Cronaca

Assistenza domiciliare, penultima fermata: non perdiamo i fondi PNRR

L'appello di sindacati e parti sociali per arpionare i finanziamenti europei e soprattutto spenderli bene

In fondo basta un ‘clic’ sul sito della Regione Puglia/Salute per sapere che le cure domiciliari sono prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali integrate per le persone che hanno bisogno di continuità assistenziale. E che sono erogate in alternativa al ricovero ospedaliero, secondo un piano concordato tra il medico di medicina generale (responsabile del caso clinico) e il personale dell’ASL. Ma poi, come si tramuta tutto questo bel popò di parole in realtà, specie per chi ha moglie o figlio disabile-totale in carrozzina e ha bisogno di tutto: dalle medicine, ai pannoloni fino alle protesi ed è costretto a girovagare negli ambulatori e farmacie delle Asl scontrandosi spesso con dirigenti introvabili. Oppure, ancora peggio, ottusi e insensibili? Fin troppo facile pavoneggiarsi con “…interventi al domicilio dell’assistito da parte di figure professionali nell’ambito del Distretto socio-sanitario”, se poi tutto diventa una vera “montagna da scalare senza la speranza di arrivare in cima”, come ha confidato quasi piangendo il marito d’una disabile al cento per cento che abita a Palese/Santo Spirito e non può muovere manco le braccia, poveretta. Eppure, le aziende sanitarie pugliesi dovrebbero assicurare assistenza domiciliare programmata (ADP) per “…consentire alla persona che non può muoversi di ricevere il medico a casa periodicamente: ogni settimana, ogni 15 giorni o ogni mese”. Possono richiederla i pazienti non deambulanti, impossibilitati a raggiungere l’ambulatorio con mezzi comuni o con gravi limitazioni funzionali negli spostamenti: insufficienze cardiache o respiratorie, arteriopatia obliterante degli arti inferiori, eccetera eccetera>>. Ma Gianni Forte, segretario pugliese Cgil/Spi, punta il mirino sulla necessità di non perdere i fondi, a disposizione del complicato settore assistenza domiciliare. “”Si fa un gran parlare della incapacità della pubblica amministrazione di rispettare i tempi che l’Europa impone per l’utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel nostro caso degli investimenti per rafforzare la rete infrastrutturale, ma anche per migliorare la vita delle persone. Basti pensare ai 2,7 miliardi stanziati per incrementare l’assistenza domiciliare agli anziani””. Ebbene, alla Puglia sono stati assegnati ben 33 milioni e 459.360 euro con quote annuali di 7.907.457 fino al 2026: sarà capace la nostra Regione di spendere queste risorse, raggiungendo gli obiettivi assegnati? Si tratta di passare dal 3% di anziani ultra 65enni assistiti al 10 % previsto dal PNRR, concretizzando al meglio ciò che le Asl promettono a parole sui loro siti funzionali e luccicanti. “”Il decreto sull’assegnazione delle risorse alle Regioni -incalza Forte – prevede per il 2023 l’erogazione del 50% delle risorse previste per lo stesso anno e così di seguito fino al 2026. In altri termini la Puglia per rispettare la tabella di marcia e poter ottenere i finanziamenti deve essere in grado di garantire l’assistenza domiciliare a 20.914 ultra 65enni in più rispetto alla platea del 2022. Un obiettivo assai impegnativo, ma che la Puglia non può permettersi il lusso di sottovalutare, a fronte d’una domanda di cure crescente e che mette in difficoltà non solo gli anziani, ma anche le loro famiglie. Sarebbe un ulteriore schiaffo alla popolazione anziana, già alle prese con la disastrosa situazione delle liste di attesa, che costringe addirittura alla rinuncia alle cure””. Dunque, bisogna muoversi per tempo, dosando bene le forze nelle stanze dei bottoni della sanità e della burocrazia regionale, per non perdere quest’ultimo treno a beneficio di disabili e bisognosi della Puglia. Per il segretario Cgil/Spi l’assistenza domiciliare rappresenta un “”tassello fin troppo importante””, all’interno delle politiche per la non autosufficienza, ma anche il modo per rafforzare la medicina territoriale, le cui carenze hanno influito in modo determinante sulla gestione della pandemia. E proprio in questi giorni, quando si parla di tagli alla spesa per fronteggiare il buco di bilancio nella spesa sanitaria e mancando le risorse, sarebbe veramente paradossale farsele passare sotto il naso e perderle, quando ci sono.

Francesco De Martino


Pubblicato il 20 Aprile 2023

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