Bari e la sosta selvaggia. Come l’erba cattiva
Quando a Bari imperava il parcheggio selvaggio, si lasciava l’auto dove piaceva, per esempio sotto il tracciato sospeso delle Ferrovie Appulo Lucane di Corso Italia, dall’angolo di via Martiri d’Otranto a quello con via Sella. Sotto quei massicci pilastri distanziati l’uno dall’altro una dozzina di metri trovavano posto almeno cento auto. Ma un degrado inaccettabile era il prezzo di quella risorsa. Nascosti dai mezzi in sosta, ladri, balordi e derelitti facevano il comodo loro. Durò fino a quando il Comune, mosso da serie ragioni igieniche e di sicurezza, prese il partito di interdire quel ricovero. Lo fece elevando una chilometrica serie di transenne metalliche. A guadagnarci furono pedoni e ciclisti, che finalmente si vedevano restituita metà di quel marciapiede, l’altra metà essendo ancora oggi occupata da mezzi in sosta ‘tollerata’. Ma poi i tempi cambiarono e irruppero grattini, Ausiliari del traffico, street control, parcheggi riservati ai disabili, scivoli per carrozzelle, Vigili dalla multa ‘seriale’. Stretti dalla necessità, ecco allora gli automobilisti tornare a guardare a quei posti ‘gettati’ di Corso Italia con la stessa libidine con cui le faine puntano i pollai. Non si sa chi cominciò. Si sa solo che al primo fece seguito un secondo caso e poi un terzo, un quarto… Fino ad avantieri erano dodici le barriere mancanti (inutile dire che dei varchi si è approfittato per rinnovare l’antico costume). Le transenne rimosse sono sparite, di esse resta il ‘ricordo’ : due buchi rotondi nel selciato. Nessuno ha piegato quelle barriere, nessuno le ha svelte. Così fosse stato se ne sarebbero visti i segni. Invece i bordi di quegli incavi cilindrici si presentano levigati, quasi l’opera di un flessibile avesse segato alla base i sostegni delle transenne. L’arcano si spiega facendo caso alle macchie di ruggine che contornano gli incavi di cui prima. Semplicemente, gli agenti atmosferici hanno rosicchiato gli ostacoli alla base. Rimuovere quegli ostacoli è stato un gioco da ragazzi. Le transenne sono venute via senza sforzo. Un lavoro ‘pulito’ ; resta il mistero sulla fine di quel metallo. Sicché, un po’ alla volta, come erbacce che si riprendano lo spazio da cui erano state cacciate, le auto stanno tornando a popolare quella superficie di Corso Italia. E siccome Bari nel frattempo non ha mancato d’imbarbarirsi, c’è da tremare al pensiero di cosa diverrà quella striscia di marciapiede quando il malcostume della sosta selvaggia si sarà ripreso il suo habitat. Allora, visto che a torto o a ragione ci stiamo lanciando con la mobilità alternativa, l’unica soluzione per scongiurare il ritorno del degrado di quel tratto di marciapiede di Corso Italia potrebbe essere una nuova pista ciclabile.
Italo Interesse
Pubblicato il 13 Febbraio 2014