Si susseguono da un po’ di mesi a questa parte le ‘cabine di regia’ cioè gli incontri al tavolo dell’assessorato regionale al Personale di Via Celso Ulpiani tra rappresentanti sindacali e dell’amministrazione per dare risposte certe e, se non definitive, perlomeno esaustive su alcuni dei problemi più sentiti dai dipendenti della Regione Puglia; questioni che si trascinano da tempo, appunto, cominciando dalla stabilizzazione di centinaia e centinaia di precari per arrivare alle assunzioni dei sessanta impiegati di Categoria ‘C’ e alle graduatorie vecchie da sbloccare con i concorsi nuovi. Per dirla subito tutta gli argomenti da trattare sono di quelli spinosi, ma la mancanza di continuità nelle decisioni adottate al tavolo della concertazione può voler dire una e una cosa soltanto: e cioè che mancano le nelle stanze del Servizio Personale di via Celso Ulpiani in grado di proporre e soprattutto poi di applicare soluzioni credibili. E dopo le retrocessioni che hanno tormentato gli ultimi quindici anni di amministrazione, chissà quanti altri anni dovranno trascorrere alla regione Puglia, prima di trovare sbocchi alle questioni di cui sopra come a tante altre, dicono i soliti pessimisti. Ma sicuramente la carenza di concertazione ‘seria’ è da addebitare anche alla scarsità di rappresentanze sindacali che siano veramente tali. Vale a dire per davvero impegnate a favore dei dipendenti e non di interessi legati esclusivamente a carriere e ambizioni personali. Come, purtroppo, accade sempre più spesso nell’Ente gentile e di sinistra. Un’amministrazione dove la palestra per far gavetta e imparare a scalare i gradini della burocrazia non sono più gli anni duri dietro alla scrivania maneggiando pile di fascicoli e scartafacci, ma spesso le stanze più comode delle organizzazioni sindacali. Un bel giro di valzer. Intanto, in piena stagione estiva come sempre, è stata approvata la bozza del disegno di legge che contiene le proposte da sottoporre al vaglio dei sindacati e le osservazioni contenuta nella relazione di accompagnamento dell’assessore al Personale Caroli hanno scatenato le reazioni dei cosiddetti dipendenti storici. Quelli che, con altre leggi-sanatoria tipo la 285/77, sanno bene –trattandosi di personale assunto grazie a progetti speciali di diversa natura – come fanno i soliti eccellenti a sistemare dietro alle scrivanie degli enti pubblici parenti e amici. Nella relazione a un certo punto sembrano intravedersi allusioni a personale incapace, impreparato. <>, s’indigna una delle dipendenti storiche. Una di quelle che non ha fatto carriera, dice lei, perché non è mai andata prona nelle stanze che con5tano a via Capruzzi…e ci fermiamo qui. E in effetti nel cuore della relazione alla proposta di legge approvata ‘fuorisacco’ dalla Giunta e presto all’attenzione del Consiglio sulla nuova dotazione organica dell’Ente, l’assessore al personale non si fa scrupolo di precisare <<…come la gran parte della dotazione organica degli attuali dipendenti sia composta dal personale ex lege 285/77 o da altri dipendenti il cui reclutamento, comunque, non sempre è stato conseguenza di una attenta analisi dei fabbisogni, degli obiettivi da perseguire e degli assetti istituzionali nel tempo determinati dall’evoluzione e dai cambiamenti in tali ambiti. Di contro, le successive politiche di reclutamento e i relativi atti amministrativi attuativi conclusi positivamente da diversi anni, hanno avuto il merito di essere più mirate, circostanziate e motivate rispetto al fabbisogno, alle professionalità ed agli interventi cui si intendeva fare fronte>>. Il guaio è che l’assessore regionale pugliese al Personale Leo Caroli, cosciente o incosciente, sembra ripercorrere la stessa strada, senza valutare bene in prospettiva fabbisogni e obiettivi…
Francesco De Martino
Pubblicato il 6 Settembre 2014