Augustin Hadelich: tutte le sfumature dell’amore per il violino
Stasera il recital del celebre violinista con musiche di Bach, Perkinson e Ysaÿe

Questa sera alle 20.30, per la gioia degli amanti del violino, in programma al Petruzzelli il recital del violinista Augustin Hadelich, noto in tutto il mondo per la squisita padronanza di una tecnica fenomenale, e per aver dato innumerevoli prove di interpretazioni emotivamente coinvolgenti e suggestive. Il concerto prevede l’esecuzione della partita n.3 in mi maggiore di Johann Sebastian Bach, di Coleridge-Taylor Perkinson da Blues Forms: I Plain Blue/s, II Just Blue/s, III Jettin’ Blue/s, la Sonata n. 3, in re minore “Ballade” di Eugène Ysaÿe, denominato «lo zar del violino» e la Partita n. 2, in re minore, per violino solo di Johann Sebastian Bach. La Partita in mi maggiore, insieme ad altre due Partite e a tre Sonate per violino solo, fu composta a Cöthen, verso il 1720, in un periodo di sicuro molto fecondo per Bach, almeno per quanto riguarda la musica strumentale. Questi brani ci sono giunti attraverso un manoscritto originale ritrovato dal collezionista di autografi bachiani Georg Pölchau. Sappiamo che l’ottica di Bach, in quanto violinista, oltre che organista, cembalista e cantore, era innanzitutto strumentale, e che questo lo condizionò fortemente. Il suo primo incarico a Weimar, nel 1703, fu quello di violinista di corte, e malgrado la versatilità delle sue attitudini suonò il violino fino alla vecchiaia. E l’influsso di questa determinante esperienza è perfettamente evidente nel respiro e nello slancio emotivo imprevedibile delle sue melodie. Il grande maestro conosceva a fondo la tecnica e le risorse del violino, al punto da saperne ricavare inauditi effetti polifonici e armonici. Le caratteristiche della sua musica, quindi, trascendono un’importante tradizione tedesca già consolidatasi all’epoca, nella predilezione per la tecnica accordale, le doppie corde e la polifonia, e nella produzione di opere per violino solo. Non si tratta soltanto di musica di intrattenimento: Bach è in grado di creare e di rinnovarsi straordinariamente in ogni esecuzione. Il suo ordito contrappuntistico si fa quasi sfida allo strumento melodico, divenendo una specie di provocazione nei confronti della moda del tempo, incline ad una semplificazione formale quasi stucchevole. Coleridge-Taylor Perkinson ha composto opere classiche, ma ha anche lavorato come pianista jazz scrivendo colonne sonore per film e arrangiamenti pop per artisti come Marvin Gaye e Harry Belafonte. La sua musica da concerto si lega, a nostro avviso, felicemente idealisticamente a quella di Bach, poiché fonde il contrappunto barocco e l’espressione del repertorio romantico con elementi di blues, jazz e spiritual, realizzando una musica che stupisce per la sua straordinaria contemporaneità. Blue/s Forms (1972) per violino solo è dedicato a Sanford Allen, il primo violinista afroamericano a suonare nella New York Philharmonic. Il brano prende spunto dai capolavori per violino solo di Bach e Paganini, divampando in progressistiche pennellate di blues. Il violinista belga Eugène Ysaÿe era molto noto per la sua originalità. Nel mondo della musica molti erano i musicisti suoi estimatori. Carl Flesch, per esempio, lo definì «il più eminente e caratteristico violino mai ascoltato». Ysaÿe era capace di produrre suoni autentici e poderosi, influenzati da un vibrato variato e praticamente continuo. Sebbene usasse, come molti suoi contemporanei, il portamento più del dovuto, lo utilizzava con discrezione e buon gusto e mai come in maniera artificiosa.La caratteristica più distintiva delle interpretazioni di Ysaÿe è stato il suo rubato. Alcuni dei suoi capolavori sono stati scoperti in tempi recenti.
Rossella Cea
Pubblicato il 21 Maggio 2025