Cronaca

Aumentano i Comuni pugliesi a rischio idrogeologico

 

Sono ben 277 i Comuni pugliesi a rischio idrogeologico. E’ quanto emerso dal rapporto “Ecosistema rischio 2013”, redatto da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile. Giunto alla sua decima edizione, il rapporto non offre un quadro incoraggiante per la nostra regione. Basti pensare che fino all’anno scorso, i Comuni pugliesi a rischio erano solo 48, dall’ultimo rapporto invece, emerge un numero nettamente superiore: 277, nel 67% dei casi sono presenti abitazioni in aree a rischio idrogeologico, nel 36% dei casi invece si tratta di interi quartieri, nel 47% di fabbricati industriali e nel 22% di strutture commerciali e ricettive. Legambiente Puglia ha inviato a tutti i Comuni pugliesi un questionario “Ecosistema rischio”, al fine di monitorare quelle che sono le azioni di intervento per ridurre il rischio di frane e alluvioni, ma solo 43 amministrazioni hanno risposto al questionario, ovvero solo il 22% dei Comuni effettivamente a rischio della regione. L’indagine condotta da Legambiente e dalla Protezione Civile mira a valorizzare l’esperienza dei Comuni più attivi, ma vuole soprattutto stimolare le amministrazioni locali ancora in ritardo. I rischi maggiori sono soprattutto legati all’abnorme consumo di suolo, come confermato dalle parole di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia: “I Comuni per poter ridurre il rischio idrogeologico dovrebbero agire su due fronti: da una parte rendere necessaria una corretta pianificazione urbanistica e dall’altra migliorare il sistema di protezione civile sul territorio locale, al fine di garantire interventi tempestivi, laddove c’è emergenza”. Inoltre, appare evidente la necessità di aggiornare costantemente il Piano di emergenza, svolgendo soprattutto una capillare azione informativa, che prepari i cittadini ad affrontare le eventuali emergenze. “Possiamo però affermare che nella nostra regione non vi è alcuna maglia nera. La maggior parte di queste infatti si concentra prevalentemente in Campania” ha concluso il presidente Tarantini. “Penso che non sia ancora maturata una coscienza da parte della collettività  nei confronti di questi temi, di cui se ne parla pochissimo e soprattutto quando ormai è troppo tardi – ha poi proseguito Giuliana Trisorio Liuzzi, presidente dell’Autorità di Bacino Puglia – Bisognerebbe in questo contesto evidenziare quelle che sono le criticità nell’ambito della difesa del suolo”. In quest’ultimo anno vi sono state nella nostra regione ben tre emergenze legate al dissesto idrogeologico, questo vuol dire che “non possiamo più definire questi eventi straordinari, almeno da un punto di vista della frequenza, con la quale accadono – ha dichiarato Guglielmo Minervini, assessore alla Protezione Civile – Quindi risulta necessario fornire al territorio validi strumenti per resistere a questi eventi”. Dal rapporto stilato da Legambiente è però emerso un percorso condotto dalla Puglia, un percorso che ha portato la maggior parte dei Comuni a dotarsi si un Piano di emergenza. Un’altra novità recente riguarda l’acquisizione, da parte dell’Ente regionale, del sistema meteo, che dal primo dicembre è sotto il diretto controllo della Regione. “E’ stato intrapreso un importante cammino di affinamento delle nostre competenze sulla migliore gestione del territorio” ha concluso l’assessore Minervini. Alla luce del monitoraggio condotto annualmente da Legambiente e alla luce degli eventi distruttivi che colpiscono frequentemente la nostra regione, appare di rilevante importanza l’azione di prevenzione, che deve essere effettuata, per evitare in tal modo una dispersione delle risorse dell’amministrazione pubblica, costretta ad intervenire a giochi ormai fatti e dopo che il danno è avvenuto. Dal canto suo la Regione Puglia ha costruito l’attuale Piano paesaggistico a quattro mani, con l’essenziale collaborazione dell’Autorità di Bacino. Un secondo aspetto positivo riguarda la mancanza nella nostra regione di crediti urbanistici ed edilizi, come confermato dall’assessore alla Qualità del Territorio, Angela Barbanente, la quale ha posto l’attenzione sull’importanza difendere il suolo, limitando la cementificazione selvaggia.

Nicole Cascione


Pubblicato il 14 Febbraio 2014

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