Cronaca

Attilio Guarini: “Maggiori possibilità di guarire o convivere con un tumore del sangue”

Da ieri e sino a sabato 18 novembre, Bari è Capitale dell'ematologia

Da ieri e sino a domani sabato 18 Novembre, Bari è Capitale dell’ematologia. Si tiene infatti presso l’hotel Villa Romanazzi Carducci Mercure la Riunione Nazionale Fil (Fondazione Italiana Linfomi) alla presenza dei migliori ematologi italiani ed esperti nel campo linfomi. I lavori hanno il patrocinio di Irccs oncologico di Bari, Uniba e Regione Puglia e vi parteciperanno oltre 300 luminari. Il senso dell’ importante e prestigiosa assise medica è stato presentato ieri nel corso di una conferenza stampa dal professor Andres JM Ferreri, Presidente della Fondazione Italiana Linfomi e dal dottor Attilio Guarini, luminare e studioso di fama nazionale, Direttore Uoc Ematologia Cellulare Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari e membro del Comitatro Direttivo della Fondazione Italiana Linfomi Ets. A margine, abbiamo intervistato il dottor Attilio Guarini (in foto)

Professor Guarini, quante persone in Italia oggi vivono o meglio convivono con un tumore del sangue, cioè il linfoma?

“Sono circa 500 mila le persone che convivono o sopravvivono come ha detto lei con un tumore del sangue e sono circa 30 mila le nuove diagnosi attuali. La buona notizia, perchè dobbiamo anche darne, è che però grazie alla ricerca i pazienti oggi hanno maggiori possibilità di guarire o almeno di convivere con questa malattia, sia che si tratti di leucemia, sia che si tratti di linfoma e lo vedremo in queste giornate baresi molto intense”.

Ci parli dell’assise barese…

“Arrivano a Bari 300 esperti da tutta Italia per confrontarsi sull’ attività di ricerca in questa patologia, finalizzata e mi riferisco alla ricerca ovviamente, ad aumentare le capacità terapeutiche e le possibilità di sopravvivenza del malato. Fino a qualche anno addietro avevamo davvero pochi e scarsi farmaci a nostra disposizione, adesso il quadro è cambiato in meglio”.

Ovvero?

“Attualmente, rispetto ai precedenti che comunque ci avevano dato dei discreti risultati, ve ne sono di nuovi che danno maggiori capacità di cura ed anche di guarigione. Perchè la buona notizia è che dal linfoma è possibile guarire. Per accrescere le percentuali di riuscita, però, è fondamentale lo studio della biologia di queste malattie”.

Che cosa fa la Fondazione Italiana Linfomi?

“Coinvolge 145 centri di ematologia nazionale e coordina proprio la ricerca nel campo dei linfomi, i più comuni tra i tumori del sangue. Ad oggi conduce oltre il 90 per cento degli studi nel campo dei linfomi in Italia. Tale patologia rappresenta statisticamente e per frequenza il sesto tumore in Italia e grazie alla stretta collaborazione a livello nazionale vengono messi a punto e condotti studi innovativi che reclutano ogni anno 1.000 in ematologia dell’Oncologico di Bari. Sono studi sul microambiente in diversi trial clinici nazionali per cui vengono inviati i reperti biologici da tutti i centri italiani e sulla prevenzione della fertilità con il congelamento del tessuto ovarico per le giovani donne da avviare alla chemioterapia.

Lei è particolarmente soddisfatto, perchè?

“Lo sono perchè con le attività di ricerca e quelle cliniche sono riuscito a far rientrare medici e biologi dal nord e dall’ estero. Nella mia squadra ci sono giovani pugliesi rientrati da Torino, Milano, Padova, Perugia, ma anche Barcellona, e dalla Cina e Boston”.

Che segnale lancia l’assise di Bari?

“Oltre all’ importante livello scientifico, avremo varie commissioni tematiche e ricordo che il nostro lavoro è multidisciplinare perchè per studiare e curare i tipi di linfoma abbiamo bisogno del cardiologo, dell’ anatomo patologo, del radiologo. Sono molto felice che questo convegno si tenga a Bari e al sud in genere ed è un riconoscimento al mio gruppo di lavoro ed un invito a fare squadra, a coinvolgere tutti nell’ opera di aggiornamento e ricerca”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 17 Novembre 2023

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