Cronaca

Autorità portuale, tra Bari e Taranto non è solo una battaglia di campanile

Non dovrebbe essere una battaglia solo di campanile quella tra Bari e Taranto per aggiudicarsi la sede dell’unica Autorità portuale pugliese prevista dal riordino del sistema delle Autorità portuali, attualmente in Italia di 24, di cui 4 in Puglia (Bari-Brindisi-Taranto-Manfredonia). Autorità portuali  che, come è noto, sovrintendono all’organizzazione e funzionamento dei porti italiani e che il governo Renzi, nel progetto di riordino, intende ridurre a 14 (8 al Nord, 3 al Sud, 2 in Sicilia, 1 in Sardegna) equiparandole, nel numero, ai porti “core” (principali) stabiliti per l’Italia dall’Unione Europea. Fatto sta però che Bari, pur essendo per la Ue un porto “core”, per il governo Renzi non intende mantenergli la qualifica di Autorità di sistema portuale, e quindi sede della stessa, ma declassarlo a “Direzione portuale”, e quindi ad appendice con soli  “istruttori”, poiché l’unica sede di “Autorità di sistema portuale” che il Governo intende assegnare alla Puglia è Taranto. E su tale scelta rischia di innescarsi una battaglia politica all’interno della regione tra Bari e la Città ionica, ma anche tra il capoluogo pugliese ed il ministero alle Infrastrutture guidato da Graziano Del Rio. Infatti, mentre il neo governatore pugliese, Michele Emiliano, ieri in occasione della venuta a Taranto del ministro Delrio, per l’inaugurazione della nuova piattaforma logistica, non ha preso posizione contro la paventata decisione del Governo di insediare nel capoluogo ionico la sede dell’unica Autorità portuale prevista in Puglia, il Primo cittadino di Bari, nonché sindaco metropolitano, Antonio Decaro, ha invece rivolto un accorato appello al responsabile del dicastero alle Infrastrutture e Trasporti affinché il Governo riconsideri nel piano di riordino la propria scelta per la Puglia, o quantomeno che il numero delle “Autorità di sistema” per i porti pugliesi siano almeno due: Taranto per il versante sullo Ionio e Bari per quello sull’Adriatico. Decaro, dopo un lungo colloquio con il ministro Delrio ( del quale fra l’altro è nel Pd collega di corrente nell’area renziana), con una ha dichiarato: “Nel condividere lo spirito di razionalizzazione che sottende al processo di riforma del settore ho fatto presente al ministro l’importanza che ha il porto di Bari nella costruzione della prospettiva metropolitana della città, in chiave non solo istituzionale ma soprattutto territoriale e socio-economica, e il ruolo dello stesso porto all’interno del piano strategico nazionale della portualità e della logistica”. Decaro, inoltre, ha sottolineato che “Bari é tradizionalmente considerata porta dell’Europa verso la penisola Balcanica ed il Medio Oriente. Il suo porto è uno scalo polivalente in grado di rispondere a tutte le esigenze operative potendo contare su banchine al servizio di traghetti ro-pax per collegamenti sia comunitari che extra-Schengen, nonché al traffico crocieristico”. Nella nota il sindaco del capoluogo pugliese ha pure ricordato che il traffico merci del porto barese nel 2014 ha fatto registrare un volume complessivo di circa cinque milioni di tonnellate di merci movimentate. “Questi dati – ha concluso Decaro nella stessa nota – conferiscono un grande rilievo sul piano nazionale al porto di Bari, che é anche il terminale della rete ferroviaria primaria europea, e rendono la città una destinazione naturale per una delle sedi delle nuove Autorità di sistema portuale”. Il ministro Del Rio dal canto suo, nel discorso tenuto a Taranto alla cerimonia di inaugurazione della nuova piattaforma logistica, si è limitato ad affermare: “Noi abbiamo un criterio nella riforma dei porti, che è quella di riconoscere i porti ‘core’ come sedi di Autorità portuale”, aggiungendo: “ Ho suggerito alla Regione, alla Città metropolitana di Bari e alla Città di Taranto di provare a trovare una soluzione per un’unica Autorità portuale pugliese”. “In ogni caso – ha dichiarato ancora Delrio – il criterio è quello dei porti ‘core’. Se questa soluzione avanzata non la si riterrà utile in questa prima fase, la si riterrà per una seconda fase”. Come dire alle Parti istituzionali pugliesi in competizione “provate a mettervi d’accodo voi e fateci poi sapere ed in ogni caso sappiate che in Puglia l’Autorità di sistema deve essere sola una”. Alla fine sarà così effettivamente o ci sono sotto i soliti giochetti politici? Non lo si sa ancora. Però di certo c’è che su questo argomento le levate di scudi ed i malumori tra gli addetti ai lavori sono parecchie.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 3 Dicembre 2015

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