Bari Calcio, da chi ripartire per costruire la prossima stagione
Dalle numerose opportunità per Vicari alla bocciatura di Sibilli, il club riflette su errori e nuove scelte
L’interrogativo che la società si starà ponendo dal gong della regular season, avvenuto a seguito del blando pareggio a reti bianche in quel di Bolzano e del mancato raggiungimento dell’obiettivo playoff, è sicuramente relativo alla ricerca delle basi da cui ripartire per la costruzione di una nuova stagione. Dopo la promozione in cadetteria, si era parlato di un piano triennale per raggiungere la massima serie, il quale termine è ormai stato raggiunto senza oltrepassare il traguardo programmato e sperato. È evidente che gli ostacoli facciano parte del gioco e che la stessa promozione in Serie B sia avvenuta dopo tre anni grazie alla vittoria diretta del campionato, dribblando gli spareggi playoff che nelle precedenti stagioni avevano creato non poche difficoltà. Resta un dato di fatto che esistano gli avversari sul campo e che ci siano società con poteri economici maggiori, frutto di fondi paracadute o di fondi stranieri. La sconfitta nella finale dei playoff contro il Cagliari di tre anni fa ha rappresentato un momento spartiacque: da un lato ha reso plausibile che si possa raggiungere la serie A grazie alle idee senza investimenti stratosferici, dall’altro ha fatto sì che nell’immaginario collettivo del tifo biancorosso l’unico obiettivo accettabile per il Bari Calcio sia la promozione in A, indipendentemente dalla forma attraverso cui questo obiettivo venga raggiunto, attraverso dei playoff da protagonisti o una promozione diretta. Di lì la frattura tra la piazza e la società. Gli investimenti ci sono stati, ma la fortuna e le aspettative non sempre sono state ripagate negli ultimi due anni. La scorsa stagione si è conclusa con un quasi dramma sportivo: una retrocessione evitata sul rotto della cuffia grazie alla motivazione, alla personalità e alla tecnica di Valerio Di Cesare, senza dimenticare l’importante apporto di un ragazzo in prestito dal Pisa che ha sposato in pieno la causa Bari, Giuseppe Sibilli. Alla luce della decisione di Di Cesare di appendere le scarpe al chiodo e di dedicarsi al proprio futuro in qualità di direttore sportivo, tanti sono stati i dubbi su chi avrebbe potuto essere il suo erede a livello carismatico. Compito arduo e fardello pesante che è stato posto da mister Longo sulle spalle di Francesco Vicari, amico e compagno di reparto dell’ex capitano. Di fatti, però, l’assenza in campo di Di Cesare ha creato un vuoto e un silenzio che nessuno è stato capace di colmare. Complice la diagnosticata sindrome da conflitto dell’anca e forse penalizzato da un modulo schierato con la difesa a tre, il neo-capitano biancorosso non è mai riuscito ad imporre la propria leadership, oltre a non aver disputato una brillante stagione. Molto spesso lo stesso Longo ha avvertito la mancanza di uno spirito guida in campo e negli spogliatoti e ha tentato di sopperire a questa carenza distribuendo le responsabilità tra tutti i protagonisti, ma con scarsi risultati. È risaputo come la presenza di un motivatore, di un esempio da seguire in una squadra, sia alla base di un atteggiamento vincente. Vicari è sotto contratto con il club biancorosso fino al 2027, ma non sarebbe da escludere che le prestazioni del difensore originario di Roma vengano sottoposte ad un’analisi attenta da parte della società. Di fatti, la sua presenza in campo (per lui solo 25 presenze e 1.961’ giocati) non ha garantito nella presente stagione sicurezza e compattezza nelle retrovie. Molta più solidità è arrivata dal croato Lorenco Šimić, che spesso lo ha sostituito. Che la scelta del capitano della passata stagione abbia rappresentato un errore di valutazione oppure no, per la prossima stagione il Bari si troverà a dover ricostruire tutto dall’inizio. Ai dubbi che riguardano l’area tecnica e, di conseguenza, l’eventuale proseguimento del rapporto con i direttori sportivi Magalini e Di Cesare e mister Moreno Longo, si aggiungerà anche quello relativo a chi dovrà indossare la fascia da capitano con tutto ciò che rappresenta. Il capitano di una squadra non è semplicemente il giocatore con il maggior numero di presenze, bensì colui che è capace di farsi portavoce delle difficoltà del gruppo, di motivare la squadra nei momenti di difficoltà, di creare amalgama tra i nuovi e i vecchi profili, oltre che di assumersi le responsabilità di fronte ad eventuali obiettivi mancati. Se la tendenza societaria sarà quella di non rinnovare i contratti ai tre giocatori con maggiore anzianità (Pucino, Maiello e Bellomo), il cosiddetto zoccolo duro che ha sempre rappresentato una certezza a livello tecnico e carismatico pur nello scarso impiego in campo, che andranno in scadenza proprio nel prossimo giugno, la situazione potrebbe risultare difficile da colmare. All’inizio della scorsa stagione, tra i profili in pole come papabile capitano biancorosso era stato sondato anche Giuseppe Sibilli, sulla base della grande motivazione mostrata in campo. Trascinatore del Bari verso la salvezza con 12 reti firmate, tra cui il 2-0 nella finale playout contro la Ternana, è stato l’unico prestito riscattato, in questo caso dal Pisa, con un contratto fino al 2027. Le aspettative sull’attaccante napoletano erano tante, ma anche lui nel girone di andata non ha avuto molta fortuna. Un infortunio muscolare ad inizio stagione, un modulo che lo vedeva giocare un po’ più distante dalla porta e la competizione con i compagni di reparto hanno determinato un rendimento non conforme alle previsioni, totalizzando 19 presenze, 1 gol e 3 assist in 880’. A fine gennaio è arrivata la sua cessione in prestito con diritto di riscatto alla Sampdoria, squadra in cui ha realizzato 13 presenze, 2 gol e 2 assist in 967’. Sibilli e compagni sono attualmente in attesa di comprendere se verrà confermata la retrocessione sul campo della squadra blucerchiata, a margine delle indagini svolte dalla Procura Federale, che hanno già fatto slittare le date dei playout, per un ipotetico illecito sportivo del Brescia. Sullo sfondo ci sono delle ipotesi che vedrebbero la Sampdoria salva oppure disputare i playout con la Salernitana. L’udienza in primo grado si svolgerà domani. Dall’eventuale permanenza in B dei doriani potrebbe dipendere il riscatto di Beppe Sibilli che, in caso contrario, tornerebbe a Bari con i relativi dubbi sul suo proseguimento in biancorosso dopo l’esperienza negativa vissuta nella stagione appena conclusa. Di certo, il miglior Sibilli avrebbe potuto rappresentare quest’anno una buona arma a livello motivazionale per il gruppo, fattore non considerato dall’area tecnica, che ha preferito cedere in prestito un calciatore di proprietà alle prime difficoltà ravvisate. (Ph. Tess Lapedota)
T.L.
Pubblicato il 21 Maggio 2025