Assegni di cura, Perrino (Dit): “La Regione gioca sulla pelle degli ammalati di Sla”
Devono attendere ancora le famiglie dei pazienti pugliesi aventi diritto all’assegno di cura. A denunciare i gravi ritardi della Regione Puglia nell’erogazione dell’assegno di cura mensile per gli ammalati di Sla ed altre gravi malattie invalidanti è il consigliere regionale Renato Perrini di Direzione Italia che, con una nota, ha ricordato il grido d’allarme lanciato a luglio scorso dal gruppo consiliare di opposizione di cui fa parte, ovvero che “La Regione Puglia gioca sulla pelle dei malati di Sla e dei malati gravi”, a cui – ha pure ricordato Perrini – il governo regionale rispose assicurando che subito dopo l’estate il problema sarebbe stato risolto e ad ottobre gli aventi diritto all’assegno di cura (una platea ampliata per l’inserimento di altre malattie invalidanti e gravissime) sarebbero stati soddisfatti, mentre per quelli che già avevano diritto nella stessa soluzione avrebbero visto corrisposti gli arretrati. Però, ha rilevato l’esponente di Dit, siamo già al 6 dicembre e la procedura è agli arbori. Infatti, ha poi rivelato Perrini, solo ora le Asl sono state convocate all’assessorato al Welfare, per cercare di districare una matassa sempre più complicata e che vede le famiglie degli ammalati gravi e non autosufficienti cimentarsi prima con domande on-line e ora con trafile lunghissime, perché le domande inviate on-line entro il 6 ottobre scorso, ora devono essere anche consegnate, con tutti i documenti necessari al riconoscimento dell’assegno, anche materialmente presso gli Uffici della Asl di competenza. Quindi, ha inoltre commentato il consigliere del gruppo “fittiano” dell’Aula consiliare di via Capruzzi, “oltre al danno di non percepire, per gli storici (ndr – percettori di questa provvidenza), l’assegno da 5 mesi, ora anche la beffa di ripresentare tutto e di dover attendere che si esaminino tutte le domande”, prima di poter percepire nuovamente l’assegno di cura a cui hanno diritto, sia pur in misura ridotta, poiché la platea dei richiedenti è aumentata, mentre i fondi a disposizione sono rimasti praticamente gli stessi, se non addirittura diminuiti. E ciò, ha rivelato ancora Perrini, lo si sapeva e per questo motivo era già stato annunciata la riduzione dell’importo dell’assegno, che non dovrebbe superare i 1000 Euro al mese. Però, ha anche rivelato il consigliere di Dit, “nessuno pensava che il numero di sarebbe triplicato fino ad arrivare a 9.000 domande (solo in provincia di Taranto oltre 1.300)”. E questo perché – ha affermato Perrini – il bando, lasciando aperte molte interpretazioni sui criteri, ha spinto molti anziani non autosufficienti, ma non ammalati gravi, a fare domanda di assegno di cura. Quindi, si chiede Perrini con evidente ironia, a conclusione della sua nota: “Cosa succede ora?” Infatti, dopo aver rilevato l’allungamento dei tempi, inauditi per chi era già stato ampiamente nel tempo riconosciuto titolare di assegno di cura, si domanda pure: “La cifra stanziata dalla Regione, di 12 milioni di Euro, basta per accontentare tutti?” Per cui, ha affermato il rappresentante regionale di Dit, che – da non dimenticare – è un medico, “le preoccupazioni del Comitato ‘12 Novembre’ (ndr – l’Associazione di familiari dei pazienti aventi diritto all’assegno di cura) sono le mie, per questo sono stato e sarò al loro fianco per sostenere le loro battaglie!” E tale preoccupazione ha indotto il consigliere tarantino di Dit a rivolgere un pubblico appello al governatore Michele Emiliano, affinché accolga la richiesta del predetto comitato ad essere presenti al tavolo convocato per quest’oggi (ossia giovedì 7 dicembre) presso gli Uffici dell’assessorato al Welfare della Regione Puglia. Richiesta che, sempre a detta di Perrini, fino al giorno prima non risultava ancora accolta. Ed il solledito “perché – ha sottolineato Perrini al termine della nota – la loro voce, non sia solo di protesta, ma possa essere anche di proposta!” E l’accoglimento di tale richiesta sarebbe anche un modo che – sempre secondo Perrini – dimostrerebbe che “la tanto famigerata Partecipazione”, sbandierata – come è noto – dal governatore pugliese in diverse occasioni, “non venga anche questa volta disattesa”. Ma se così non fosse, Emiliano confermerebbe una regola, che diversamente sarebbe smentita da un’eccezione. E, forse, neppure questo sarebbe una “novità” per un “nuovo modo” (si fa per dire!) di gestire la Regione da parte del governatore della Puglia.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 7 Dicembre 2017