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“Azzeramento e subito dei vertici di Aeroporti di Puglia”

Davvero troppo gravi e numerose, le accuse mosse dalle associazioni del settore aeroportuale alla gestione della società “Aeroporti di Puglia”, partecipata al 99,41% dalla Regione Puglia, per continuare a stare a guardare. O al massimo a leggere articoli sui giornali di inchieste e malversazioni che si ripetono da anni, senza che nessuno faccia niente. No, la politica non può continuare a stare a braccia conserte e per questo i consiglieri pugliesi del Movimento 5 Stelle sono tornati pesantemente in argomento società di gestione aeroportuale pugliese, con una interrogazione, per costringere chi amministra a passare dalle parole ai fatti. E così nero su bianco è stato chiesto ai vertici regionali l’azzeramento dei vertici della società di Bari/Palese, mettendo in mezzo mancata trasparenza della Società e compensi faraonici erogati ai dirigenti, ma anche favori e assunzioni clientelari. Marco Galante, Mario Conca,  Rosa Barone e Gianluca Bozzetti, dunque, non ci hanno messo molto a formulare un’interrogazione indirizzata al presidente del Consiglio Regionale pugliese Mario Loizzo, al presidente della Regione Emiliano, e all’assessore ai Trasporti Giannini, per sollecitare l’azzeramento dei vertici. Nel dettaglio delle contestazioni, tra i top manager più pagati della Regione c’è il Marco Franchini, direttore generale, con una retribuzione annuale lorda di 326.800 euro. Tra le altre incongruenze, denunciate dalle associazioni di categoria da tempo, c’è anche l’eccessiva durata degli incarichi, in taluni casi ultradecennali: ci sarebbe l’incarico a Patrizio Summa, direttore amministrativo da ben quindici anni (219.100 euro all’anno), ma anche quello al dottor Marco Catamerò, dirigente responsabile di esercizio dello scalo di Brindisi e Grottaglie dal 2007 (194.100 euro), al dott. Maurizio Cipriani, dirigente operativo di scalo dal 2004 (115mila euro). Sulla mancata trasparenza, poi, ai consiglieri penta stellati risulta quanto mai poco credibile la presenza, nella sezione “collaboratori e consulenti”, dell’incarico e compenso di un solo professionista, come emerge dal sito ufficiale di Aeroporti di Puglia. Numerose poi, sono le lamentele dei viaggiatori relativamente alla situazione dei parcheggi all’interno dell’aeroporto. Quelli ‘low cost’ (5 euro al giorno) quasi sempre pieni e distanti almeno un chilometro, con problemi insopportabili per tutti gli utenti che hanno difficoltà motorie. Senza dimenticare – sottolineano gli esponenti del partito di Beppe Grillo – che la Procura della Repubblica di Bari ha aperto un fascicolo per il reato di truffa e abuso di ufficio in merito ad un finanziamento da trenta milioni di euro concesso senza alcuna gara alla compagnia Ryanair, per finanziarla con fondi destinati al turismo. Secondo la Guardia di Finanza, i trenta milioni (che diventano quasi cinquanta se si tiene conto della data di scadenza del primo contratto) non sono di Aeroporti di Puglia ma arrivano dalla Regione, attraverso i FESR che sulla carta dovrebbero servire per la promozione turistica.  Per la definizione del contratto, Aeroporti non ha proceduto ad alcuna gara d’appalto ma al contrario ha bandito una “semplice procedura negoziata senza previa indizione di gara”. Ryanair è stata scelta soltanto grazie a quella che secondo gli investigatori è stata una “incompleta e inefficace” indagine di mercato. Invece mamma/Regione, col portafoglio ben aperto, non controlla e non verifica come vengono spesi i soldi da lei trasferiti alle società partecipate. Infatti, la risposta che si apprende dalla stampa è solo che la Giunta non era informata. Bella garanzia per i cittadini! Pare che così abbiano mascherato degli aiuti di Stato, non concessi dalla normativa europea per quanto concerne i fondi comunitari. In effetti la compagnia area irlandese ha insediato due basi operative (Bari con due velivoli residenti, Brindisi con uno) con uno “strano” contratto di 5 anni che prevede come corrispettivo da parte di AdP 12 milioni di euro all’anno per un non meglio definito “Marketing Service Agreement” a cui aggiungere ulteriori contributi in funzione all’incremento dei passeggeri trasportati. Ma, al contrario di quanto puntualizzano dagli uffici aeroportuali baresi, il progetto esecutivo del “Piano di comunicazione per lo sviluppo del turismo incoming” AdP approvato dalla Regione Puglia, è sempre stato altrettanto parco, in quanto a informazioni puntuali e operative. Infatti da AdP scrivevano: “Per raggiungere l’obiettivo è necessario utilizzare metodologie innovative. Concentrare le risorse su un unico mezzo….Identificare un mezzo/canale il più vicino possibile al target identificato. Focalizzare su internet la campagna…”. Si sono investiti, insomma, 12 milioni di euro l’anno molto semplicemente passandoli alla società irlandese Airport Marketing Services, di proprietà della Ryanair, che di mestiere fa semplicemente quello di concessionaria della pubblicità del sito web della compagnia. A scorrere i listini presenti a suo tempo ‘online’, anche volendo comprare tutti i moduli proposti contemporaneamente, difficilmente si arrivano a spendere 12 milioni di euro. Con questa cifra probabilmente si potrebbe acquisire l’intera proprietà del sito.
Ma quello che ancora desta perplessità, è la modalità con la quale questa ingente somma passa mensilmente dalle casse della società barese a quelle della Ams. Fatture con oggetto generico “Marketing Services Dec2011” che fanno transitare all’estero i 12 milioni puliti puliti, senza che neanche un centesimo resti in Italia, visto che l’Iva su fatturazione estera non è prevista. Immense zone d’ombra, insomma, che farebbero saltare sulla sedia anche l’ultimo degli impiegati dell’Agenzia delle Entrate. A leggere il resoconto della relazione di Mimmo Di Paola all’assemblea dei soci in occasione del bilancio 2010, si percepiva già quasi la consapevolezza di essere di fronte ad un nodo gordiano che non avrebbe mai trovato il suo Alessandro Magno risolutore. Di Paola affermava che il mancato reperimento dei fondi da destinare a Ryanair avrebbe comportato: “Per il 2011 la registrazione di una perdita di esercizio superiore a Euro 4.316.667 (per fortuna non è accaduto, ndr.). Per il 2012 e successivi esercizi (causerebbe) l’inevitabilità della risoluzione anticipata del contratto con Ryanair, con elevata probabilità di contenziosi per risarcimento di ingenti danni e pagamento di penali”. La società aeroportuale pugliese, insomma, da un po’ di anni si è ridotta a “comprare” il traffico passeggeri da una compagnia aerea per sopravvivere. Altro che mercato. Invece Aeroporti di Puglia, nonostante la chiusura delle indagini, ha rinnovato il contratto nei mesi scorsi a Ryanair, 85 milioni per i prossimi cinque anni, senza gara d’appalto, prorogando il vecchio contratto finito sotto inchiesta. Sono contestazioni di tale gravità  che – concludono i consiglieri regionali del M5S – non possono che portare all’azzeramento dei vertici della partecipata. E senza perdere un minuto di più, dicono loro, senza sapere che difficilmente, molto difficilmente vecchie volpi della politica come Loizzo, Emiliano e Giannini prenderanno in considerazione a cuor leggero quest’ultima istanza…e anche per oggi non si vola!

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 17 Settembre 2015

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