Cultura e Spettacoli

Bari avvolta dal mare? Parola di Guglielmo

Il 15 aprile 1071, dopo tre anni d’assedio, Roberto il Guiscardo espugnava Bari strappandola ai Bizantini e segnando così la definitiva scomparsa di Bisanzio dalla scena d’Italia. La resistenza opposta dai baresi fu epica. Lo testimoniano alcuni versi di un’opera in esametri composta da Guglielmo d’Apulia. Di questo cronista-poeta si sa solo che fu l’autore  del ‘Gesta Roberti Wiscardi’, poema storico composto tra il 1090 e il 1111 che racconta l’epopea del Normanni nell’Italia meridionale, dal loro arrivo, che Guglielmo pone nel 1016, alla morte del condottiero, avvenuta nel 1085. Guglielmo fa apparire la vicenda del Guiscardo come la naturale prosecuzione della secolare lotta compiuta dai Longobardi (visti come i “legittimi” signori del territorio) contro i Greci (signori dispotici ed “effeminati”) per il controllo dell’Italia meridionale. In sostanza Guglielmo cerca di legittimare la conquista del Mezzogiorno da parte dei Normanni, rappresentando questi ultimi come continuatori del ruolo che era stato dei Longobardi (quello cioè, nella sua visione, di liberare il territorio dai Greci unificandolo sotto un unico dominio), come gli eredi della loro politica e della loro ideologia, e in definitiva della loro funzione storica…Si parlava di baresi epici. Guglielmo spiega la lunga resistenza della città col fatto che “d’ogni lato è cinta essa dal mare” e che solo “per un breve istmo a Bari fallia d’isola il nome”. Ma quando è prossima a capitolare, la città si ritrova a sorgere davvero su un’isola, giacché “i cittadini prendono la torre” che sovrasta l’ingresso e la atterrano in modo da farla rovinare sull’unico collegamento con la terraferma : “demolito da loro cade il marino ponte”. Ma l’estremo sacrificio non basta. Evidentemente colmato il vuoto con le stesse macerie della torre, i Normanni implacabili tornano all’attacco : Alle mura si accosta un’irresistibile “macchina” d’assedio che abbatte le mura “e per l’aperta breccia dischiude alla città vietata il varco ostile” (la traduzione  è di Armando Perotti). A questo punto Argirizzo, il capo bizantino, alza bandiera bianca. I Normanni fanno ingresso vincitori. Ma la temuta rappresaglia a danno dei Greci e dei collaborazionisti baresi non ha luogo. Lo stesso Roberto, anzi, interviene a proteggere Bari contro le esazioni dei principi normanni, desiderosi di rifarsi delle spese del lunghissimo assedio. La sua, comunque, non è solo generosità. “In realtà il suo vero scopo era di ottenere l’attiva collaborazione delle genti di Bari per  la grande impresa che egli voleva tentare in Sicilia”, scrive G.Gay in ‘L’Italia meridionale e l’impero bizantino dall’avvento di  Basilio I alla resa di Bari ai Normanni’, Firenze 1917. – Nell’immagine, il porto di Bari in una stampa ottocentesca.

 

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Aprile 2022

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