Cultura e Spettacoli

Barì, l’accento che fa la differenza

Fino al 1862 il capoluogo pugliese aveva un omonimo in Sardegna. Poi, con l’Unità,  Vittorio Emanuele II, volle affiancare ‘Sardo’ al piccolo comune del nuorese per evitare confusioni. Nacque così Barì Sardo (l’accento è imposto dalle regole di pronuncia della lingua sarda) i cui quattromila abitanti non sono baresi bensì ‘bariesi’. A differenza della nostra città, Barì Sardo sorge su un’altura di una cinquantina di metri a un quattro chilometri dalla costa (l’origine del borgo risale all’alto medioevo, periodo in cui anche sulla costa della Sardegna le incursioni di Vandali e Saraceni erano all’ordine del giorno). A guardia della marina di Barì gli Aragonesi eressero nel Cinquecento una torre d’avvistamento che molti turisti scambiano per un nuraghe a causa della forma troncoconica e della vicina presenza nell’entroterra di numerosi esempi di quella architettura in pietra a secco che è tipica della Sardegna. La località si chiama Torre di Barì ; in passato era conosciuta come Punta Negra di Barì o Punta Negra de Sapione.  Alta quasi 13 m., la fortificazione consente una visuale di 15 km sulla zona che si estende da Capo Bella Vista a Capo Sferracavallo. Successivamente dedicata a Sant’Antonio e perciò detta ‘de Sant’Antonio de Barì’, la costruzione si erge su un piccolo promontorio che divide in due la bellissima e omonima spiaggia, un arenile lungo 8 km e profondo un centinaio di metri. Per una singolarità del gioco delle correnti, le due spiagge si differenziano geologicamente : Una si distingue per la sabbia a grana grossa come chicchi di riso di un colore leggermente ocra ;  l’altra invece si presenta ghiaiosa, composta di sassolini grigi. La prima è la ‘spiaggia dei maschi’, la seconda quella ‘delle femmine’. Il distinguo ha origine antiche, risalendo ai giorni in cui uomini e donne non potevano bagnarsi nello stesso luogo e tanto meno prendere il sole o socializzare. A Torre di Barì si svolge una festa, in onore di San Giovanni Battista, che un poco ricorda la sagra di San Nicola : Collocata la statua su un barcone, il Santo viene condotto in processione sul mare : durante la ‘navigazione’ si svolge il rito propiziatorio di suné nniri, consistente nel gettare in mare pianticelle coltivate al buio secondo un’antichissima tradizione locale. Nei primi anni dell’Ottocento Vittorio Angius dipinge questo breve ritratto di Barì : “La temperatura e` assai dolce nell’inverno, finché l’atmosfera è riscaldata dal sole ; assente questo, sentesi con l’umido anche il freddo. Nell’estate i calori sono assai forti. La nebbia domina in tutte le stagioni, ma é più nociva nell’estate ed autunno. Raramente nevica, e rompono tempeste di grandine e fulmini. L’aria è grossa e malsana. … Le generali professioni sono l’agricoltura e la pastorizia. Vi sono… falegnami dell’arte grossa, i quali provvedono di arnesi d’agricoltura e di carri i contadini… La scuola normale frequentasi da 20 fanciulli. …Nessun’altra terra e clima s’aprono più a proposito di questo per le viti… il vino nero, che gode nel commercio di molta riputazione, si vende quasi tutti gli anni ai genovesi, che lo trasportano in vari porti”.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Luglio 2016

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