Cronaca

Autostoppisti urbani

Mercoledì scorso un autista dell’Amtab, reo di non aver fatto salire quattro giovinastri lontano dalla fermata, è stato pestato da questi. Un motivo di più per non salire a bordo dei mezzi di questa Municipalizzata senza fortuna. Poche e malandate le vetture in servizio, orari approssimativi e utenza da dimenticare (portoghesi, borseggiatori, cultori della mano morta, violenti e balordi assortiti). Chi può permetterselo evita di muoversi, ripiega sulla bici o, se le distanze non sono proibitive, si affida alle proprie gambe. C’è poi chi vuole spostarsi ma lontano dal bus, senza arricchire benzinai e tassisti, senza affaticarsi pedalando o camminando. Chiede la luna? No, se la fortuna premia l’ardire di avvicinarsi alle auto ferme agli incroci più importanti e domandare un passaggio : Scusi, che va in centro, verso la Madonnella, in direzione Carbonara?… Qualcuno comincia a provarci. E con un certo successo. Per curiosità abbiamo osservato un paio di questi autostoppisti ‘urbani’. Uno, vestito con decoro, un po’ avanti con gli anni, ‘setacciava’ la colonna di auto ferma all’incrocio tra via Napoli e via Brigata Regina. Una richiesta breve, la sua, cortese, metodica, rivolta indifferentemente a furgoni e utilitarie, escludendo grosse berline e Suv ; una richiesta accolta da una sgangherata station-wagon dopo una decina di minuti. Diverso il sistema adottato da altro autostoppista in piazza S.Antonio. Il tipo (uno dall’aria vaga) aveva fretta? Andato a vuoto il primo tentativo, l’abbiamo visto incamminarsi lungo via De Giosa e, al semaforo di via Cardassi, ripetere la manfrina. Secondo flop e di nuovo a piedi per un altro isolato. All’incrocio con via Imbriani terzo tentativo. L’ennesimo insuccesso non ha fermato lo sconosciuto che ha tirato dritto in direzione del Petruzzelli, oltre il quale abbiamo rinunciato al pedinamento. Non dubitiamo che se, diretto verso Libertà, Fesca, S.Paolo, l’uomo abbia ‘pescato’ qualcosa in capo a una decina di semafori. Quanti di questi pedoni-autostoppisti girano per Bari? Per ora pochi, potrebbero però aumentare. Volendo ritrarre il personaggio, emerge una figura maschile, non giovane, che ‘opera’ nelle ore di maggior traffico spostandosi lungo distanze che superano il chilometro, una figura sul piano caratteriale abbastanza estroversa (diversamente, non si farebbe avanti). Quanto al suo ‘tasso di fortuna’, possiamo calcolare il successo nel giro di una mezz’ora, una media appena superiore all’attesa media dell’utente Amtab. Modesto ci pare il margine di rischio : le possibilità di essere aggrediti o rapinati in città sono remote. Semmai, l’autostoppista usa la prudenza di indossare la cintura, viene invitato in tal senso? La sicurezza soprattutto. Chiudiamo con una notizia curiosa : A Giakarta, capitale dell’Indonesia, megalopoli strozzata da un numero abnorme di autovetture, per ridurre il traffico il Comune ha disposto zone a traffico limitato e accessibili solo ai veicoli che trasportino tre o più persone. Ciò obbliga automobilisti col mezzo vuoto e interessati ad entrare in quelle aree a cercare chi abbia bisogno di un passaggio nella stessa direzione o di chi si presti a rendergli quel favore in cambio di una piccola mancia. Uno o due dollari alla volta, l’autostoppismo urbano – ancorché vietato – diventa professione.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 25 Gennaio 2014

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