Cronaca

Assestamento di bilancio: ancora intatto lo scempio dei Consorzi di bonifica

Non passa inosservato alla Regione l'ennesimo tentativo di dare spazio a carrozzoni inutili, dannosi e costosi

Resistono i consorzi di bonifica a tutti gli attacchi della politica, quando si tratta di approvare i bilanci, alla Regione Puglia. “L’assestamento di bilancio contiene norme utili e perciò abbiamo dato voto favorevole, ma resta lo scempio dei Consorzi di bonifica, ancora una volta destinatari di un contributo di 4milioni di euro con le tasse dei cittadini, per coprire disavanzi clamorosi nel settore dell’acqua, ammontanti a quasi 15 milioni nel 2022, con relativo sperpero di quasi 5milioni di metri cubi d’acqua. Una questione che tocca la coscienza, che non può essere trascinata e che sarà oggetto della nostra più intensa battaglia per una riforma immediata e razionale, chiesta anche dal Commissario dei consorzi, a cui va dato atto di aver fatto tutto il possibile nell’ambito di ciò che è oggettivamente fattibile”, sbottano tutto d’un fiato il Consigliere e capogruppo di ‘Azione’ Ruggiero Mennea e il suo collega consigliere e commissario regionale Fabiano Amati. Infatti i numeri danno indicazioni diversissime rispetto a quelle di finanziare gli sperperi dei consorzi. Numeri, unificando i dati dei quattro Consorzi commissariati che fanno veramente gridare allo scandalo: per l’irrogazione il disavanzo 2022 ammonta a euro 5.897.197,85, mentre il disavanzo per gli acquedotti rurali ammonta a euro 9.098.244,17. Con riferimento ai consumi d’acqua: sono stati immessi in rete 6.948.844 di metri cubi, dei quali sono stati distribuiti agli utenti solo 1.610.784 di metri cubi, con uno spreco di 5.388.060 di metri cubi. “E con questi numeri non c’è bisogno di alcun commento, perché parlano da soli ed è irresponsabili non tenerli in considerazione”, la conclusione di Mennea e Amati che, dopo le guerre delle cartelle pazze, nei consorzi di bonifica appulo-lucani, speravano in risultati diversi, nell’aula regionale. E invece ancora poste di bilancio che finanziano degli enti che resistono a riforme su riforme, nulla a che vedere coi costi della bonifica, della manutenzione del territorio e della gestione dell’acqua, funzioni praticamente mai svolte o svolte fin troppo male pagate solo e soltanto dagli imprenditori agricoli. E senza alcun servizio in cambio. Ora i problemi tornano in primo piano alla Regione, tirando nuovamente in ballo la gestione traballante dei Consorzi di bonifica, cercando di chiamare ancora una volta in causa Ministro delle Politiche Agricole, Presidente della Regione e gli altri rappresentanti istituzionali. Nel calderone bollente quelle istanze di pagamento inviate dai consorzi agli agricoltori a fronte di servizi non erogati o comunque quasi inesistenti, mentre i disavanzi dei consorzi potrebbero essere ancora una volta coperti con fondi regionali.

Francesco De Martino


Pubblicato il 30 Novembre 2023

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