Cronaca

Assessorati nel mirino: ancora al setaccio missioni, viaggi e finanziamenti a gogò

 

La guardia di Finanza ha visitato gli uffici della Regione Puglia un paio di anni fa, acquisendo e fotocopiando tutte le delibere di giunta regionale e le determine dirigenziali relative alle missioni all’estero del personale regionale della passata giunta guidata da Nichi Vendola. L’inchiesta che va avanti e potrebbe avere i primi sviluppi nelle prossime settimane, riguarda in particolare gli uffici di due assessorati: quello al Turismo e quello allo Sviluppo economico, entrambi ubicati nel medesimo edificio di via Sidney Sonnino, a Bari. La visita della guardia di finanza, ordinata dalla procura regionale della Corte dei Conti di via Giacomo Matteotti, ha avuto come oggetto le missioni eseguite all’estero dai dipendenti regionali (funzionari e dirigenti) nel triennio compreso tra il 2009 e il 2012, ma a quanto pare anche oltre. Nessun atto finora è stato sequestrato: i militari, tuttavia, nel corso delle loro ‘visite’ negli uffici regionali, hanno chiesto di fotocopiare il materiale inerente le missioni eseguite all’estero per conto della Regione Puglia. A volte si è trattato di delibera del governo regionale, a volte delle determinazioni dirigenziali. Non è un caso che i controlli si siano concentrati sugli uffici degli assessorati del Turismo e dello Sviluppo economico: si tratta dei due rami dell’amministrazione regionale che più frequentemente si avvalgono di iniziative sul territorio estero per promuovere l’«incoming» di turismo in Puglia (gli arrivi in territorio pugliese) o per incoraggiare l’acquisto di beni e materiali prodotti dalle aziende pugliesi. Si tratta (nella stragrande maggioranza dei casi) di missioni all’estero eseguite per la partecipazione a fiere o iniziative simili: in genere in Paesi dell’Unione europea, ma a volte anche in territori extra Ue. Nel mirino, come detto, gli uffici dell’assessorato al Turismo, ma analoghe iniziative sono state eseguite (in quell’assessorato e anche allo Sviluppo economico) anche nel settore agroalimentare della Regione, finita nel mirino della Corte dei conti. La sensazione, ai piani alti della Regione, è che l’attività di controllo sia conseguente ad alcune disposizioni emanate dal governo con il decreto legge sulla ‘spending review’, anche se parte degli accertamenti, nel frattempo, almeno quelli con presunta rilevanza penale, potrebbero essere stati trasmessi alla procura competente, ubicata in via H. Nazariantz. Ma c’è chi minimizza in regione, affermando che potrebbe trattarsi dei controlli a campione prescritta dalle norme, richieste dalla Corte dei conti e regolarmente eseguite dalla guardia di finanza. Insomma, potrebbe trattarsi di indagini a campione per l’accertamento eventuale di danno erariale. La seconda considerazione è che i controlli della guardia di Finanza sono frequenti negli uffici della Regione. E hanno a che fare, ovviamente, con l’ordinaria attività di controllo delle Fiamme gialle sulle amministrazioni pubbliche. Del resto dubbi e ombre sull’attività di burocrati e amministratori pugliesi non mancano: società costituite ’ad hoc’ per mettersi in saccoccia pingui finanziamenti, prima grazie ai bandi pubblicati da società interamente di proprietà regionale, poi la stessa cosa per non perdere altri cospicui finanziamenti destinati questa volta al sempre più oscuro e affarista pianeta dell’agricoltura, in Puglia. Alla Regione Puglia, insomma, accade questo e tanto altro sotto il naso delle Istituzioni, senza che nessuno muova un dito, nell’indifferenza di politici e amministratori, ma soprattutto di quegli organi che sarebbero preposti ai controlli e dopo alla repressione di troppe malversazioni, ancora da accertare. Come la strana coincidenza di 179 mila euro erogati dall’assessorato pugliese all’Agricoltura ad un’associazione casualmente nata lo stesso giorno della pubblicazione dell’avviso. Su questo sono fioccate le richieste di chiarimenti all’assessore al ramo Di Gioia. “Un settore strategico che ormai si stringe tra l’emergenza Xylella, affrontata con anni di ritardi, i pagamenti ai Consorzi di bonifica senza l’erogazione di servizi e l’Imu agricola imposta dal governo Renzi. A ciò si aggiunge, come è noto, la figura barbina che la Puglia ha fatto con l’Europa con il Psr, e chissà quando si potranno redigere i bandi per i fondi”. Il dado è tratto…

Francesco De Martino     

 

 


Pubblicato il 5 Settembre 2015

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