Avanti, ancora nel nome della Divina
L’11 novembre del 2000, con ‘Novecento’ di Baricco (nell’interpretazione di Pierluigi Morizio), Mia Fanelli dava vita al Teatro Duse in via Domenico Cotugno, negli spazi di un ex caseificio. Dopo ventidue anni di attività, il mese scorso, al termine della messinscena d’addio (‘Otello’ di Vito Latorre), il sipario è calato per l’ultima volta in quella struttura, i cui locali stanno per tornare in possesso del proprietario, e per scopi differenti che dare vita ad un nuovo teatro. Ma, come dice il popolo, si chiude una porta e si spalanca un portone (questa volta sul vicinissimo prolungamento di Viale Pasteur). La nuova sede del Duse verrà inaugurata domenica 19 giugno. E l’inaugurazione avrà luogo sotto le stelle poiché – gran novità – oltre quella al coperto (forse da centocinquanta posti), il nuovo Duse disporrà pure d’una vasta platea all’aperto e con un angolo destinato alla ristorazione. Una novità destinata a lasciare il segno nella storia di una città avarissima in fatto di contenitori da spettacolo all’aperto : L’Arena della Pace, a Japigia, di proprietà della COOP, funziona solo episodicamente e in assenza di una programmazione ; in precedenza, nei primi anni di questo millennio e per una sola stagione, lo Stadio della Vittoria ospitò la lirica. Al di là di questo, null’altro. Troppo poco per un capoluogo di regione, prima, e una città metropolitana, dopo. Ma con la nuova sede del Duse si volta pagina. Abbiamo chiesto a Mia Fanelli di tracciare un bilancio di questi ventidue anni : “Un bilancio certamente positivo. Il sipario del Duse si sarà levato un cinquemila volte e sul suo palcoscenico sono passate centinaia di teatranti, molti dei quali qui sono cresciuti e si sono affermati”. – Un bilancio positivo nonostante qualche amarezza?… – “Sì, ci sono stati numerosi furti, qualcuno mi ha deluso, ma preferisco guardare avanti. Posso ancora fare leva su amici fidatissimi”. – La lezione del passato in che misura inciderà sulla direzione del nuovo Duse? – “La rotta resterà immutata : valorizzare talenti, offrire opportunità a chi incontra difficoltà a trovare spazi, praticare prezzi popolari… ma ci sarà più rigore. Non tutti meritano fiducia incondizionata.” – C’è gente al lavoro per staccare il palcoscenico e rimontarlo in Viale Pasteur. Un lavoraccio. Non sarebbe stato meno oneroso approntarne uno nuovo? – “I teatranti più affezionati alla struttura di via Cotugno si sono opposti a ciò che ai loro occhi sembrava un sacrilegio. Tra platea e palcoscenico molta gente piangeva la sera dell’ultima rappresentazione. Possiamo dire che quelle assi, da molti giudicate ‘gloriose’, diventano il testimone di una staffetta che dal vecchio va al nuovo”.
Italo Interesse
Pubblicato il 20 Aprile 2022