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“Bari-Lanciano 4-3 il mio ricordo più bello, invece la squadra di cui sono innamorato e tifo è la United Sly”

Con mister Vincenzo Torrente e Guido Angelozzi abbiamo fatto qualcosa di straordinario in quelle due annate. Ricordo ancora come se fosse ieri, Bari-Lanciano 4-3, una nostra rimonta e la carica di Daniele Sciaudone ai compagni anche sotto di tre gol. Ad oggi, però se dovessi tifare per una squadra tifo la United Sly, bellissima realtà dove sono stato e ne ho apprezzato la mentalità vincente, impressa dal grande Danilo Quarto e dal direttore sportivo Gigi De Lorenzis, tuttavia, scalpito di poter tornare a dire la mia come opinionista per Antenna Sud con una grandissima giornalista pugliese, quale Claudia Carbonara. Il futuro ancora come preparatore? Non escludo mai nulla a priori, ma rifletterò qualora dovesse arrivare un’offerta di un progetto vincente da un club di categoria” un passaggio clou e molto significativa della carriera del Prof. Duccio Curione, preparatore atletico ad alti livelli, laureato in Scienze Motorie a Foggia dove ha anche insegnato per alcuni anni, oggi è un noto opinionista sportivo per Antenna Sud – Gruppo Editoriale Distante. Il prof. Duccio Curione ai nostri microfoni ha raccontato della sua carriera, tra professionisti e grandi personalità dello sport, svelandoci aluni retroscena e momenti indelebili.

Il 3 Aprile la Lega Pro ed il suo presidente, Francesco Ghirelli incontreranno in video conferenza i presidenti della Lega e si potrebbe prendere una decisione importante per il proseguo dei campionati semi-professionistici. Che tipo di preparazione le società sportive, dovranno mettere in preventivo, calibrandolo o meno per i playoff e playout, o pensando in primis a terminare la parte restante del campionato?

 Sarà dura stabilire una data tra qualche giorno. Sicuramente come annunciato dal ministro dello Sport, Spadafora, prima di maggio, non si riparte, ma l’andazzo che si vede seguendo i bollettini giornalmente non fa essere positivi. Dobbiamo essere realisti e nulla sarà più come prima. Da preparatore atletico, se ci dovessero essere i presupposti, almeno per disputare i playoff e playout, prevedo almeno due settimane intense di lavoro svolto bene. Tuttavia, tutti i professionisti stanno seguendo delle diete ed un percorso personalizzato di allenamento, anche se è diverso da quello che avrebbero effettuato in campo. Però, sono dei professionisti, e quando si riprenderà avranno ancora più voglia di apprezzare il lavoro che amano fare”.

Hai collaborato con il Settore Arbitrale della Puglia, dove avrai conosciuto sicuramente arbitri di spessore. Che tipo di esperienza è stata?

Un’esperienza edificante e costruttiva che ha contribuito a darmi una visione panoramica sugli arbitri e sulla classe arbitrale, spesso e volentieri, trattata male. Ho conosciuto tutti gli arbitri della sezione di Bari, tra i quali Cieli e Nasca, questi ultimi due non più in attività, ma che hanno fatto carriere importanti. Di quelli ancora in attività c’è il barese Gigi Carella ma anche tanti altri nomi. Ringrazio per tale opportunità durata cinque anni, Nicola Favia presidente Aia e Giacomo Sassanelli, due grandi persone e uomini di profonda cultura sportiva.

Sei stato al Japigia Bari e subito dopo al Corato, dove ha vinto tutto sotto la guida di un giovane ma abile tecnico, figlio d’arte, Valeriano Loseto. Quanto ti sono servite queste due esperienze ed un pensiero sull’attuale tecnico del Gravina, Valeriano Loseto.

