Cronaca

Asclepios, quella piscina nata vecchia e mai entrata in funzione

Policlinico Consorziale di Bari, Padiglione “Asclepios”: ennesimo spreco a spese dell’Erario pubblico. A denunciare il caso della piscina “fantasma” all’interno del secondo ospedale del Mezzogiorno è stato il solito Luigi Cipriani, l’ex consigliere comunale barese adesso segretario del Gruppo indipendente Libertà. Il quale, senza stare a pensarci su un minuto, ieri ha ripreso carta e penna denunciando agli organi competenti un “…importante episodio di cattiva amministrazione del pubblico denaro”. Quale? Al piano seminterrato del Padiglione “Asclepios” dell’Azienda Policlinico Consorziale di Bari, all’interno dell’Unità Operativa di , esiste una piscina per la riabilitazione praticamente mai entrata in funzione. Una piscina che, dunque, starebbe lì come una specie di monumento allo spreco senza essere mai entrata in funzione. Tutto ciò, si badi, a partire dalla fine degli Anni Novanta, precisamente dal 1998 quando il megapadiglione che contiene anche il Pronto Soccorso e altri reparti fu ultimato. L’aspetto più sconcertante della vicenda, mette ancora nero su bianco l’ex consigliere barese, è costituito dal particolare che questa struttura di pregio, pur essendo stata realizzata da tempo, non è mai entrata in funzione, appunto. E, colmo dei colmi, la stessa non viene correttamente nè mantenuta, né custodita; infatti, così come si può vedere dalla documentazione fotografica allegata all’articolo, “…è divenuta una discarica di rifiuti e dimostra un evidente degrado sia della citata piscina sia delle pertinenti attrezzature (pompe di aspirazione, tubature varie eccetera”. Per Cipriani, insomma, considerata l’innegabile utilità riabilitativa della piscina in questione, sarebbe appena il caso di chiedersi quali sono gli ostacoli che impediscono l’attivazione della stessa. Ma soprattutto quali siano stati gli impegni di spesa (per la realizzazione della struttura e per la formazione del personale addetto)  e quali siano quelli della corrente manutenzione e quelli futuri per la ristrutturazione degli ambienti così fatiscenti. <

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 25 Febbraio 2016

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