Cronaca

Asl Bari: da rifare la gara da 6 milioni di euro, e invece tutto tace….

Gare, appalti e aggiudicazioni nel mirino, sulle quali da un po’ di tempo s’era prima posata la lente d’ingrandimento dell’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici e poi l’Autorità Nazionale Anticorruzione. La stessa, tanto per capirci, che da un paio di anni teneva strette Azienda Sanitaria Locale di Bari e ditte collegate alla gestione e conservazione di documenti e cartelle cliniche. Un affare da far tremare i polsi delle vene, aggiudicata dalla Asl del Lungomare Starita un paio di anni or sono e ammontante alla bella cifra di circa sei milioni di euro e che adesso, dopo l’ultimo provvedimento adottato dall’Autority di vigilanza sui contratti pubblici, potrebbe costare assai caro agli amministratori della sanità locale. Specie ora che, come detto, l’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone ha con deliberazione n. 12 del 14 ottobre 2014 rimesso tutti gli atti per l’annullato della gara di cui sopra per l’archiviazione e conservazione dei documenti cartacei e cartelle cliniche dell’Asl della Provincia di Bari. Il problema è che dall’autunno scorso, nonostante il provvedimento ia stato notificato all’ente interessato, non si muove una foglia e la gara definita irregolare dagli ‘Sherlock Holmes’ dell’Anticorruzione, non è stata manco scalfita. Eppure in una decina di pagine, l’Autorità ha spiegato per filo e per segno i motivi e richiamato puntigliosamente le norme per cui la ‘procedura aperta per l’affidamento del servizio di archiviazione, custodia e gestione della documentazione amministrativa e sanitaria’ dell’Asl barese affidata al direttore generale Domenico Colasanto era da annullare per vari vizi formali e sostanziali. E quindi, nonostante l’affidamento risalente a dicembre 2012, alla RTI CNI SpA/Telecom SpA., prima o poi bisognerà pur riavvolgere tutto il nastro, rivedere tutti gli atti e ritenere tutto come se nulla fosse accaduto. Invece, come detto, da ottobre dell’anno scorso gli atti dell’Autorità diretta da Cantone sono ancora chiusi in armadi e cassetti, anche se i direttori generali si sono avvicendati e qualche dirigente nel frattempo se n’è andato in pensione. Bisogna ricordare che, oltre allo sgombro dei locali, nel bando finito sotto la lente degli specialisti ministeriali erano previste, senza dilungarsi troppo, altre attività quali riordino dell’archivio secondo l’ordine storico dei fascicoli all’interno di faldoni e relativa informatizzazione con inserimento in apposito “database” dei dati necessari per la ricerca archivistica, mediante sistema elettronico. Un lavoro veramente di grande spessore, dunque, per eliminare finalmente l’enorme ammasso di documentazione cartacea che s’aggiudico’, come detto, l’impresa CNI attraverso il criterio del “massimo ribasso”. Con un prezzo pero’, confrontato con quello offerto da tutte le altre concorrenti, assolutamente “fuori mercato” per non dire, come si leggeva nelle note di denuncia piovute prima negli uffici della Asl e poi sulle scrivanie dei magistrati del Tar Puglia e poi di Palazzo Spada, antieconomico per aver determinato “…una vera e propria alterazione dello stesso mercato”. Ma a dare il colpo di grazia alla gara della Asl barese è stata l’Autority anticorruzione, con il responso datato 28 ottobre scorso che bisognerà rendere operativo entro un mese – e quindi tra pochi giorni – che ha ritenuto l’aggiudicazione a CNI/TELECOM “…difforme dal bando e dalle norme di legge”, con particolare riferimento al locale messo a disposizione per l’espletamento del servizio che non poteva essere considerato nella “piena ed esclusiva disponibilità”. A presentare i primi esposti, bisogna ricordarlo, è stata la società ‘Prodeo’, tra le imprese partecipanti escluse in un primo momento, che aveva denunciato subito il mancato “uso di custodia e gestione di archivi”. In effetti la CNI spa- SERVIZI GLOBALI srl- e TELECOM ITALIA spa venne ammessa e con 40 punti si aggiudicò la gara, lasciando al secondo posto il raggruppamento della Pròdeo Spa, con 36 punti, ponendo un’altra lunga serie di interrogativi sui quali l’Autorità l’anno scorso ha sancito l’annullamento, ordinando i successivi adempimenti che, a questo punto, dovrebbero significare la revoca degli atti finora approvati (con relativi risarcimenti danni) e il rifacimento della gara per l’archiviazione e custodia dei documenti. La direzione amministrativa della Asl del capoluogo, insomma, doveva accertare meglio la sussistenza dei requisiti di ordine generale e speciale, come prescritto per legge, anche se finora l’associazione di imprese che s’è aggiudicata la gara da circa 6 milioni di euro per l’archiviazione e custodia dei documenti in possesso della azienda sanitaria più grande della Puglia (che doveva essere esclusa, come ha stabilito l’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici) continua tranquillamente la sua attività. Come se nulla fosse accaduto….

 Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 24 Marzo 2015

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