Primo Piano

Bari fa la parte del “leone” nell’accaparramento dei fondi del Pnrr

Il ministro delle Infrastrutture e la mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato il decreto con cui vengono assegnati 2,8 miliardi di Euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e circa 20 milioni derivanti da residui 2019 e 2020 per attuare il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PinQua). Il 40% di tali fondi verrà destinato a progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno e di tale quota destinata al Sud ben 400 milioni di Euro finanzieranno i 21 progetti pugliesi rientranti nelle 159 proposte progettuali complessive del pacchetto nazionale già ammesso a finanziamento.  Gli interventi previsti sono stati proposti da Regioni, Comuni e Città Metropolitane e sono finalizzati a ridurre il disagio abitativo, aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, a rigenerare il tessuto socioeconomico dei centri urbani, a migliorare l’accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, spesso localizzati nelle periferie. In coerenza con i tempi di realizzazione delle opere del Pnrr, gli interventi ammessi al finanziamento dovranno essere realizzati e resi fruibili entro il 31 marzo 2026, che è una scadenza più ravvicinata rispetto a quella fissata originariamente. Per questo gli enti beneficiari dovranno trasmettere al Ministero, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, il cronoprogramma dei singoli progetti rimodulato sulla nuova scadenza, confermando la volontà di aderire al programma. In caso contrario, si provvederà allo scorrimento della graduatoria. Lo stesso decreto prevede che le altre proposte presentate, ritenute ammissibili dall’Alta Commissione ma per le quali la dotazione finanziaria non è sufficiente, potranno essere ammesse a finanziamento se verranno reperite ulteriori risorse. Dei 159 interventi finanziati, 8 sono classificati ‘progetti pilota’ ad alto rendimento. Tra questi ultimi rientra il progetto per Bari, che da solo beneficerà di 100 milioni di Euro dei 400 totali destinati alla Puglia, e riguarderà la riorganizzazione del nodo ferroviario di Bari, con interventi di ricucitura urbana tra il centro storico e i tre quartieri Carrassi, San Pasquale e Madonnella. Sempre a Bari sarà finanziato il progetto “Made in San Pio” nell’omonimo quartiere di Santo Spirito e che prevede la demolizione dei corpi di fabbrica destinati a commercio oggi abbandonati, riqualificazione energetica degli edifici e aumento degli alloggi sociali. Mentre nell’area metropolitana barese tre progetti coinvolgono 39 Comuni per un recupero totale di 53 immobili dismessi, orti urbani e giardini di quartiere e la ristrutturazione di un migliaio di alloggi popolari. Altri tre progetti, dei 21 complessivi della Puglia che rientrano nella graduatoria già ammessa a finanziamento, prevedono la riqualificazione di piazze e il recupero edifici storici da adibire a hub di formazione digitale, housing sociale e botteghe artigiane nel Comune di Altamura. Nella provincia BAT, ad Andria sarà realizzato un sistema edilizio a destinazione residenziale pubblico nell’area della nuova stazione ferroviaria ed a Trani sarà recuperato l’ex Macello comunale, per realizzare alloggi e valorizzata la fascia costiera con un parco attrezzato. Nel Foggiano con “Il mosaico di San Severo” sarà realizzato un percorso ciclopedonale green e un contenitore sociale. Mentre nella periferia del capoluogo dauno, a Borgo Croci, si procederà alla ristrutturazione completa degli immobili esistenti e alla realizzazione di servizi di quartiere (scuole materne, biblioteche, centri sociali per anziani). A Taranto il progetto “RInaTA Paolo VI” consentirà il recupero di 96 alloggi e la riqualificazione degli spazi pubblici con orti urbani, serre e percorsi ciclopedonali. Sempre nel capoluogo Ionico, il progetto “Ri-Abitare la città vecchia” si pone invece l’obiettivo di rivitalizzare una porzione del centro storico in gran parte disabitata, recuperando immobili degradati. A Brindisi, lungo il Seno di Levante del porto, sarà realizzato un polo universitario in tre manufatti in disuso. A Lecce saranno costruiti 60 nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica e un parco attrezzato sportivo. Questo, in sintesi, il quadro dei 21 interventi che il “PinQua” ha finanziato in Puglia con i fondi che arriveranno prossimamente dal Pnrr. Quindi, delle risorse complessive del Piano destinate alla nostra regione oltre il 25% andranno al capoluogo pugliese, per la ricucitura cittadina nella parte sud del nodo ferroviario barese e che – come è noto – a breve sarà liberata dai binari di Rfi, a seguito dello spostamento fuori del centro abitato del fiume di ferro di Rfi che attualmente collega Bari alla stazione di Torre a Mare, passando nei quartieri di Madonnella e Japigia. Mentre meno del restante 75% dei 400 mln di Euro destinati alla Puglia andranno a finanziare tutti gli altri 20 progetti pugliesi ammessi in graduatoria e tra i quali ricade anche un altro riguardante sempre Bari, al quartiere “San Pio” di Santo Spirito. Insomma, il capoluogo in questa “partita” di fondi alla Puglia del Pnrr fa la parte del leone non soltanto all’interno dell’intero tessuto territoriale regionale, ma anche per quanto concerne l’impiego degli stessi all’interno del suo tessuto urbano. Infatti, per la parte centro-sud della città il progetto presentato ed ammesso a finanziamento prevede interventi per oltre 100 mln di euro, mentre per la parte nord (il quartiere “San Pio” a Santo Spirito) la proposta progettuale è di appena qualche milione di euro. Ovvero, un’inezia rispetto a quanto è stato chiesto per un’area centrale della città. Peccato, infatti, che anche in questa occasione l’Amministrazione barese si sia ancora una volta dimenticata dei ben più gravi problemi, tutt’ora irrisolti, che riguardano la periferia nord del capoluogo, tra i quali spiccano sicuramente il degrado urbano del lungomare di Palese, la rete fognaria inadeguata di Santo Spirito e la sconnessione del tessuto urbano dell’intero V Municipio di decentramento amministrativo barese, a causa del fascio di binari di Rfi. Eppure trattavasi di presentare proposte per reperire risorse straordinarie del Pnrr finalizzate a rigenerare, attraverso progetti di qualità, il tessuto urbano in un’ottica di sostenibilità non solo economica e sociale, ma anche ambientale, soprattutto per le periferie. Ma, per l’amministrazione Decaro, evidentemente le ex frazioni di Palese e Santo Spirito sono aree meno periferiche dei quartieri baresi d Carrassi, San Pasquale e Madonnella, tanto da averli lasciati fuori da ogni proposta progettuale anche questa volta, però ricordandosi (probabilmente come “contentino” per la parte nord della città) del solo rione “San Pio”, che dell’intero V Municipio periferico di Bari rappresenta per popolazione circa il 10% del restante territorio. Però, questo sarebbe tutto un altro discorso. Anche se, soprattutto per questi aspetti di accaparramento di fondi straordinari, non può prescindere dalla mancanza, a tutt’oggi, di un’autodeterminazione amministrativa per una realtà, da sempre, distinta e distante da Bari.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Ottobre 2021

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