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Assessorato all’Agricoltura nel caos: sempre peggio il Piano di Sviluppo Rurale

L’assessore pugliese all’agricoltura convoca frettolose conferenze stampa per mettere le sue pezze a colori a un Piano di Sviluppo che fa acqua da tutte le parti e il consigliere che da tempo ha messo a nudo le pecche pronto al contrattacco. “L’assessore Di Gioia sostiene candidamente – attacca il capogruppo del Movimento 5Stelle Cristian Casili  – che le risorse a disposizione non siano sufficienti a coprire la mole di domande pervenute. Dovrebbe sapere che le domande sono state così numerose  perché i bandi sono stati tenuti aperti con continue proroghe a causa dell’inefficienza del sistema informatico, andato a regime ben nove mesi dopo la pubblicazione dei due bandi più importanti, ovvero primo insediamento e investimento alle aziende. Gli chiediamo: “Quanto è costata alla Regione Puglia l’inefficienza del sistema informatico EIP messo in piedi e gestito da Innovapuglia?” Sistema informatico, sia detto per inciso, che non consentirebbe la riservatezza dei dati e di cui non esiste alcuna certificazione, tanto che sono state operate continue modifiche anche dopo le garanzie da parte dell’assessorato di un sistema perfetto e funzionante. E bisogna anche dire che l’assessorato all’agricoltura della stessa Regione, dopo aver lavorato a ritmi serrati, oggi è nel “caos totale”, come chiosa lo stesso consigliere regionale. Diverse le domande che Casili da mesi rivolge al’assessore all’agricoltura. “Per le misure strutturali 4 e 6, ovvero quelle che interessano maggiormente le aziende agricole per quanto riguarda l’ammodernamento delle strutture, Di Gioia piuttosto che giustificarsi, avrebbe dovuto rispondere ad una domanda fondamentale: “Quando le misure strutturali potranno andare in istruttoria in maniera tale che le aziende possano iniziare a vedere qualche euro? Di questo passo è più che concreto il rischio per gli imprenditori di arrivare al 2019”. E non basta. Al 31/12/2018 il piano finanziario del PSR prevede la rendicontazione dell’n+3. Ciò significa che la spesa totale al 31/12 deve comprendere la somma delle ultime tre annualità. “Dal momento che l’autorità di gestione sa già a quanto ammonta tale spesa, la domanda è – incalza il vicepresidente della V Commissione Ambiente – “Possiamo saperlo anche noi?”. E inoltre, con le Misure attualmente attivate, si è in grado di coprire tale spesa? Ci chiediamo come faccia l’assessore ad escludere che ci possa essere un disimpegno senza fornire la somma delle ultime tre annualità. A questo si aggiunge il fatto che molti uffici agrari provinciali sono in difficoltà a causa della carenza di personale idoneo e preparato per affrontare l’istruttoria delle domande. La verità – conclude – è una: la Puglia nell’avanzamento della spesa è stata ampiamente superata dalla Regione Basilicata, mentre Calabria e Sicilia hanno già raggiunto il target dell’n+3 scongiurando il pericolo del disimpegno automatico”. Ecco perché a questo punto si renderebbe necessario, per salvare il salvabile effettuare magari un’attività che permetta di escludere tutti i progetti redatti con parametri non ordinari. E così determinare parametri di riferimento come quelli adottati da altre regioni. A questo, e non per ultimo, si aggiunge che i criteri di selezione adottati hanno penalizzato pesantemente alcune province rispetto ad altre, in particolare la Provincia di Lecce che sconta criticità strutturali e fitosanitarie più pesanti, rispetto ad altri territori e si ritroverà infine con un numero esiguo di investimenti che comprometteranno, ancora di più, l’agricoltura salentina giunta ormai al capezzale. Insomma, aumenta sempre di più l’esasperazione per la situazione riguardante questo benedetto PSR, quello targato 2014-2020. Gli appelli dei giovani che vorrebbero avviare un’attività agricola e degli imprenditori agricoli purtroppo sono caduti nel vuoto da mesi e mesi, nel più totale immobilismo in cui versa l’agricoltura pugliese con tante aziende costrette a chiudere per investire altrove. Tutto questo mentre negli uffici regionali del lungomare che seguono le pratiche agricole si respira aria di smobilitazione, con gli ultimi funzionari che aspettano la quiescenza, ma con le  meritate posizioni organizzative cucite addosso. E l’assessore al ramo, ancora più spaesato di prima, prima ammette che sono necessari aggiustamenti allo sgangherato sistema informatico, poi pare rimangiarsi tutto, provocando disagi che danneggiano agricoltori e imprese, già in ginocchio per i ritardi del precedente PSR 2007-2013, pari a circa 2 miliardi di euro, per i “rilevanti errori” annotati dagli ispettori dell’Unione Europea.

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 15 Marzo 2018

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