Cronaca

Bari é una città di mare o sul mare?

Un paesaggio lunare. Si potrebbe definire così il tratto di costa a sud della città, in direzione San Giorgio. Da decenni quei circa cinque chilometri di lungomare continuano ad essere nel degrado più assoluto. Anche nelle calde serate estive, nell’attraversare questa strada, fortunatamente riasfaltata (almeno quello), lo scenario non cambia e si ha la sensazione di imbattersi nell’incuria più assoluta. Dalle case ed edifici diroccati, luoghi di dimora per i senza tetto ,alle giovani prostitute in attesa di clienti, lo spettacolo è a dir poco mortificante. Una situazione che i cittadini ben conoscono da sempre. Da anni intere generazioni di baresi aspettano messianicamente l’intervento di qualche amministratore illuminato che riesca finalmente a riqualificare quella porzione di costa, dando così rilancio in termini economici alla città. Una cosa non facile, basti pensare che la parte del lungomare  in questione versa  in questa condizione da tempi immemorabili, tanto che alcune di quelle case abbandonate possono ormai far parte del patrimonio “archeologico” della città. La domanda sorge lubranamente spontanea: ma perchè nel corso dei lustri nessuno degli amministratori locali ha mai pensato di riqualificare l’intera zona intuendo una possibile ricaduta in termini economici, occupazionali e turistici che potrebbe generare ricchezza in ambito cittadino? Miopia, poca lungimiranza di tutti quei personaggi politici che nel corso dei decenni hanno amministrato Bari? O forse si è lasciato incancrenire volutamente la situazione, portando al degrado tutta questa immensa area in vista di una possibile e futura, ma mancata, speculazione edilizia ? La città di Bari, è giusto ricordarlo, dagli anni ’60 in poi è stata stravolta e purtroppo non migliorata sia nei suoi assetti sociali che urbanistici dai ben noti palazzinari locali ( con relativi referenti in ambito istituzionale che favorivano certe pratiche lottizzatorie) appartenenti alle varie …. logge. La cementificazione è stata selvaggia e le brutture edilizie pure.  Se intere generazioni di ragazzi baresi non hanno potuto avere spazi verdi per socializzare e giocare in tranquillità una partita di pallone, un “sentito ringraziamento” va fatto a tutti quei biechi speculatori che hanno preferito arricchirsi  depredando il territorio a scapito della salute e del benessere dei cittadini . La storia in città si perpetua: i vecchi signori del mattone sono stati attualmente sostituiti da un’altra generazione di palazzinari ( logge massoniche  comprese, tanto per intenderci). Sarebbe interessante conoscere i nomi dei titolari delle imprese che attualmente a Bari sono impegnate nelle costruzioni di alcune mega infrastrutture ,e di quali protezioni e favori godono in ambito politico, burocratico ed  amministrativo. Sarebbe una bella inchiesta giornalistica da realizzare, cronaca nera permettendo. Chissà! Abbandonando il pensiero delle volgari speculazioni edilizie, sarebbe romantico chiudere gli occhi ed immaginare, in un futuro non molto remoto, un lungomare totalmente abbellito e riqualificato ,con grandi infrastrutture ricettive, ristoranti ed alberghi , porti turistici e parchi divertimenti come quelli presenti in Emilia Romagna. Sarebbe bello vedere tanti giovani baresi lavorare con entusiasmo nella loro città, finalmente degna di essere definita  metropolitana, europea e di accoglienza.  Tornando alla cruda realtà,un dato sconfortante: sul lungomare barese ,soprattutto nella già citata zona  sud , non esiste , ad esempio,un ristorante  di un certo  rilievo, degno di una vera città a vocazione marinara quale dovrebbe essere appunto Bari. L’interrogativo a questo punto è pertinente: ma la nostra è una città di mare o sul mare? Il distinguo è sottile.

Piero Ferrarese


Pubblicato il 1 Settembre 2016

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