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Arrivederci ex Rossani: la Biblioteca emigra in via Gentile

Niente più ex Caserma Rossani: la Biblioteca regionale resta a Bari, ma emigra in via Giovanni Gentile, mentre la Mediateca, almeno per adesso, resta dov’é, in via Giuseppe Zanardelli. E allora, sconforto e disappunto sono i sentimenti che allignano da quando s’è saputo tra studenti universitari e annessi laureandi, pensionati, giovani professionisti, ricercatori e bibliofili, ma anche fra appassionati lettori e in chi – sono ancora tanti in questi tempi magri – non può permettersi l’acquisto di libri, riviste, quotidiani, oppure l’accesso gratuito a Internet come è accaduto per tanti anni nei locali alle spalle di via Capruzzi. In poche parole una vera collettività di utenti, a livello regionale allarga le braccia, sconsolata e si scervella al pensiero di come organizzarsi per raggiungere la nuova sede della Biblioteca e della Teca del Mediterraneo, per pochissimi giorni ancora allocata -come appena detto – in via Giulio Petroni, pure vicino alla stazione centrale. Ma scusate, la Biblioteca non doveva trasferirsi a due passi, all’ex Rossani, assieme alla Mediateca regionale, altro gioiellino? Facciamo un salto indietro. E’ la fine del 2011, c’é l’incontro tra gli allora assessori regionale alla qualità del territorio Barbanente e quello all’urbanistica del Comune di Bari, Sannicandro. Era prossimo il finanziamento pubblico del progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Caserma Rossani e risuonano ancora le parole della Barbanente, a scongiuro del rischio di un’indesiderata “cementificazione” nell’area, “non si può assistere impotenti alla svendita di beni pubblici preziosi per la rigenerazione ecologica e la crescita socio-economica di una città” ed “investire in rigenerazione culturale e ambientale di parti di città serve a creare occupazione, sviluppare un tessuto sociale più solidale e attivo, offrire opportunità ai giovani”. Per non parlare dell’attuale sindaco Decaro – allora capogruppo piddì in Consiglio regionale – che commentava così al riguardo, sottolineando che “l’architettura militare cederebbe definitivamente il passo all’espressione di una modernita’ stilistica, collocata in un contesto che privilegia il verde urbano e uno sviluppo della mobilità”. Di lì a pochi mesi sempre la Barbanente, riguardo della Mediateca, ribadisce che “…la proposta di ospitare nella ex Rossani una grande Mediateca della Puglia, pubblica, articolata e aperta, dotata di tecnologie e di strutture fruibili da tutti…sarebbe un’occasione che potrebbe fare di Bari una città europea… [e che] conferma la validità dell’idea di polo culturale all’interno di un parco urbano attrezzato”. Per riqualificare l’area dell’ex caserma, il 22 marzo 2012 il Comune attiva un tavolo di confronto con Istituzioni e associazioni culturali. Appena quattro mesi più tardi l’Ufficio consiliare di Presidenza della Regione firma una convenzione e dice già di sì allo spostamento nella Rossani risanata. Ai primi del 2013, una decisione della Giunta comunale uscente aveva sancito la volontà di ospitare all’interno dell’edificio militare un grande centro bibliotecario multifunzionale. Andiamo avanti. Nell’autunno del 2014 nuova tappa: Onofrio Introna, allora presidente dell’assise regionale, lancia l’appello per utilizzare i fondi comunitari ex Fas (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) e realizzare all’interno dell’ex Rossani il polo culturale e bibliotecario barese a patto che i lavori fossero stati aggiudicati entro la fine del 2015. Si sarebbe trattato di “collocare un presidio funzionale della Biblioteca multimediale del Consiglio regionale nella futura Cittadella della Cultura, che la municipalità barese vorrebbe creare nella Rossani. Parte della Teca, quindi, si sposterebbe solo di pochi metri, con le necessarie risorse professionali, tecniche e materiali, valorizzando l’esperienza che in questi anni ha fatto della stessa Teca un importante punto di riferimento e di aggregazione all’interno della rete culturale della nostra Città”. La ‘Teca’ nella ‘Cittadella’, ribadiva Introna, sarebbe stato “un intervento di comune interesse, che punta a costituire un polo culturale multifunzionale nel cuore del capoluogo e che consentirà al Consiglio regionale di conservare parte dei propri servizi bibliotecari in pieno centro cittadino, a vantaggio della numerosa utenza che accede quotidianamente ai locali di via Giulio Petroni”. La creazione del polo culturale e bibliotecario nella stessa area poteva diventare finalmente realtà anche perché poteva ancora contare sui fondi comunitari, gli ex Fas. Ma no, niente: tutte belle parole, quelle di Decaro, Emiliano, Sannicandro e compagni. Contrordine, si vira dal centro alla periferia, a Japigia in fondo come dicono a Bari! Parafrasando Modugno, “d’improvviso veniva dal cielo rapita” e veniva spostata “verso il cielo infinito”, oltre l’orizzonte, a via Gentile. E se ci sarà un bus navetta, tutt’ora non é dato sapere, ma vedendo come sono finite trattative del passato a beneficio dei dipendenti finiti nella nuova sede regionale, ‘è poco da stare allegri. E così finirà come con la Biblioteca nazionale, spostata nel lontano 2006 all’ex macello, assieme all’Archivio di Stato, in perdita finanziaria; o come quella provinciale, in quel del Borgo antico. E prosegue così la “diaspora” della cultura barese, sparpagliata, smembrata, svilita e a utilizzo di pochi, o i fortunati abitanti di via Gentile. Essì, qualcosa dev’essere andato storto, forse i lavori fermi a causa dei soliti ricorsi, non la caserma “okkupata”: in fondo trattasi pur sempre di forze armate e, si sa, contro la forza (armata o no) la ragione non vale. La Regione, invece, sì, quella prevale, quasi sempre…

Francesco De Martino


Pubblicato il 23 Gennaio 2019

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