Cronaca

Barattolo via dalla giunta Emiliano, ma potrebbe essere dimissionato dalla segreteria provinciale

Tanto tuonò che …alla fine, contrariamente a ciò che dicevano talune “malelingue” della politica barese, il rappresentante dell’Udc da agosto del 2009 nella giunta di Michele Emiliano, Filippo Barattolo, si è dimesso dall’incarico assessorile. Infatti, a seguito dell’ufficializzazione da parte di Pierferdinando Casini del cambiamento di rotta del partito, Barattolo ha dovuto scegliere tra rimanere fedele ad Emiliano oppure a Casini. Ha preferito la fedeltà a quest’ultimo, almeno apparentemente, e ieri mattina si è dimesso da assessore. Una scelta verosimilmente tribolata e sofferta per il segretario provinciale barese dell’Udc che, probabilmente, non è neppure quella effettivamente auspicata dai vertici regionali e nazionali dello scudocrociato, poiché sanno bene che Barattolo si è dimesso dalla giunta Emiliano per non dimettersi da responsabile provinciale del partito, che invece è ciò che avrebbero voluto realmente. Infatti, secondo qualche bene informato sulle vicende interne all’Udc locale, il segretario nazionale Lorenzo Cesa, ed anche Casini, avevano da tempo chiesto a Barattolo di uscire dalla compagine di centrosinistra che guida il Comune di Bari, solo perché non vogliono far vedere che da tempo intendono rimuoverlo da segretario del partito in Terra di Bari. Infatti, non sfugge che, sotto la “gestione Barattolo” dell’Udc barese, il partito  si è letteralmente polverizzato sia come seguito di referenti politici che, conseguentemente, come elettorato. Infatti, non è certo una novità per alcuni addetti ai lavori che molti degli attivisti e dei tradizionali militanti del partito centrista, presenti nel capoluogo pugliese o nei Comuni della provincia, negli ultimi anni si sono defilati, alcuni dei quali abbandonando con nostalgia il simbolo che ricorda la vecchia Dc, proprio a causa di divergenze con Barattolo, dovute soprattutto al suo modo personalistico di gestire il partito. Un modo che – sempre secondo gli stessi ex esponenti dello scudo crociato – più che rispondere agli interessi elettoralistici dell’Udc, rispondeva esclusivamente a quelli personali del segretario provinciale. Una gestione, quindi, improntata soprattutto a salvaguardare il rapporto privilegiato di Barattolo con chi lo aveva nominato nella giunta barese. Ossia il sindaco Emiliano che, da dirigente pugliese del Pd, aveva tutto l’interesse ad indebolire un partito che, pur se “temporaneamente” alleato, poteva consolidarsi e crescere sottraendo consensi allo stesso Pd . Altro elemento che gli elettori centristi del barese, ma ancor più gli affezionati referenti politici dello scudo crociato, hanno sempre mal digerito è il fatto che dal marzo del 2009 a capo dell’Udc di Terra di Bari è stato indicato Barattolo, la cui storia politica personale non ha nulla a che vedere con la tradizione politica cattolica e della vecchia Dc barese. Come è noto, infatti, in passato è stato per molti anni un esponente del vecchio Psi. Quindi, rappresentante di una forza storicamente antagonista del moderatismo democristiano. Per tali ovvie ragioni, forse, i vertici romani dell’Udc avrebbero preferito che Barattolo avesse rinunciato all’incarico di responsabile provinciale del partito, anziché a quello di assessore. E ciò soprattutto per evidenti ragioni di opportunità politica per lo scudo crociato. Infatti, alla luce della nuova linea politica nazionale, appare alquanto paradossale che a condurre le trattative con i nuovi alleati del centrodestra barese possa essere lo stesso Barattolo, cioè il personaggio che fino a qualche giorno fa sedeva sui banchi della giunta Emiliano ed inoltre partecipava al tavolo politico del centrosinistra, a sottoscrivere  regole sulle primarie del centrosinistra e programmi elettorali per il loro candidato. Invece, stando così i fatti, d’ora innanzi Barattolo dovrebbe rappresentare l’Udc al tavolo delle trattative col centrodestra, per  organizzare la campagna elettorale al candidato sindaco Di Paola. Un paradosso non da poco, che dovrebbe sollevare sicuramente perplessità e molti dubbi anche da parte dei nuovi compagni di viaggio locali dell’Udc. Infatti, sempre a parere di qualche addetto ai lavori, la scelta di Barattolo di rinunciare all’assessorato, per restare a capo dell’Udc locale, potrebbe essere stata una mossa dettatagli da Emiliano, che in tal modo conseguirebbe il duplice risultato di liberarsi in giunta del rappresentante di una forza ormai incompatibile con il nuovo scenario politico nazionale, e contemporaneamente avrebbe nelle fila avversarie un personaggio confidenzialmente legato a lui. Non a caso è convinzione di molti che Barattolo, prima di diventare il responsabile provinciale dell’Udc, ossia già da fine 2008, si sia messo ‘al servizio’ di Emiliano, più di quanto non lo fosse per Casini. D’altronde, restando Barattolo a capo dell’Udc barese, il centrosinistra locale, ed il Pd  in particolare, sulla base di quanto innanzi chiarito potrebbe star ben sicuro che a Bari e provincia il partito di Casini e Cesa non riuscirebbe sicuramente a catturare nelle proprie fila candidati credibili ed elettoralmente forti, per farlo facciano uscire dalle secche in cui la stessa “gestione Barattolo” lo ha fatto arenare negli ultimi anni. Per cui è possibile che nelle prossime settimane, dopo la celebrazione del congresso nazionale dell’Udc previsto per il 21 febbraio, a Bari ci possano essere altre novità nel partito di Casini e Cesa, che dopo la recente virata a destra nella linea politica, se vorranno effettivamente far risorgere lo scudo crociato nel capoluogo pugliese, rendendolo attrattivo per attivisti e militanti, dovranno procedere anche ad un cambio radicale nella sua guida locale. Però, a prescindere dalle vicende puramente politiche, molti baresi, nell’apprendere  dell’uscita di Barattolo dalla giunta Emiliano, hanno auspicato che il sindaco, prima di   accettare le sue dimissioni, si sia almeno accertato  che Barattolo abbia almeno provveduto a regolarizzare le pendenze che lo stesso aveva fino a qualche tempo fa accumulato con l’Amgas srl, per i propri consumi di gas metano,  o di altre eventuali competenze non adempiute nei confronti del Comune di Bari.                 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Febbraio 2014

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