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Assunti dall’Amiu 8 dei 13 lavoratori licenziati illegittimamente

Otto dei 13 lavoratori che un anno fa avevano avuto ragione dal Giudice del lavoro, Pietro Mastrorilli, nella vertenza contro l’Amiu spa, l’Azienda d’igiene urbana del Comune di Bari, da oggi sono inseriti a tempo indeterminato nell’organico della società comunale di cui è presidente l’avvocato barese Gianfranco Grandaliano. Come si ricorderà, i 13 lavoratori che hanno fatto causa all’Azienda, in passato tra il 2000 ed il 2003, avevano reiteratamente prestato servizio, come lavoratori interinali, per coprire ruoli impiegatizi vacanti nell’organico della ex municipalizzata. Poi, nel 2004, con il rinnovo dei vertici aziendali da parte del neo sindaco Michele Emiliano e la nomina a presidente dell’Amiu dell’ex segretario provinciale della Cgil barese, il sindacalista Giuseppe Savino, il nuovo cda decise di coprire i posti disponibili effettuando assunzioni ex novo, invece di stabilizzare i lavoratori precedentemente utilizzati in via temporanea, che già avevano contestato all’Azienda l’illegittimo licenziamento. Ne scaturì un contenzioso giudiziale durato circa sei anni e terminato nel maggio 2011 quando, alla fine del primo grado di giudizio, il Tribunale ha emesso una sentenza di condanna, che impone all’Amiu di reintegrare a tempo indeterminato i lavoratori licenziati illegittimamente, oltre a risarcirli con un indennizzo forfettario simbolico di quattro mensilità. Sta di fatto che, pur essendo la sentenza provvisoriamente esecutiva, l’Azienda per quasi un anno non ha ottemperato all’ordine del giudice e nel fra tempo aveva presentato appello contro la decisione di primo grado, chiedendo la sospensiva dell’esecutività, in via cautelare. Però, circa un mese fa, prima che il Tribunale si pronunciasse sull’istanza di sospensiva, otto dei 13 lavoratori hanno sottoscritto una transazione con l’Azienda, che ha così finalmente deciso di integrarli nel posto di lavoro e, quindi, di assumerli a tempo indeterminato, anche se con un contratto part-time, che sarà convertito a tempo pieno quando si concretizzeranno le condizioni interne all’Azienda per il passaggio al full-time. Una transazione che pone definitivamente fine al contenzioso tra l’Azienda ed otto lavoratori che, pur avendo in parte rinunciato a quanto riconosciutogli dal Giudice di primo grado, da oggi hanno messo al sicuro il diritto a mantenere il posto di lavoro all’Amiu. Quest’ultima, infatti, con l’assunzione in via transattiva di questi 8 lavoratori che, pur di rientrare immediatamente in servizio, hanno accettato tutte le condizioni dettate dai vertici dell’Amiu, eviterà tutti i rischi connessi ad un’eventuale soccombenza nel giudizio di secondo grado. Rischi che in definitiva si tramutano in costi notevoli per le casse aziendali, come è già avvenuto con la sentenza di primo grado. Ma se per otto lavoratori, che hanno firmato la transazione, la vicenda è ormai chiusa, invece per altri cinque ex dipendenti, che non hanno accettato l’ipotesi transattiva dell’Amiu, il contenzioso resterà in piedi fino a novembre del 2013, quando i giudici d’Appello decideranno nel merito sul ricorso presentato dall’Azienda contro la decisione del giudice Mastrorilli. La questione però, dopo la decisione dei giudici d’Appello – resa nota ieri – di rigettare la richiesta di sospensiva dell’Amiu, sembra complicarsi per i vertici della ex municipalizzata, poiché i 5 lavoratori non ancora assunti ora potrebbero continuare nell’azione esecutiva, insistendo non solo per l’immediata assunzione a tempo pieno, ma chiedendo pure il pagamento degli arretrati di stipendio a decorrere dalla data della sentenza di primo grado, oltre che delle quattro mensilità già riconosciute in sentenza. Un danno per l’Amiu che, se non dovesse assumerli immediatamente, si accrescerebbe ancor di più visto che deve comunque pagare gli stipendi anche nel caso di non inserimento in organico. Ma evidentemente per chi amministra la partecipata del Comune barese non è un grosso problema, visto che alla fine chi paga è sempre e comunque “Pantalone”. Ed il Comune di Bari, infatti, sta già provvedendo ad aumentare nuovamente le tariffe della Tarsu, la tassa che i baresi pagano per il servizio d’igiene, che appena due anni fa avevano subito un altro aumento.
Giuseppe Palella


Pubblicato il 1 Giugno 2012

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