In realtà è stata precedente a quella con gli arbitri. Siamo stati prima a Japigia con mister Valeriano Loseto e subito dopo mi volle fortemente con lui anche al Corato, in ‘Promozione’. Mise su, una squadra funzionale a quel campionato, svolgemmo una saggia preparazione, ed in campionato poi sono emersi i valori: vincemmo campionato, Coppa Puglia e Supercoppa. Ricordo una piazza molto esigente ed i tifosi che volevano la vittoria di quel campionato, ma Loseto fece di più, vinse su tutti i fronti. I giocatori lo seguivano e si era creato un grande gruppo. Valeriano è un ragazzo giovane, ma posso dire di lui, che un abile stratega e motivatore e penso che in Puglia, sia tra i migliori se non tra i più emergenti e meriterebbe il salto di categoria tra i professionisti. Quest’anno al Gravina sta dimostrando ancora una volta la sua forza, e preparazione tecnico-tattica.

Due stagioni a Bari 2011/2012 e 2012/2013, da preparatore atletico, insieme a Roberto Mengoni, quel Bari avrebbe potuto ambire ai playoff di oggi. Il ricordo più bello che conservi di quella stagione, a noi piace ricordare una data su tutte 13 aprile 2013, Bari-Lanciano 4-3. Abbiamo azzeccato? Raccontaci.

Mi son trovato a Bari nel momento peggiore, quando tutto doveva essere ridimensionato e con i Matarrese che a poco a poco si stavano tirando fuori. Grandi meriti vanno al direttore Sportivo Guido Angelozzi, che si trovò a gestire contratti onerosi di giocatori che neanche rientravano nei progetti tecnici, del segretario Generale, Piero Doronzo e tutti i dipendenti di quel Bari. E poi, mister Vincenzo Torrente, grande persona, uomo di calcio, faceva la differenza. Andammo ad Alfedena in ritiro, li creammo un grande gruppo e la società, sempre con il grande ed encomiabile impegno del direttore Angelozzi, non ci fece mancare nulla. Lavorammo molto bene ed i frutti si notarono e raccolsero in entrambi le stagioni, nonostante tutti i punti di penalizzazione che piovvero a campionato in corso. Torrente, riusciva ad isolare dai problemi societari, in quella squadra c’era gente come Ceppitelli, oggi titolare in ‘A’. Ciccio Caputo, secondo capocannoniere italiano dopo Ciro Immobile e tanti altri che hanno poi dimostrato grande valore. Senza dubbio, ti dico che quel bari oggi punterebbe ad occhi chiusi ai playoff. Abbiamo giocato in uno stadio anche con due-tremila persone, quando abbiamo visto lo stadio con diecimila persone, dopo che avevamo creato daccapo l’interesse ed amore, mai mancato dallo zoccolo duro della tifoseria, sembrava di essere in un catino, figuriamoci cosa significa giocare in uno stadio di 40 mila persone, come poi è avvenuto più tardi, nell’anno della ‘Remuntada’.

Il ricordo più bello, invece, è la data del 13 aprile 2013 ovvero Bari-Lanciano 4-3, con poco meno di diecimila tifosi. A fine primo Amenta e Falcinelli, avevano fatto due gol con due tiri in porta, noi avevamo creato sei nitide occasioni, tutte fallite. A fine primo successe l’inferno nello spogliatoio, mister Torrente chiese la rimonta alla squadra, e Daniele Sciaudone, salì in piedi sulle panchine dello spogliatoio e da gladiatore quale lo considero, scosse tutti i ragazzi. Pronti via, Piccolo ci fece gol, Sciaudone, continuava a gridare: ‘Andiamo a vincere’ ed infatti neanche cinque minuti dopo, fu il primo a dare il via alla rimonta. Segnarono anche Caputo, Defendi e Tallo. DI quel Bari se devo citare due giocatori che mi sono rimasti molto a cuore, penso a Daniele Sciaudone, un giocherellone e tecnico in campo, uno che aveva il Bari nel cuore ma che dava l’anima per la maglia, e continua a farlo a Cosenza. L’altro è Ciccio Caputo, lui era uno molto schivo e riservato, anche quando gli capitò un periodo in cui non riusciva a segnare, non si abbatteva, penso che Francesco Caputo non solo nella storia dei cannonieri del Bari, ma ad oggi sia uno degli attaccanti italiani più forti in circolazione e meriterebbe una grande chance nella Nazionale Azzurra. Di più di lui, prima della sospensione per il Coronavirus, ha segnato soltanto Ciro Immobile. Caputo, talento della nostra Puglia è un campione anche fuori dal campo.

