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Autorità Portuale, venti assunzioni senza concorso: indaga la Procura

Non solo consulenze affidate a professionisti esterni, già passati o pronti a passare di ruolo, ma anche dirigenti in pianta stabile nell’Autorità Portuale del Levante di Bari senza aver sostenuto lo straccio d’un concorso pubblico. Tanto che i quattro anni di gestione commissariale di Francesco Palmiro Mariani, ligure di stretta osservanza dalemiana, sono stati caratterizzati da un vero e proprio ‘straripamento’ della pianta organica. E alla fine non sono passate inosservate nemmeno nelle stanze della Procura le tante, troppe assunzioni di personale senza regolari procedure concorsuali all’Autorità portuale barese: il sostituto procuratore aggiunto Pasquale Drago, infatti, ha già aperto un fascicolo e sta ancora spulciando i numerosi allegati dell’informativa riguardante, appunto, la presunta ‘parentopoli’ all’Autority barese. Tra i documenti che gli stessi inquirenti definiscono interessante, una missiva firmata dal direttore generale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dottor Caliendo, datata 16 settembre 2010 che, pur nell’approvare la nuova pianta organica dell’Authority, raccomandava ai vertici portuali l’espletamento di regolari procedure concorsuali selettive ad evidenza pubblica. Nel rispetto, si leggeva ancora, di quei principi di trasparenza e norme vigenti, completamente ignorate da Mariani. Ma per comprendere appieno la politica di assunzioni e promozioni elargite a piene mani negli uffici portuali, bisogna guardare proprio al personale assunto con un elevatissimo numero di posizioni apicali, (diciassette tra dirigenti e quadri) mentre bassissimo risulta il numero di dipendenti con posizioni da impiegato (in tutto diciotto) e totalmente assenti quelli coi livelli più bassi, dal quarto al settimo livello. Perfino la Corte dei Conti, analizzando i conti consuntivi dell’Autorità Portuale del capoluogo pugliese negli anni 2007 e 2008, ha rilevato e censurato il rapporto sproporzionato tra posizioni direttive ed esecutive. Per farla breve, negli uffici del porto di Bari i dipendenti portano tutti i galloni da colonnello e generale, senza soldati che eseguano gli ordini impartiti, una sproporzione ingigantitasi durante la gestione di Franco Mariani, visto che dei trentotto dipendenti in servizio all’Autorità, venti sono stati assunti negli ultimi quattro anni e tutti, come detto, senza regolare concorso. In sostanza il presidente spedito da Massimo D’Alema a gestire il maggiore porto pugliese, dal 2006 ha più che raddoppiato il personale, assumendolo senza espletare concorsi pubblici. Per esempio il dottor Pietro Bianco, autentica eminenza negli uffici portuali in materia di personale, a partire dal 10 gennaio 2008 è stato assunto direttamente e a tempo indeterminato, ignorando un accordo sindacale che non contemplava le dimissioni dello stesso Bianco dalla società ‘Bari Porto Mediterraneo srl’ per essere riassunto dall’Autorità di Mariani, come puntualmente avvenuto. Per completare la sua fulminante carriera, da gennaio 2010, Bianco è stato nominato (sempre direttamente e senza concorso) dirigente del servizio attività portuali.
La parentopoli che mette a rischio la sicuruty al porto
 
A definire il quadro di promozioni e assunzioni dirette al porto negli ultimi tempi, infine, i nomi di altri consulenti esterni pronti, come detto all’inizio, a essere stabilizzati o già stabilizzati con contratti a tempo indeterminato senza tenere conto di leggi e direttive ministeriali. Ad esempio Domenico Garofalo, marito della dirigente di Polizia Portuale e Annunziata Attolico, moglie del consigliere e segretario provinciale del Partito Democratico appena eletto sindaco ad Adelfia Vito Antonacci, senza parlare dei figli del comandante della Capitaneria di Porto di Bari, Salvatore Giuffrè e del dirigente del Genio civile, Gaetano Maggi. I due sono stati scelti tra una rosa di candidati selezionati da un’ agenzia di lavoro interinale, ma la loro promozione a capo dei porti di Monopoli e Barletta desta ancora più clamore poiché i padri sono rappresentanti del ministero in seno al comitato portuale. Comitato che, guarda caso, pochi giorno dopo la loro assunzione ha votato l’ annullamento della concessione dei servizi alla società “Bari Porto Mediterraneo”, nemica storica e giurata dell’Autorità Portuale. Non meno gravi a piazza Caracciolo altre assunzioni di amici e parenti quando s’incrociano con quelle alla “Multiservizi Portuali” (società addetta a viabilità e sicurezza con un affidamento diretto) poiché si creano, come si legge in altre denunce riguardanti i responsabili del Port Facility Security Officer (PFSO), intrecci ‘famistici’ con gravi ripercussioni proprio nella tutela della sicurezza nell’intero porto. Ma anche su questo sta indagando la Procura della Repubblica di Bari.
 
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 30 Maggio 2011

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