Cronaca

Assunzioni solo per chi ha lavorato almeno sette anni alla Regione, gli altri a casa….

E’ lite nei partiti di Opposizione alla Regione Puglia, in particolare tra gli uomini di Forza Italia. “Le dichiarazioni dell’on. Rocco Palese sulle stabilizzazioni rientrano nel suo stile ‘double face’: pensa una cosa e ne fa un’altra. E quando Losappio, commentando, dice di sentire la mancanza di Palese in Consiglio regionale, mi viene da pensare che senta la mancanza ‘dell’inciucio’ da cui non posso che prendere nettamente le distanze perché le idee non sono in vendita”.

Lo dichiara senza peli sulla lingua il consigliere regionale di Forza Italia, Aldo Aloisi. “Il processo di stabilizzazione organizzato dalla sinistra –aggiunge- uccide il merito, mortifica i talenti e fa emergere solo l’appartenenza. Noi segnaleremo alla Corte dei Conti eventuali processi per aggirare i vincoli che la normativa nazionale ha posto. Dal nostro punto di vista, solo i precari che hanno maturato i sette anni di lavoro, e sono pochissimi, possono e devono essere stabilizzati. Gli altri tutti a casa, senza proroga, perché non è possibile che solo chi ha trovato un amico possa accedere ad opportunità di lavoro. Invito Palese –conclude- a preoccuparsi dei problemi seri della Puglia e non di essere corresponsabile di illegittimità che il centrosinistra ha realizzato”. In effetti sulle stabilizzazioni, solo pochissimi giorni fa, è arrivato addirittura lo stop del governo ai procedimenti attivati perfino per legge regionale, in Puglia. Una sonora bocciatura sulla via delle stabilizzazioni per i dipendenti regionali che, anche per quelli che ormai lavorano con il rinnovo dei contratti da quasi dieci anni nell’ente governato da Nichi Vendola, si sono arenate dinanzi al primo scoglio ministeriale, a Roma. È stato il Consiglio dei ministri che ha stoppato le speranze dei precari regionali pugliesi alla Regione Puglia, deliberando l’impugnativa per la legge numero 47, quella, appunto, approvata nella seduta dell’11 novembre dello scorso anno in mezzo agli applausi dei precari assiepati tra il pubblico, finita in rissa tra consiglieri di maggioranza e opposizione. La legge puntava, con il nuovo appoggio di Rocco Palese che ha richiamato l’approvazione di altri emendamenti alla legge di stabilità, alla stabilizzazione di ben trecentosettantanove dipendenti regionali con almeno trentasei mesi di lavoro nell’ultimo quinquennio e estendeva i principi di stabilizzazione al numero sterminato di agenzie partecipate di diritto pubblico. Quelle agenzie che, come Arif, Apulia Film Commission, Ex Tecnopolis, Pugliapromozione, Arem e Ares (ma ne dimentichiamo parecchie altre….) hanno riempito i loro ranghi di un elenco infinito di raccomandati allevati nelle cosiddette fabbriche di Nichi, ma anche figli e parenti di sindacalisti e dirigenti regionali pugliesi. Insomma, il Consiglio dei ministri ha bloccato tutto perché, come si legge nella corrispondenza planata nelle stanze del Consiglio Regionale Pugliese e negli uffici dio Presidenza al Lungomare, «alcune disposizioni contrastano con i principi stabiliti dalla legislazione statale». Ma per l’assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, questa decisione che potrebbe rompere parecchio le uova nel paniere dei sogni e promesse pre-elettorali di Vendola, Losappio e compagni, cambia poco o nulla: «Le stabilizzazioni in tutta Italia sono già state bloccate per i prossimi 2 anni dalla legge di Stabilità del Governo – ha spiegato Caroli – proseguiremo rinnovando i contratti a tempo determinato ai dipendenti. Andiamo avanti come ho già detto in passato per la nostra strada e attendiamo il dispositivo della legge per capire quale articolo o comma è stato impugnato. Siamo comunque tranquilli». Tra i primi a reagire nei ranghi dei partiti di Opposizione l’altro consigliere di Fi Friolo.

“Lo stop, fin troppo prevedibile e inequivocabile, imposto dal Consiglio dei Ministri alla Legge farsa che pretendeva di stabilizzare in massa la vasta platea di precari in forza all’amministrazione regionale, con annesso personale delle agenzie e società partecipate, è la conferma, altrettanto prevedibile e inequivocabile, della bontà della battaglia sostenuta da Forza Italia contro un’operazione dal sapore chiaramente strumentale ed elettorale, che non poteva avere alcun supporto nella legislazione statale vigente. Un’operazione condotta non in difesa delle prerogative e delle aspettative di persone e famiglie, ma sapendo di rischiare di alimentare false speranze e illusioni destinate a rivelarsi cocenti delusioni, perché non è possibile, per un’amministrazione pubblica, aggirare ed eludere le leggi vigenti”.

 

Antonio De Luigi

 

 

 

 


Pubblicato il 31 Gennaio 2015

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