Nella tua carriera hai fatto anche un anno in una Scuola Calcio molto affermata, la ‘Pro Calcio Bari’ di Antonio Di Gennaro, Michele Andrisani e Marcello Sansonetti, sotto la guida tecnica di Martino Traversa, e proprio con quest’ultimo l’hai ritrovato in altre due annate memorabili con la Primavera del Bari, guidata da mister Urbano. Raccontaci della tua esperienza nel calcio giovanile, con grandi nomi e tecnici di spessore.

Parto dall’anno nella Pro Calcio Bari del grandissimo Michele Andrisani e di altre due grandi persone, Totò Di Gennaro e Marcello Sansonetti. Hanno dato vita ad una Scuola Calcio tra le migliori. Se dovessi consigliare ad un genitore, una Scuola Calcio, è la Pro Calcio Bari, sono un’eccellenza, non solo per grande competenza e professionalità, ma per serietà, organizzazione e valori. Poi a Michele Andrisani, Marcello Sansonetti e Totò Di Gennaro, mi lega una grande amicizia e sono tre persone vere, cosa rara nel mondo del calcio. Lì ho avuto modo di lavorare con Martino Traversa, che ho ritrovato da secondo di mister Urbano. Martino è un altro tecnico di grande personalità, lui ha giocato ad alti livelli e mi ricordo quando raccontava aneddoti sul Milan Gullit e Van Basten o di come divenne idolo della tifoseria doriana, la sua passione e preparazione la infonde ai suoi ragazzi. Al Bari sono rientrato con la Primavera, guidata da Urbano, al primo anno arrivammo ai quarti delle ‘Final Eight’, uscendo contro la Fiorentina di Chiesa, e con un rigore che ci fu negato a Gaetano Castrovilli. Nello stesso anno, battemmo a Formello la Lazio in rimonta, con doppietta di Leonetti, un’altra partita epica, simile a quel Bari-Lanciano, dove però, se faccio un salto indietro, Caputo e compagni, ne parlavano ancora dell’impresa. Oltre a Castrovilli del Bari di Urbano, c’era anche Scalera ma anche tanti altri ragazzi che hanno calcato palcoscenici importanti tra i professionisti”.

Una battuta sul Monopoli guidato da Diego Zanin e su un grande bomber barese, Giuseppe Genchi, quest’anno in forza al Taranto.

 A Monopoli è stata un’altra bella esperienza in una piazza affamata di calcio. Preciso che pur essendo stato a Monopoli in Lega Pro, c’erano ambizioni diverse, ma centrammo comunque l’obiettivo salvezza. Peppe Genchi, lo conosco molto bene e mi sbilancio nell’affermare che come calcia lui di sinistro, ho visto pochi calciatori anche nella massima serie. Ha fatto una carriera di grandissimo rispetto, e mi sarebbe piaciuto vederlo anche in questo Bari, penso che avrebbe fatto la differenza, come ha dimostrato in altri club. Ricordo una partita, quando era a Monopoli contro l’Andria, l’arbitro decretò un rigore al novantesimo, prese il pallone con sicurezza e da grande cecchino trafisse il portiere, senza farsi condizionare da nulla. Un leader, l’ha dimostrato dovunque, a Taranto aveva già segnato raffiche di gol, e quest’anno è già a quota nove reti. E sono sicuro che Genchi possa dare ancora molto, gli auguro davvero le migliori fortune”.   

Lo scorso anno con mister Nicola Quarto hai vinto campionato, Coppa e Supercoppa con la Sly United del presidente Danilo Quarto. Tuttora, sei ancora in ottimi rapporti con il presidente Quarto che vuole portare la sua creatura più in alto possibile. Perché hai lasciato un progetto così ambizioso?

