Cultura e Spettacoli

Bari e Taranto… nessun derby

Dallo Zar, al Kaiser. Infine al Re. Si può riassumere così la storia del ‘Bari’, un  incrociatore leggero in servizio nella Regia Marina dal primo dopoguerra al 1943. Ordinato ai cantieri Schichau di Danzica dalla Marina Imperiale Russa ed impostato nel 1913 come Muravyov-Amursky, l’incrociatore fu varato nel  1914. Allo scoppio della Grande Guerra, non essendo ancora stato consegnato al committente (lo Zar), fu confiscato dal Kaiser e ribattezzato Pillau. Nel 1916 il Pillau prese parte alla battaglia dello Jutland alla quale sopravvisse dopo aver sparato 117 colpi e lanciato un siluro ; nel corso dell’epico scontro perse quattro uomini dell’equipaggio. Nel 1919 l’unità venne ceduta al Regno d’Italia in riparazione dei danni di guerra e ribattezzata ‘Bari’. Perché proprio ‘’Bari’? …Non potendo rispondere osserviamo che nello stesso periodo un altro incrociatore leggero tedesco, il malconcio Straßburg (reduce dalla battaglia dell’Helgoland), assegnato all’Italia come ‘preda belllica’, veniva rinominato ‘Taranto’… Curiose analogie avvicinano le vicissitudini di queste due piccole navi da guerra, che ebbero vita lunghissima e avventurosa. All’inizio del 1940 le due navi facevano parte del medesimo Dipartimento Marittimo (quello di Taranto). Entrambe furono prima declassate a ‘esploratori’, quindi – al seguito di lavori di trasformazione – riclassificate come incrociatori (pur restando comunque tecnicamente obsolete). Sia l’una che l’altra nave (ma il Bari di più) presero parte attivamente al secondo conflitto mondiale ora in servizio di scorta, ora posando mine, trasportando truppe o scontrandosi a fuoco con la Royal Navy. Ancora più sorprendente per similitudine la fine di queste due navi. Il Bari andò a fondo nel porto di Livorno durante il bombardamento del 28 giugno 1943. Alla dichiarazione dell’Armistizio erano in corso lavori di recupero che vennero sospesi. Il relitto, parzialmente affiorante, venne ulteriormente danneggiato  per impedire ai tedeschi di appropriarsene. Il Bari venne poi riportato a galla nel 1948 e demolito. Anche la fine del Taranto avvenne nel 1943, nel porto di La Spezia. Il 9 settembre l’incrociatore si autoaffondò per non cadere in mano ai tedeschi, i quali però successivamente recuperarono il relitto per ostruire l’accesso alla diga foranea. Nuovamente affondato il 23 ottobre 1943 nel corso di un bombardamento aereo, il Taranto fu ancora riportato a galla dai soliti, irriducibili tedeschi per andare definitivamente perduto nell’incursione aerea del 23 settembre del 1944. Nel dopoguerra il rottame venne recuperato e demolito.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 19 Aprile 2016

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