza Regionale), scelto e strutturato dalla Regione Puglia, che obbliga i medici  a trasmettere le proprie ricette alla Regione invece che direttamente al Ministero delle Finanze attraverso il SAC (Servizio di accoglienza centrale).

I medici spiegano che “la trasmissione al SAC sarebbe a costo zero” mentre “gli adeguamenti informatici per la trasmissione al SAR prevedono uno specifico intervento tecnico delle Software House, con costi fino ad ora sopportati dalla Regione ma che ora vengono richiesti a medici”. Lo stesso SAR, precisano i medici, “ha un costo non irrilevante per i cittadini pugliesi”. Per Romano, quindi, “non si può che condividere la richiesta dei medici alla Regione di autorizzare la trasmissione delle ricette attraverso il SAC, ampiamente collaudato e funzionante”.

“In passato – ha ricordato infine Romano – ho già contestato la decisione di far pagare la prenotazione degli esami nelle farmacie. Quei costi, infatti, ricaddero ancora una volta sui medici e i cittadini. Non possiamo continuare a commettere questi errori”. 

“Inoltre non si comprende – rileva il capogruppo Pd – la strana coincidenza per cui  in questi scampoli di legislatura e con la campagna elettorale in corso, la struttura dell’assessorato alla Sanità stia emanando regolamenti, piani e circolari che mettono in difficoltà gli operatori di settore e i cittadini piuttosto che aiutarli a vivere serenamente l’approccio al mondo della sanità”.

Logico, quindi l’invito all’assessore alla Salute Donato Pentassuglia, in vista dell’incontro con i medici, per trovare la giusta soluzione per dipanare questa matassa per superare finalmente (ma bene…) la fase della sperimentazione.

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 3 Aprile 2015

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