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Avellino-Bari, i Galletti vogliono il passaggio alle seminali

Dopo la conferenza programmata e congiunta del presidente Luigi De Laurentiis insieme al Club Manager, anche prossimo direttore sportivo, Matteo Scala e al tecnico Giovanni Cornacchini, in casa Bari è tempo di pensare alla sfida di domenica che si disputerà al “Partenio” contro l’Avellino per la diciannovesima volta, con i precedenti favorevoli alla squadra campana che ha conseguito la vittoria per sette volte, pareggiato per otto e perso per tre volte, ma fa sorridere che l’ultimo precedente recente è di marca biancorossa con i Galletti che si imposero in rimonta per 1-2 grazie alle reti di Nene e Cisse a tempo scaduto. Un Bari che dopo il pareggio interno è costretto a vincere e magari non subendo gol, per ottenere il pass per le semifinali della Poule Scudetto, obiettivo secondario ma che la società ci tiene a voler continuare e presentarsi al prossimo difficilissimo campionato di Lega Pro con un altro titolo e gagliardetto da mettere sul petto sulla prossima maglia che sarà indossata. Il Bari dal canto suo è pronto come è stato annunciato dal presidente De Laurentiis, a realizzare importanti investimenti nella sessione di calciomercato, oltre a puntare alla rifondazione del settore giovanile coadiuvati dalle tante Accademy che parteciperanno al progetto. Solo così si potranno mettere la basi per una stagione vincente con alla guida ancora Conracchini, il quale si è meritato la riconferma a suon di risultati, sì è mancato il gioco di orchestra e tante a volte le individualità hanno fatto la differenza, basti pensare ai sette gol difensore goleador Valerio Di Cesare, ma è pur vero che la squadra ha dimostrato di avere gli attributi in più di un’occasione ribaltando lo svantaggio o vincendo direttamente anche in inferiorità numerica e spesso e volentieri, non ultimo domenica scorsa è stata penalizzata dagli arbitri, condizionati da una sudditanza psicologica all’inverso, basta in tal caso andare a vedere quanti rigore in favore hanno avuto i Galletti e quanti contro, per non parlare dei gol annullati. Alibi inutile trovarne, anche perché il campo ha sancito che il Bari fosse campione con un vantaggio di 11 punti sulla Turris, anche essa costruita per vincere, ed a tratti i pugliesi sono stati anche di 15 punti avanti. La squadra barese capace di realizzare ben 24 vittorie complessive e di permettere al suo trio d’attacco di superare quota trenta gol, con Floriano e Simeri a 13 e Neglia a 9. Sicuramente la truppa biancorossa se rafforzata come promesso adeguatamente nei vari reparti, e con dei giovani dai quali ripartire, non dovrà temere il Palermo o le altre rispettose compagini che lotteranno per il titolo e tornare in serie cadetta. Tuttavia, bisognerà prima concludere la stagione sportiva che passa da Avellino; le quotazioni di Quagliata e Piovanello, rispetto a Nannini e Langella, sono in vantaggio con un modulo che potrebbe essere ancora il 4-2-3-1. Scalpita anche Neglia che nell’ultima partita è entrato nel quarto d’ora finale, anche se Brienza e Floriano restano le prime scelte per supportare Simeri in versione centravanti. Per i biancorossi tanti gli ex da Marcolini, Kutuzov, mentre in campo sponda Avellino ci sarà Nando Sforzini. Previsti almeno 500 tifosi biancorossi al seguito se non di più i quali dovranno attenersi al percorso indicato tramite comunicato dalla Questura di Bari, onde evitare incidenti che rovinerebbero una bella partita, un mini derby per i De Laurentiis, sentito in ogni caso dalla tifoseria irpina e quella barese, visto il gemellaggio ultratrentennale con la Salernitana. Nella giornata di ieri si è spento l’ex biancorosso Mario Mazzoni, centrocampista dal vizio del gol, 313 presenze e ben venticinque gol, dalla D alla A, negli anni Cinquanta fino 1963 per dieci stagioni, indossando anche la fascia da capitano e lanciando da allenatore della Fiorentina il grande totò Di Gennaro, altra bandiera biancorossa.

Marco Iusco

 

 


Pubblicato il 18 Maggio 2019

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