Cultura e Spettacoli

Banfi e l’oracolo di Totò

Oggi Lino Banfi, uno dei personaggi pugliesi più noti, compie 79 anni. Auguri al comico di Andria e non di Corato (dove si trasferì con la famiglia all’età di tre anni) come i più ritengono. E’ questa la prima delle tante ‘croccanti’ spigolature che riguardano l’artista pugliese. Quanti ad esempio sanno che Lino Banfi è in realtà Pasquale Zagaria?… Ma procediamo con ordine. Inizialmente il Nostro, che nelle intenzioni della famiglia era destinato a diventare sacerdote, studiò in Seminario. Non faceva per lui. Eppure il giovanissimo Pasqualino ce la metteva tutta, specie quando c’era da andare in scena al momento delle rappresentazioni sacre di Natale o Pasqua. Il fatto era che, vestisse i panni di Giuda, San Pietro o San Giovani, quando Pasqualino apriva bocca la gente rideva. Non che storpiasse accenti e parole come molti anni dopo avrebbe imparato a fare, a divertire il prossimo erano la mimica facciale e l’istintiva capacità di cogliere il lato comico delle cose. Se ne accorse il Rettore, se ne accorse pure il Vescovo il quale un giorno, benevolmente, disse al futuro artista che la sua vera vocazione era far ridere le persone (“che è una bella vocazione”, aggiunse). Pasqualino non poteva ascoltare di meglio. A diciassette anni mollò gli studi e scappò con una compagnia. Era diventato (Pasqua)Lino Zaga(ria), attore di varietà. Però era dura e il sogno di diventare una vedette appariva irraggiungibile. Una sera, dopo molta anticamera, riuscì a farsi ricevere niente meno che da Totò. Il Principe scosse il capo : Con quel nome d’arte non si arrivava lontano. E non perché Lino Zaga non funzionasse. Semplicemente, se i diminutivi di nome portano bene, così non è per quelli di cognome… Ancora profondamente impressionato da quella lezione, alcuni giorni dopo Pasquale fu convocato dall’Amministratore della compagnia in cui in quel momento lavorava. Quello, pensando di farlo contento, gli annunciò che questa volta il nome di Lino Zaga sarebbe stato il primo in locandina. L’altro si fece scuro e annunciò che Lino Zaga era morto, che in locandina bisognava mettere un altro nome d’arte. Un altro nome d’arte, così, sui due piedi, col tempo contato in tipografia?… l’altro si smarrì. Il futuro Lino Banfi si affidò all’Amministratore: Facesse lui… E quello invece che a sé stesso si affidò al caso. Siccome era anche maestro elementare, si fece venire a mente l’elenco dei suoi alunni. Siccome il primo era Aureliano Banfi… Chissà se quest’ultimo signore ha mai saputo d’aver involontariamente contribuito al successo di Lino Banfi. Evidentemente Totò aveva ragione.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 9 Luglio 2015

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