Mi sento costantemente con il presidente Danilo Quarto, lo definisco con una parola, un condottiero. C’erano tanti scettici, lui se ne è infischiato ed ha dimostrato con un’organizzazione capillare, che forse nemmeno la metà delle squadre in lega Pro hanno, e sta scrivendo insieme al direttore sportivo Pierluigi De Lorenzis, grandi imprese sportive. Per loro esiste la parola vincere, e lo dimostrano su tanti fronti. Sono onorato di averne fatto parte integrante, abbiamo fatto il ‘Triplete’, vincendo tutto quello che stava da vincere. La mentalità vincente è inculcata a tutto lo staff e ne sei coinvolto. Io avrei potuto continuare, ma per motivi strettamente personali e famigliari, ho rinunciato. Mi sento comunque spesso con il presidente Danilo, lo seguo a distanza, e vi posso dire che il mio squadrone di cui tifo, è la United Sly.

Il Bari di Vivarini, secondo in classifica con un ritardo nei confronti della Reggina di nove punti, è più da imputare alla Reggina ‘monster’ o a Cornacchini che nelle prime cinque giornate non aveva ancora trovato il bandolo della matassa?

Un Bari che è mancato in qualcosa, ma non è semplice al primo anno di ‘C’ non è semplice assolutamente! Se da una parte c’è stata una Reggina mostruosa per risultati conseguiti nel girone di andata, nel girone di ritorno ha accusato fatica e dato la possibilità che le altre dirette concorrenti potessero accorciare il gap. Bari, Monopoli e Ternana su tutte, e non dimentichiamoci il Potenza. Il Bari di Cornacchini è partito male, ma cinque giornate sono troppo poche per incidere sull’esito finale. Vivarini, ha ridato linfa allo spogliatoio, dispiace però che nelle ultime sei gare esterne, con un paio di colpacci si sarebbe accorciato il gap con la capolista. Lì, penso è mancato il Bari. Però al netto del covid19 qualora si dovesse riprendere sono certo che il Bari sia superiore alle altre e supportate da un grande pubblico, possa fare la differenza con cinismo e determinazione di un organico di primissima qualità”. 

Obiettivi e progetti futuri ma ti chiedo anche un pensiero su Francesco Fischetti, un altro prof. come te, che è stato anche docente di un ‘certo’ Antonio Conte che a Bari ha lasciato un ricordo indelebile.

Spero che tutto ciò finisca presto ed anche se tutto sarà cambiato, che possiamo rialzarci, cosa non scontata ed infatti, mi risulta difficile dire ‘andrà tutto bene’, perché penso sempre alle tante vittime che ogni giorno questo ‘Nemico Comune’ sta mietendo. Ad oggi, tuttavia, collaboro come opinionista di Antenna Sud e sono grato al Gruppo Editoriale Distante, che ringrazio insieme ad una grandissima giornalista pugliese, Claudia Carbonara e tutto lo staff della redazione sportiva, molto competenti e professionali. Per quanto riguarda il calcio giocato, rispetto al passato sono più riflessivo, nel senso che mi riservo di valutare eventuali decisioni di fronte a progetti importanti e di categorie professionistiche, qualora si dovessero verificare tutte le migliori condizioni. Sul prof. Francesco Fischetti, oltre ad averci lavorato insieme a Foggia per un po’ di anni, dove ho insegnato la materia ‘Ginnastica preventiva e compensativa’. Con Fischetti è nato subito un rapporto di amicizia culminato anche in una collaborazione con il Bari, in cui i tirocinanti di Scienze Motoria, venivano integrati ed avevano la possibilità di vedere di persona gli allenamenti del settore giovanile; io e il prof. Fischetti eravamo i responsabili e concludemmo con un Congresso all’interno della facoltà di Scienze Motorie. Dal prof. Fischetti c’è sempre da imparare tanto, lo reputo non solo un grande professionista, ma con una formazione completa, essendo anche uno psicologo, sono davvero orgoglioso della sua amicizia”.

Marco Iusco

 

 

 

 

 


Pubblicato il 31 Marzo 2020

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