Autorità Portuale, al setaccio dei magistrati contabili i conti di società e personale
Non sarà meno che arduo il compito del manager al quale il Ministro Graziano Delrio affiderà il compito di guidare l’Autorità Portuale di Bari, specie dopo aver letto fino in fondo la relazione che ha per oggetto, appunto, la sua gestione negli ultimi cinque anni e che interessa anche i porti di Bari, Barletta e Monopoli. A stilare il documento sono stati i magistrati della ‘Sezione controllo Enti’ presso la Corte dei Conti della Puglia, Stefano Siragusa ed Enrica Laterza e le cifre in rosso sui bilanci rappresentano –come scrivono gli stessi segugi contabili – andamento discontinuo fino al 2012, anno in cui il disavanzo è di euro 1.133.139. Nel biennio successivo si riduce fino a conseguire un disavanzo di 321.794 nell’anno 2014, mentre il patrimonio netto cala progressivamente, passando da 6.438.928 del 2008 a 3.813.254 del 2014. Il risultato finanziario è in avanzo solo nel 2009 (3,05 milioni) e 2013(3,7 milioni), mentre tutti gli altri esercizi analizzati dai segugi contabili si chiudono in disavanzo, con un record nel 2012: 20,4 milioni. Ma la Corte rileva anche “… lacunosità delle informazioni contenute nella nota integrativa e l’assoluta mancanza di relazioni e note concernenti le partecipazioni”. Per le poste inserite nello stato patrimoniale alla voce “immobilizzazioni finanziarie” non è dato conoscere nè la misura della partecipazione, nè si dispone dei principali elementi conoscitivi attinenti ai dati economico-patrimoniali delle società partecipate. Che sono Porti Levante Security (100%) e Interporto regionale della Puglia spa (0,22%), mentre al nuovo amministratore unico – che dovrebbe giungere a brevissimo dopo circa otto mesi di attesa – toccherà anche mettere mano a quel piano regionale portuale che manca addirittura da quarant’anni e precisamente dal 1974. Lievitata la spesa per il personale, nel 2014 ammontante a 3.081.583 euro, con stipendio annuo al presidente di euro 201.733, del segretario generale 145.259. I magistrati contabili baresi, in questa relazione già trasmessa al ministero Infrastrutture e Trasporti, hanno messo in luce anche l’elevato numero di contenziosi, mentre già nel 2010 –tornando al serio problema del personale dipendente – il direttore generale Caliendo, in una missiva datata 16 settembre, pur nell’approvare la pianta organica dell’Authority, raccomandava ai vertici del capoluogo l’espletamento di regolari procedure concorsuali selettive ad evidenza pubblica. Nel rispetto, si leggeva ancora, di quei principi di trasparenza e norme vigenti, completamente ignorate dall’ex presidente Franco Mariani. Tanto che già allora la stessa Corte dei Conti, analizzando i conti consuntivi dell’Autorità Portuale del capoluogo pugliese negli anni 2007 e 2008, aveva rilevato e censurato il rapporto sproporzionato tra posizioni direttive ed esecutive. Per farla breve, negli uffici del porto di Bari i dipendenti portano tutti i galloni da colonnello e generale, senza soldati che eseguano gli ordini impartiti, una sproporzione ingigantitasi durante l’ultima gestione visto che dei trentotto dipendenti in servizio all’Autorità, venti erano stati assunti in quattro anni.
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Dicembre 2016