Cronaca

“Assurdo trasformare il parco marino in un pozzo petrolifero,lo capisce chiunque”

La polemica per le ricerche petrolifere nell’ Adriatico del neo governatore pugliese, Michele Emiliano, con il governo nazionale non s’arresta neppure dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato ammissibile il referendum su uno dei sei quesiti richiesti lo scorso settembre da ben 10 Regioni, tra cui la Puglia. Infatti, il presidente della Regione Puglia, intervenendo ieri sull’argomento a Tgcom 24, ha dichiarato: “lo Sblocca Italia consente al governo di fare quello che vuole senza chiedere il permesso a nessuno”. E, sulla concessione alla ricerca di idrocarburi al largo delle Tremiti, Emiliano ha rincarato la dose: “Ha commesso (ndr – il governo Renzi) un errore sul quale mi auguro rimedierà al più presto. Perché é talmente assurdo trasformare il parco marino delle Tremiti in un pozzo petrolifero che lo capisce chiunque”. “Non è necessario – ha esclamato il neo governatore – essere pugliesi per capirlo!” . Ma l’affondo più forte contro il premier del suo stesso partito, Matteo Renzi (Pd), il governatore pugliese lo ha sferrato sicuramente quando nell’intervento a Tgcom 24 ha aggiunto: “Non sarebbe accaduto l’errore delle Tremiti se la Puglia avesse potuto interloquire col governo”. “Il punto – per Emiliano infatti – è stabilire se queste operazioni di ricerca petrolifera siano davvero indispensabili”. E per far ciò il presidente della Puglia ritiene che “bisogna farlo mettendo al lavoro i tecnici del ministero e quelli delle regioni”. “Lo sblocca Italia, la norma impugnata nel referendum – ha precisato inoltre Emiliano – impedisce alle Regioni di interloquire sulle varie questioni relative alle ricerche di idrocarburi”. E, dopo questa critica al governo nazionale, il governatore pugliese è passato ad affrontare la questione del referendum “No triv” più da esponente del Pd che da presidente della Regione. Infatti, sempre nell’intervista rilasciata al Tgcom 24, Emiliano ha poi detto che il referendum anti-trivelle su cui ha dato ieri parere positivo la Consulta, è una occasione per fare “riappassionare” le persone alla “politica: se come Pd e governo daremo l’impressione che il parere delle persone ci interessa” perché – ha proseguito Emiliano –  “vogliamo spiegare loro anche le questioni tecniche più difficili, che vogliamo conoscere il loro punto di vista, penso che non solo la gente andrà a votare per il referendum e sarà informata, ma si riappassionerà alla politica”. Emiliano ha pure precisato che “allargare il consenso popolare non tanto al proprio partito, quanto all’idea stessa della politica, dovrebbe essere il dovere di ciascuno di noi”. Invece, ha concluso il governatore pugliese, “la metà degli italiani non va più a votare perché a Roma si prendono decisioni dando l’impressione che sia inutile impegnarsi, far parte di un’associazione, e che sia una perdita di tempo ragionare del futuro della propria città, del mare di fronte a casa nostra”. Poi, commentando l’intera situazione creatasi sulla questione, Emiliano ha affermato: “Ringraziando il cielo, e soprattutto i consigli regionali, questa trivellazione clandestina (ovviamente e’ un eufemismo) non sarà possibile” e si è augurato che “il referendum, che ha valore istituzionale e non partitico, veda una amplissima partecipazione e un dibattito che metta ordine a una materia in cui, diciamo la verità, tutti volevano andare lì a trivellare in silenzio, senza che nessuno se ne accorgesse”. E, sempre a proposito parlando del referendum “anti trivelle”, Emiliano ha sottolineato che “ora bisognerà” che ciascuno spieghi le proprie ragioni, sia coloro che volevano farle sia coloro che le volevano impedire”. E questo – per il governatore pugliese – sarà un passo avanti decisivo. “Sulla base del voto referendario – ha concluso Emiliano al Tgcom 24 – riformiamo completamente la materia e cerchiamo di fare un piano energetico nazionale che sia condiviso tra Regioni e governo centrale”. Da non dimenticare che il referendum ammesso martedì scorso dalla Consulta riguarda il solo quesito relativo alla durata delle concessioni alle esplorazioni ed allo sfruttamento petrolifero degli eventuali giacimenti in mare a più di dodici miglia dalla costa. Un referendum che, qualora passasse con la vittoria del “SI”, ha valore abrogativo della norma stabilita dal governo per la durata della concessione, che è praticamente illimitata , essendo legata ad una serie di proroghe che tengono conto della sfruttabilità dell’eventuale giacimento. E, trattandosi di referendum abrogativo, come è noto, per essere valido, secondo il dettato costituzionale, necessita che i partecipanti al voto siano almeno la metà più uno degli aventi diritto. Quindi, il governatore pugliese sa bene che una eventuale vittoria del “SI” al referendum od anche una partecipazione di elettori al di sotto della soglia, ma comunque elevata, sarebbe uno smacco pesante per il governo in generale, e soprattutto per il presidente del Consiglio, che a quel punto sarebbe costretto a tirare le somme ed a fare i conti con le Regioni su questo tema. Politicamente, invece, il clima si farebbe parecchio pesante all’interno del Pd, dove Emiliano potrebbe già cominciare a riscaldare i muscoli per la sfida a Renzi all’interno del partito, perché in quel caso lui sarebbe sicuramente il primo a dover prendere posto al nastro di partenza per la segreteria nazionale. E ciò, forse, è proprio quello che vuole Emiliano.      

 

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 21 Gennaio 2016

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