Cronaca

Avanti c’è posto, ma solo per dirigenti: personale sempre più in ‘tilt’

 

Fine estate ancora senza particolari scossoni per i dipendenti della Regione Puglia, ormai assuefatti al clima di quiete nonostante le strombazzate rivoluzioni della giunta Emiliano col suo megapiano ‘M.A.I.A.’ per il rilancio e riorganizzazione della burocrazia interna. Certo, almeno i dirigenti hanno avvertito meno i venti di crisi visto che – da fine anno passato – hanno incassato una bella ‘retribuzione extra’ con la porzione del premio di risultato 2013, anche se c’è sempre chi non si accontenta. E ora, magari, vorrebbe capire come è applicata la famosa relazione allegata al disegno di legge “Caroli” su organizzazione, riduzione della dotazione organica e della spesa del personale (in attuazione dell’art. 1, comma 529 della legge 27 dicembre 2013, n. 147). Tre articoli stringati in una relazione d’una dozzina di pagine con grafici, specchietti, intenti e percentuali con cui si manifestava l’esigenza di una rielaborazione del fabbisogno triennale di personale nell’Ente Regione Puglia. In parole povere, l’amministrazione regionale che da ben sei anni non ha provveduto, appunto, a ridefinire la sua pianta organica, ricorrendo sistematicamente a ‘short list’, ma anche a contratti esterni con selezioni ‘sartoriali’ e proroghe in attesa di future stabilizzazioni, si ritrova oggi a fare i conti con una serie di vuoti paurosi, tra impiegati, funzionari e dirigenti in servizio. E se il governatore con la sua giunta ci passa sopra con colpevole leggerezza, preferendo dare precedenza a una cinquantina di nomine dirigenziali fatte in pieno agosto, maggiormente preoccupati appaiono i come al solito ‘bypassati’ rappresentanti sindacali. Che, da tempo ma anche loro inutilmente, hanno apposto l’accento sulle voragini di personale, senza ottenere niente, come detto inizialmente. Qualche esempio? Gli ultimi dati disponibili registrano 135 dirigenti in ruolo (di cui 4 in aspettativa) su un organico di 209 dirigenti, per una vacanza pari a 74 unità (il 35% del totale) e le posizioni dirigenziali non coperte, tenuto anche conto dei 5 dirigenti a tempo determinato (che gli uffici di via Ulpiani confondono nell’elenco allegato all’atto di determinazione dei premi coi dirigenti di ruolo, dimostrando forse di non conoscerli nemmeno) sono dunque 69. Insomma, il “naturale “turn over” anagrafico e, nel 2016 e 2017, il blocco delle assunzioni che non siano di dipendenti delle disciolte province, nel giro di pochi anni renderanno ancora più drammatica la già grave situazione”, precisava in uno dei suoi comunicati il sindacato autonomo dirigenti. Che indicava anche la strada da imboccare all’amministrazione in sella da un anno, per non continuare a ficcare la testa sotto la sabbia, sul personale. Tenendo presente che “….solo un monitoraggio attento e puntuale degli effettivi fabbisogni, che parta da una verifica dei compiti istituzionali da svolgere e che tenga conto delle linee programmatiche, può consentire di elaborare politiche e piani di reclutamento, riqualificazione e formazione adeguati, ponendole nella condizione di disporre del numero di dipendenti e competenze necessarie, da utilizzare secondo le professionalità ed, altresì, venendo incontro alle aspettative dei singoli”, si legge nella relazione al disegno di legge dell’ex assessore Caroli. E per raggiungere questi obiettivi? Magari partire subito -come detto- per elaborare la programmazione triennale dei fabbisogni, “…individuando il personale da reclutare all’esterno e le competenze da potenziare, per mezzo dei processi di riqualificazione e di valorizzazione del personale dipendente”, l’obiettivo posto dai predecessori di Emiliano e dell’assessore al Personale Nunziante. I quali, scelti generali e generalissimi alla guida delle nuove sezioni, dovrebbero pensare ora seriamente a lavorare.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 21 Settembre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio