Bari e la sua vocazione alla pace e al dialogo con l’Oriente
Incontro tra l'arcivescovo di Bari- Bitonto Monsignor Giuseppe Satriano e l'Ambasciatore ucraino
Che Bari abbia vocazione alla pace e al dialogo con l’Oriente è certo, sia per la sua posizione geografica che per la presenza in Basilica delle reliquie di San Nicola, santo caro a tutto il mondo ortodosso e russo in particolare. Che Bari sia luogo anche “felice” come recita un inno e particolarmente favorevole al mondo orientale, ucraino, rumeno e russo specialmente è noto. Tanto che Papa Francesco ha scelto Bari per ben due incontri ecumenici sul tema della pace e del dialogo. La conferma si è avuta ieri con un interessante incontro avvenuto in episcopio (la sede del vescovo) tra l’arcivescovo di Bari- Bitonto Monsignor Giuseppe Satriano e l’Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash. Ovviamente era stolto attendersi grandi annunci ed effetti speciali e le dichiarazioni sono risultate misurate e calibrate, come era scontato. Ma il filo rosso dell’intero meeting, è stato la ricerca della pace per porre fine ad una guerra inutile e stolta. Ha introdotto l’ arcivescovo di Bari- Bitonto Monsignor Giuseppe Satriano che in piena guerra, ricordiamolo, ha capeggiato una missione umanitaria e di pace a Leopoli, città ucraina: ” La nostra storia cittadina- ha detto il vescovo- è legata all’ est e in particolare alla Polonia, tanto che i colori cittadini sono gli stessi della bandiera polacca e qui è sepolta la regina di Polonia Bona Sforza. Io sono stato a Leopoli a guidare una missione umanitaria e di pace e Bari si dimostra città accogliente e desiderosa di pace, qui ci sono molti ucraini che hanno trovato rifugio, alcuni sono tornati in Patria per combattere. In quanto al processo di pace in corso, la diplomazia vaticana si sta muovendo come al solito cauta e silente e dunque sarebbe indelicato scavalcarla. Una cosa è sicura, ovvero che Bari si riconferma capitale della pace e del dialogo e sottolineo la bellezza di questo incontro. Se ci saranno altri? Al momento non sono previsti, poi vedremo, per il momento basta questo. Ovviamente se ci sarà bisogno della mia presenza sono a disposizione, anche per tornare in Ucraina come ho già fatto”. L’ ambasciatore ucraino dal canto suo ha elogiato Bari: “Una città bellissima, davvero che io non conoscevo, ma che mi ha incantato. E’ una leggenda in quanto legata a San Nicola, santo caro agli ucraini. Davvero apprezzo la bellezza della vostra città e la ricchezza della sua cultura e l’umanità della gente che ha ospitato tanti ucraini e dunque sono felice del supporto materiale e spirituale che i miei compatrioti qui hanno avuto” Due battute su Trump: ” Il mio presidente si è sentito con lui e si è con gratulato e lo farà altre due volte. A sottolineare la rilevanza di questa mia visita è che ho preferito venire qui e non un meeting col cardinale Zuppi e il cardinale Parolin. In quanto a Trump sono convinto che continuerà la politica di aiuto all’ Ucraina che ne ha bisogno. Abbiamo diritto a difendere i nostri confini e la legalità internazionale, questa guerra non la abbiamo voluta noi. La pace passa dal rispetto del diritto internazionale, dalla integrità del nostro territorio che tale deve restare e dalla salvaguardia della nostra identità come nazione, questa è una pace giusta davvero”. Poi lo scambio dei doni. L’ arcivescovo ha donato all’ ambasciatore una immagine tridimensionale della icona della Madonna della Odegitria nata a Costantinopoli (Istanbul) e un libro che illustra la cattedrale di Bari. Dal canto suo l’ambasciatore ha donato un pin della sua Repubblica, un piatto in legno e una bottiglia di liquore. Il diplomatico ha precisato che egli parla non come ambasciatore della Repubblica in senso politico, ma come ambasciatore davanti alla Santa Sede. Infine l’arcivescovo ha illustrato all’ ospite la Cattedrale, il museo diocesano con gli Exultet ed ovviamente la Basilica di San Nicola.
Bruno Volpe
Pubblicato il 8 Novembre 2024