Cronaca

Banca Popolare di Bari: bocce ferme in attesa dell’assemblea di fine anno

Situazione di stallo all’interno della Banca Popolare di Bari, nell’ambito del percorso finalizzato alla trasformazione in Spa, specie dopo aver fissato il prezzo di recesso per le azioni in 7,50 euro e pubblicato la semestrale aggiornata del proprio bilancio, dalla quale risulta un utile di 4,7 milioni di euro. A fare il punto della situazione è l’avvocato Vincenzo Laudadio dell’Adusbef Puglia, tra le maggiori associazioni a tutela dei consumatori, dopo il ricorso presentato, appunto, da alcune associazioni di consumatori e da vari azionisti. Una decina di giorni fa il Consiglio di Stato, con un provvedimento d’urgenza, ha ritenuto che varie norme del Decreto di trasformazione delle banche popolari in S.p.A., e in particolare alcune norme dettate dalla Banca d’Italia sul diritto di recesso, possano essere incostituzionali. E per questo ha sospeso l’efficacia di tali norme, rimettendo gli atti alla Corte Costituzionale per verificarne la legittimità. <>. Quanto al percorso intrapreso dal Comitato con la banca, l’altro giorno e precisamente lunedì 5 dicembre, anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato,  vi è stata una nuova riunione del tavolo tecnico fra Comitato e Banca. Nel corso di questo incontro,  la banca ha confermato la volontà di costituire un Fondo di solidarietà. <>. Infine, l’istituto barese di corso Cavour ha manifestato disponibilità ad eseguire interventi di ausilio e sostegno sulle posizioni di titolari di finanziamenti che –in buona fede e per motivi diversi dalla cattiva volontà di adempiere– si trovino nella necessità di sospendere o rimodulare il pagamento delle rate. Il Comitato, dal canto suo, potrà godere di maggiore influenza nei confronti della banca, solo continuando ad incrementare le iscrizioni dei tanti azionisti della BPB. Nei prossimi giorni, il Comitato, prima del giorno 27, promuoverà un incontro pubblico per fornire ulteriori dettagli, sia sui risultati del tavolo di confronto e sia degli ulteriori sviluppi della situazione.  Una situazione che purtroppo s’è ingarbugliata ancor più a causa della recente crisi di governo e che vede la potente famiglia del presidente Marco Jacobini affrontare la sua trasformazione in S.P.A  a seguito di una legge  sostenuta proprio dal Governo Renzi e sponsorizzata, guarda caso, dalla Ministra Elena Boschi. A precedere  la tempesta, il taglio delle azioni dal 9,53 a 7,50 euro, deciso dall’Assemblea dei Soci/Azionisti convocata la primavera scorsa,  con una perdita secca del 21% in un solo colpo. Una situazione che, senza troppo risalto sui mass/media locali, ha convinto parecchi azionisti a protestare e chiedere spiegazioni ad una banca che ha posto in essere altre decisioni contestate, come l’acquisto di altre banche appesantite più da debiti, che crediti. In questo clima di attesa, come detto all’inizio, si sta preparando l’assemblea del 27 dicembre prossimo che potrebbe decidere il futuro della Banca Popolare. Un futuro ancora incerto…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 10 Dicembre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio