Primo Piano

Arroccati su stabilizzazioni e prepensionamenti, pensando i nuovi dirigenti

Ribolle la pentola dei nodi ancora da sciogliere per districare la matassa che si dipana sul personale regionale pugliese, nodi da parecchio tempo all’ordine del giorno e in primo piano anche durante i vari ‘vertici’ tra rappresentanti sindacali e dell’amministrazione, tenuto all’inizio della settimana scorsa. Al tavolo, come sempre, sono state sentite prima le organizzazioni sindacali per discutere e fare il punto sulla situazione riguardante i concorsi e i tempi per  assunzione dei vincitori delle progressioni verticali dalle Cat. ‘A’ alla Cat. ‘B’ e dalla ‘B’ alla ‘C’. In particolare, è stata messa a fuoco la possibilità di scorrimento delle relative graduatorie, pubblicate dopo mesi di trattative e schermaglie tra le stesse parti. Inutile dire che ogni sigla sindacale ha esposto le proprie perplessità a riguardo, mentre la UIL ha ricordato i ricorsi già presentati e vinti davanti ai giudici del Tar Puglia, forti del fatto che si è ancora in attesa della sentenza del Consiglio di Stato visto che l’Amministrazione Regionale ha, con una decisione molto, ma molto criticata, deciso di interporre appello. E giusto per non rimanere sul vago, per la prima volta è emersa, forse, la realtà nel fatto che in precedenza – non essendo mai stata prevista la quota esterna al percorso delle progressioni verticali – a tutti è apparso in tutta la sua realtà burocratico-amministrativa ed a questo punto anche legale, quanto mai difficile far scorrere le graduatorie degli idonei. Rimane, in ogni caso, l’impegno dell’amministrazione regionale rappresentata dal Capo Area Organizzazione e dall’assessore al Lavoro di trovare <> e per questo si utilizzerà proprio la oramai consolidata ‘Cabina di regia’. Insomma, non sarà una passeggiata, ma si cerca di trovare una intesa tra le parti per , anche perché in primo piano resta sempre la questione stabilizzazione dei precari, ferma al palo finquando non verranno adottate scelte, criteri e provvedimenti seri sul cosiddetto esodo del personale storico, tanto che la stessa responsabile degli affari del personale –già da qualche mese- ha recepito le osservazioni dei sindacati ( soprattutto sulla clausola di salvaguardia in caso di cambiamenti della legge Fornero; incentivi del salario accessorio per le Cat. A-B e C; Trattamento di Fine Rapporto per il periodo di uscita anticipata; eccetera) riservandosi di far conoscere  le sue posizioni. Ma il tempo passa ed entro la fine della prossima settimana, cioè prima di Natale, bisognerà capire se ci sarà qualche novità sostanziale sulle questioni del personale regionale. Personale in fermento all’interno di un settore chiave come l’Avvocatura regionale pugliese, specie dopo la indizione nei giorni scorsi dell’avviso pubblico per acquisire le candidature per l’incarico di dirigente del Settore Legale. Un avviso finito nelle chiacchiere dei corridoi, ma soprattutto nel mirino dei sindacati perché, come al solito, è immediatamente parso ritagliato a favore di chi possiede titoli e ‘curricula’ ad hoc per dirigere gli avvocati regionali, senza rispettare le sentenze già dettate dai tribunali amministrativi, ma soprattutto senza far tesoro di alcune lezioni del passato quando s’è trattato di scegliere altri funzionari esterni comandati all’interno dell’Ente. Ma insomma, senza far troppa dietrologia, la settimana scorsa è stato il sindacato dei dirigenti (Direr) a vergare una lunga nota all’assessore al Personale e alla responsabile del Personale mettendo nero su bianco i motivi delle censure. Censure che volano basso in un Settore che, dopo la gestione piuttosto ‘centralista’ dell’ex avvocato/coordinatore Nicola Colaianni, con Vittorio Triggiani pareva finalmente destinata a sciogliere i vecchi nodi sul decentramento delle funzioni tra Avvocato-Coordinatore e Dirigente di Settore, anche lui avvocato. Invece tutto è rimasto fermo, almeno fino all’ultimo avviso pubblico, appunto, per il nuovo dirigente legale. Il guaio è che il bando, sempre secondo la Direr, si porrebbe in aperta violazione con quanto disposto dalle norme che impongono all’amministrazioje di rendere “conoscibili, anche mediante pubblicazione di apposito avvio sul sito istituzionale, il numero e la tipologia dei posti che si rendano disponibili nella dotazione organica ed i criteri scelti”. Senza scordare che, in primis, bisognerebbe considerare le professionalità interne all’amministrazione, facendo espresso riferimento all’ordinanza del 13 giugno scorso del Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, con cui si rilevava che ‘la previsione di requisiti troppo specialistici appare non in linea con la normativa sulla dirigenza e con la natura manageriale che caratterizza tali figure’. Giusto per non confondere, osserva infine il segretario Direr Onofrio Mongelli rivolgendosi anche al capo di gabinetto della giunta pugliese”…il ruolo dirigenziale dall’attività professionale che si intende far svolgere”.

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 11 Dicembre 2014

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