Cultura e Spettacoli

Auguri sì, banalità no

Si appressa la fatidica mezzanotte e il sistema delle comunicazioni va inondandosi di scambi augurali. Passata l’epoca di penna e cartoline, è il momento delle parole digitate su una tastiera. Soluzione algida quanto si vuole, ma rapida, oltre che economica. I pigri ottimizzano questi vantaggi preparando un messaggio standard che poi con lo sforzo di un solo click inoltrano a centinaia di destinatari. Chi non vuol essere piatto si sforza di fare il contrario. Ce ne vuole però di fantasia. In soccorso viene la Rete. Un altro click e si possono scaricare migliaia di ‘modelli’ augurali. E’ però, questa, la fiera dei luoghi comuni, delle banalità assortite, dei sentimenti tirati per i capelli, persino delle ruffianate. Meglio affidarsi alla parola degli uomini non comuni, per esempio gli artisti, i filosofi. Senza mettersi a rovistare fra gli auguri di buon anno firmati da Borges, Montale o Marcuse, perché non curiosare fra le considerazioni dei giganti della letteratura e del pensiero a proposito dello scorrere del tempo? Dopotutto, augurare buon anno è, fra le righe, riflessione sullo sfuggire del presente, sul senso schiacciante della Storia e sull’imprevedibilità del domani. Cominciamo con Hermann Hesse la cui considerazione sembra tagliata su misura per il nevrotico uomo del terzo millennio : “L’eccessivo valore che diamo ai minuti, la fretta che sta alla base del nostro vivere è senza dubbio il peggior nemico del piacere”. Ancora un invito a non ‘consumare’ il tempo viene da Goethe :”Poiché il tempo non è una persona che potremo raggiungere sulla strada quando se ne sarà andata, onoriamolo con letizia e allegrezza di spirito quando ci passa accanto”. Ce n’è per tutti, anche per i pessimisti : “Tutti gli anni sono stupidi. E’ una volta passati che diventano interessanti” (Cesare Pavese). Vogliamo ascoltare una voce divertente? Charles Schulz, il grande fumettista dalla cui penna uscirono i Peanuts, non si rassegnava : “Non può essere già un anno nuovo. Io non ho ancora finito l’anno scorso…”. Sulla stessa linea umoristica troviamo il solito, arguto Mark Twain, il quale si stupisce del fatto che “tutti parlano male del tempo ma nessuno fa niente per cambiarlo”. Ancora un po’ di brio, venato da una sottile amarezza : “La gioventù è quando è permesso di restare alzati fino a tardi la vigilia di Capodanno. La mezza età è quando si è costretti” (Bill Vaughan). Lo stesso giornalista statunitense, celebre per i suoi aforismi, aggiunge : “Un ottimista sta in piedi fino a mezzanotte per vedere l’anno nuovo. Un pessimista sta in piedi fino a mezzanotte per essere sicuro che l’anno vecchio sia passato”. Chiudiamo con una pillola di saggezza a firma di Benjamin Franklin : “Sii sempre in guerra con i tuoi vizi, in pace coi tuoi vicini e lascia che ogni anno nuovo ti trovi un uomo migliore”.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 31 Dicembre 2016

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