Cronaca

Bari ha solo il 25% di raccolta differenziata

Legambiente prosegue nel monitoraggio della raccolta differenziata nel territorio pugliese e, nel corso della settima edizione di “Comuni ricicloni 2014” realizzata grazie al contributo dell’assessorato alla qualità dell’Ambiente della Regione Puglia e con il patrocinio di Anci Puglia, premia 12 comuni che hanno ottenuto un risultato superiore al 65% di raccolta differenziata imposto dalla legge nazionale e raggiunto nel 2013.

Rutigliano, comune della provincia barese, si è nuovamente aggiudicato il primo posto nella classifica regionale con circa l’80% di raccolta differenziata, a seguire: Cellamare, Monteparano, Casalvecchio Di Puglia, Canosa di Puglia, Casalnuovo Monterotaro, Torre Santa Susanna, San Pancrazio Salentino, Andria, Troia, Erchie e Roccaforzata.

Al contrario, tra i trenta comuni “indifferenti” (con meno del 10% di raccolta differenziata) ci sono Valenzano, Gravina di Puglia, Avetrana, Noicattaro, Cerignola che, purtroppo hanno perseverato nel trend negativo degli ultimi anni.

Poco soddisfacenti, anche per questa edizione, continuano ad essere i risultati conseguiti dai capoluoghi di provincia, Andria rappresenta l’unica eccezione; Brindisi raggiunge solo il 30,3%, Bari, terzo in classifica, registra circa il 25%. Pessime le condizioni della raccolta differenziata a Foggia dove si è fermi al 4 percento.

“Dal dossier emergono ancora pochi segnali positivi – ha commentato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – i problemi rimangono gli stessi da anni: la media percentuale regionale di raccolta differenziata è ancora troppo bassa, si attesta intorno al 27 percento nel 2014; il ritardo incredibilmente lungo e totalmente inaccettabile nella realizzazione degli impianti di trattamento e compostaggio che sta mettendo in crisi il ciclo dei rifiuti nella nostra regione; la mancata penalizzazione economica dello smaltimento in discarica a causa dei continui rinvii e rimodulazione dell’ecotassa”.

A tal proposito è intervenuto Pasquale Cascella, Sindaco di Barletta, sottolineando “la necessità di creare una cultura dell’ambiente e predisporre interventi di premialità per i comuni (e quindi i cittadini di quei comuni) che hanno acquisito i migliori risultati, il tutto al fine di ridurre gli oneri fiscali derivanti dall’ecotassa, poichè – ha precisato Cascella – pur essendo quella la normativa nazionale, questa può essere accompagnata da altre misure che risolvano una situazione così ambiguamente anomala e contraddittoria”.

Lorenzo Nicastro, Assessore alla Qualità dell’Ambiente Regione Puglia, ha sottolineato che “la Puglia è l’unica regione dotata di un piano per la gestione dei rifiuti solidi urbani, e che, purtroppo, l’ecotassa istituita nel 1996 è una legge nazionale non derogabile o modificabile dalle regioni”.

 “Nelle regioni italiane più arretrate sul ciclo dei rifiuti come la Puglia – ha concluso Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente – continua a vincere il partito delle discariche. Si tratta di una formazione politica trasversale che punta a mantenere il potere consolidato di chi si è arricchito smaltendo sotto terra materiali preziosi che dovrebbero essere valorizzati diversamente. E’ arrivato il momento di dare rappresentanza politica alle esperienze virtuose che fino ad oggi non hanno avuto normative favorevoli e riconoscimenti economici rispetto ai tanti sforzi compiuti fino ad oggi”.

 

Anna Deninno


Pubblicato il 21 Febbraio 2015

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