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Aspettando Di Sciascio, Decaro pensa a Pisicchio come suo vice

Il nuovo Consiglio comunale di Bari non è stato ancora ufficialmente insediato e la giunta Decaro subentrata a quella precedente è stata nominata poco più di un mese fa, ma il Primo cittadino barese (riconfermato il 26 maggio scorso con oltre il 66% dei consensi), nonostante la maggioranza bulgara conseguita dalle urne, già ha al suo orizzonte qualche “problema” interno alla coalizione, sintomatico del sistema di potere che si cela dietro la sua Amministrazione, ma soprattutto delle logiche e della  regia occulta sottostante, facendo così presumere una qualità della sua azione decisionale di gran lunga inferiore al consenso ottenuto. Il riferimento è al tuttora mancato insediamento del nuovo vice sindaco, indicato – come si ricorderà – lo scorso fine giugno da Decaro nella persona del rettore uscente del Politecnico barese, Eugenio Di Sciascio, che – stante alle dichiarazioni rilasciate sia dal riconfermato sindaco di Bari che dal designato – avrebbe dovuto essere nominato, e quindi accettare la carica, subito dopo l’elezione del successore al vertice del Politecnico e l’abbandono con qualche mese di anticipo del rettorato da parte di Di Sciascio, in scadenza il 30 Settembre prossimo. E ciò perché sarebbe stato necessario lasciare la carica di Rettore prima di insediarsi a vice di Decaro, per motivi di incompatibilità tra le due cariche, ossia quella di componente dell’esecutivo comunale e quella di Rettore, prevista nello statuto del Politecnico barese. Sta di fatto, però, che Di Sciascio finora non ha affatto lasciato in anticipo la guida del Politecnico per spostarsi nel Palazzo comunale di corso Vittorio Emanuele, dove ha sede anche l’Ufficio del vice di Decaro, né tanto meno quest’ultimo si è preoccupato di formalizzare l’annunciata designazione. Anzi, stante a recenti e finora non smentite indiscrezioni circolate già sulla stampa locale, Decaro avrebbe addirittura proposto al vice di Michele Emiliano del tempo in cui questo era sindaco di Bari, Alfonso Pisicchio, ora – come è noto – presente in Giunta regionale con delega all’Urbanistica, di entrare a far parte del suo nuovo esecutivo cittadino con l’incarico non soltanto di assessore, ma anche con delega da vice sindaco. Insomma, qualcosa forse già non quadra più tra il “dire” ed il “fare” del riconfermato sindaco di Bari. Infatti Di Sciascio, a distanza di oltre un mese dall’elezione del suo successore al Politecnico, è ancora lì a svolgere il mandato di Rettore, e la sua già annunciata nomina in pectore di vice sindaco di Bari, subito dopo l’uscita di scena al Politecnico, è già stata messa in forse prima ancora del suo insediamento a Palazzo di Città. Alla luce di tali indiscrezioni e considerazioni non sono certo pochi, tra i baresi, coloro che si stanno chiedendo: “Cosa c’è di vero in tutto ciò?” Al momento la risposta non può che essere (ancora) di assoluta incertezza. Però, non si può neppure escludere del tutto che Di Sciascio, contrariamente a quanto annunciato dal sindaco Decaro, non divenga suo vice neppure dopo il prossimo settembre, quando il suo mandato di Rettore del Politecnico sarà scaduto definitivamente e il neo eletto Francesco Cupertino si sarà insediato al suo posto anche formalmente. Infatti, sempre secondo indiscrezioni, l’annunciato ingresso nella Giunta barese del Rettore uscente del Politecnico avrebbe provocato qualche “pesante” mal di pancia all’interno del partito di maggioranza relativa a Palazzo di Città, il Pd, e in particolare del capogruppo consigliare uscente di tale partito, il riconfermato Marco Bronzini, al suo terzo ingresso nell’aula “Dalfino” come consigliere. Bronzi, anch’egli come Di Scaiascio docente al Politecnico barese, da consigliere riconfermato e capogruppo Dem uscente, considerate la sua buona affermazione elettorale (oltre 1400 preferenze) e l’esperienza politico-amministrativa accumulata nei due precedenti mandati da consigliere, si sarebbe aspettato dal sindaco Decaro un riconoscimento da assessore non soltanto come fatto personale, ma anche (e, forse, soprattutto) in virtù del mondo professionale di provenienza e di cui Bronzini è sicuramente anche espressione dal punto di vista elettorale. Vale a dire, il settore accademico barese e, più in particolare, quello del Politecnico. Invece, il sindaco Decaro proprio per rappresentare il settore “tecnico-universitario” ha preferito il rettore uscente Di Sciascio, per altro di alcuni lustri più giovane del collega Bronzini e senza alcun precedente che lo abbia visto misurassi elettoralmente in una competizione amministrativa a sostegno sia di Emiliano prima (2009) che dello stesso Decaro dopo (2014 e 2019). Requisito politico, questo, che può vantare, invece,  a pieno titolo il consigliere dem Bronzini. Quindi, l’annunciata nomina di Di Sciascio, per giunta a Vice sindaco, altro non rappresenterebbe che una pesante “offesa” politica, oltre che di delegittimazione (sempre politica!) all’interno dello stesso settore di provenienza professionale universitaria, per Bronzini che – stante sempre ad alcune indiscrezioni ed alla luce di quanto messe in atto da Decaro – sarebbe già pronto ad abbandonare il gruppo consigliare del Pd, e quindi la maggioranza, sin dall’insediamento della rinnovata Assemblea cittadina, per far parte di un costituendo gruppo Misto. Sarà vero? Vedremo. Di certo un “problema Bronzini” esiste nella maggioranza e, in particolare, nel Pd cittadino che, se non vorrà correre il rischio di perderlo, dovrà pur prendere atto di quanto pesante sia stato l’affondo di Decaro al suo capogruppo consigliare uscente e, conseguentemente, intervenire per farvi porre rimedio. Ma – a detta sempre di qualche bene informato – per Decaro esisterebbe anche un “problema Pisicchio” che – come è noto – da consigliere comunale uscente e leader della civica “Identità democratica” non è stato riconfermato nell’aula “Dalfino”, in quanto un altro uscente presente nella sua lista, Giuseppe Neviera, lo ha doppiato nelle preferenze, grazie – secondo i “si dice” – ad alcuni appoggi indiretti forniti da Decaro durante la campagna elettorale proprio a Neviera. Se tutto ciò fosse vero, ancor più certo sarebbe il fatto che a subire le conseguenze politiche dei presunti possibili errori di Decaro sarebbe il governatore della Puglia, Emiliano, alla sua prossima campagna elettorale. Ma Decaro per talune sue scelte, che potrebbero rivelarsi dannose per Emiliano, ha scelto davvero da solo o, nel condividerle, era forse in “buona compagnia”? Lo si capirà dalle “pezze” che dopo le ferie agostane lo stesso Decaro tenterà di apporvi. Emiliano, invece, qualora non dovesse ottenere gli effetti elettorali sperati, non dovrebbe poter fare altro che prendere atto del fatto che anche in politica “chi è causa del proprio male pianga se stesso”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 6 Agosto 2019

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